Sarà che ancora ne circolano a centinaia, ma sono sicuro che Sartori non sarà, credo, l’ultimo “grande vecchio” a lanciarsi in scomposte invettive contro i fantasmi dell’invasione islamica (vedi il mio post in merito).

E’ però interessante osservarne, anche se di sfuggita, l’impatto sul web.

Sulla sartoriana non integrabilità dei musulmani, emergono diverse categorie di commentatori.

Ci sono i finalmentisti (“finalmente se n’è accorto”) e gli ormaitardisti (“se n’è accorto troppo tardi”) che, come vedremo più avanti, sbagliano e basta.

Poi ci sono gli osservatorimparziali/copianincollatori, cioè quelli che riportano per intero il pezzo sartoriano. Come nel blog di Maurom, un “serbatoio” che l’autore presenta così:

Ho pensato di raccogliere dal web tutti gli articoli più significativi non ostili al centrodestra.

Fra i d’accordisti (partito dell’amore) cito invece un esempio di scuola:

Trovo l’intervento di Giovanni Sartori pacato e acuto, come sono spesso i suoi interventi, e mi pare che ponga la questione partendo da una prospettiva che pochi vogliono considerare seriamente e per seriamente intendo con analisi pacate, razionali, prive di slogan chiassosi e chiassoni, prive di insulti e di tentativi di bollare tale posizione come “razzista” o di buttare tutto in vacca come, sistematicamente, fanno certi partiti (su entrambi i fronti) (fonte).

Andando verso sinistra ci sono i timidamente critici, cioè quelli che hanno criticato il pezzo timidamente per non inimicarsi il “moderato” Sartori.

C’è ad esempio il caro vecchio Savino Pezzotta che, prima di dilungarsi sul pensiero del papa in merito all’integrazione, scrive:

Dopo aver letto l’editoriale del Prof. Sartori su il “ Corriere della sera “ di oggi sulla difficile integrabilità degli islamici che termina in modo alquanto categorico con questa frase sull’Islam: “Illudersi di integrarlo “italianizzandolo” è un rischio da giganteschi sprovveduti , un rischio da non rischiare”, mi è venuto  alla memoria il referendum svizzero sui minareti e le iniziative antislamiche della Lega e mi sono chiesto se veramente dobbiamo avere paura dell’Islam.

Un po’ più turbato è invece Corrado Giustiniani che scrive:

Stiamo freschi se anche le intelligenze più lucide di questo paese perdono improvvisamente la brocca e, invece di proporre soluzioni, preferiscono sparare giudizi di pancia e diffondere veleni ai quattro venti (fonte).

Fra i francamente indignati (partito dell’odio), troviamo invece – come al solito – la maggiore effervescenza.

Sharif el-Sebaie (fonte) in merito ai timidi, riprende il tema dello “sbrocco” e osserva:

Il guaio, in questo paese, è che quando questi espertoni “sbroccano” – perché di questo si tratta – nessuno osa gridare “l’espertone è sbroccato”. Diventa tutta una gara a chi risponderà il “più pacatamente” possibile alle panzane propinate, col risultato che non si riesce mai a qualificarle per quello che effettivamente sono.

Sharif – che invito a leggere – è veramente arrabbiato, non senza motivo. E, cosa non di secondo piano, sottolinea che Sartori è:

nato nell’anno in cui moriva Lenin e veniva esiliato l’ultimo sultano di Istanbul

La brutta notizia, caro Sharif, è che Sartori ha sbroccato già dieci anni fa. Facendo un approfondito webcrawling natalizio mi sono imbattuto in: Pluralismo, multiculturalismo e estranei. Saggio sulla società multietnica, un libro di Sartori uscito nel lontano 2000 in cui il pensiero del politologo sulle questioni immigrazione, integrazione etc., era già ben delineato (e ben prima dell’ 11 settembre! Una recensione del libro di Gabriele Mastrolonardo che trovo decisamente sensata si trova qui).

Insomma, Sartori era un conflittore di civiltà della prima ora. Che se ne facciano una ragione i nostri finalmentisti e ormaitardisti.

E, fra l’altro, è uno di quelli convinti:

Il fenomeno di contrapposizione culturale che si e’ manifestato tra le culture occidentali democratiche ed il mondo islamico nel tardo novecento, profetizzato da S. Huntigton in “The Clash of Civilizations”, non ha prodotto che un inasprirsi delle rispettive caratteristiche dei due mondi, vale a dire l’ulteriore democratizzazione dell’occidente e un ulteriore imbarbarimento del mondo islamico (cito da una citazione, vedi qui)”*

Per chiudere consiglio la lettura di un articolo della corrente errorista, di cui faccio parte. Il pezzo di Marco Restelli su Milleorienti è  meno acre del mio, ma in alcuni momenti più puntuale.

* Cosa ne penso di Huntington e del conflitto di civiltà? Ho inserito una pagina apposita: qui.

Lorenzo DeclichLe destre e l'islamScomposte invettivecittadinanza,conflitto di civiltà,corriere della sera,giovanni sartori,immigrazione,integrazione,islam,italia,razzismo
Sarà che ancora ne circolano a centinaia, ma sono sicuro che Sartori non sarà, credo, l'ultimo 'grande vecchio' a lanciarsi in scomposte invettive contro i fantasmi dell'invasione islamica (vedi il mio post in merito). E' però interessante osservarne, anche se di sfuggita, l'impatto sul web. Sulla sartoriana non integrabilità dei musulmani,...