Daniel Pipes lo sterminatore
Ho già parlato di Daniel Pipes rilevandone l’intento incendiario e la pretestuosità.
Lo scorso 29 aprile se n’è uscito con questo “My peace plan: an Israeli victory“, un articolo rimbalzato poi su “Il Legno Storto” e infine su “Liberali per Israele“.
Secondo Pipes la guerra finisce quando qualcuno la vince e a vincere deve essere Israele.
Ovviamente, i palestinesi sarebbero i primi a giovarsene.
L’acuto commentatore, tuttavia, imposta l’articolo con un vizio di base.
Definisce ciò che sta succedendo una guerra “arabo-israeliana”.
Dimenticando che Israele è in pace con Egitto e Giordania.
Che il “grande nemico” di Israele è l’Iran.
E che gli unici che tirano qualcosa addosso agli israeliani sono palestinesi.
Ciò che davvero è pernicioso in Pipes non è il suo punto di vista pro-israeliano – ognuno la pensa come vuole – bensì il suo modo di fare il gioco delle tre carte.
I suo è un vero e proprio occhio coloniale, a sfondo paternalista.
Dire “guerra arabo-israeliana” non è solo un’approssimazione, una “licenza poetica”.
Se Israele sterminasse tutti i palestinesi Pipes, con la questa sua storiella, riuscirebbe a negarne l’evidenza.
https://in30secondi.altervista.org/2010/05/24/daniel-pipes-lo-sterminatore/https://in30secondi.altervista.org/wp-content/uploads/2010/05/6a00d8341c339953ef00e54f731ac28834-640wi.jpghttps://in30secondi.altervista.org/wp-content/uploads/2010/05/6a00d8341c339953ef00e54f731ac28834-640wi-150x150.jpgScomposte invettivedaniel pipes,iran,israele,palestina,palestinesi
solo per precisare che la dicitura “guerra arabo-israeliana” è una sintesi forse giornalistica ma non del tutto errata: significa che fra Israele e gli stati arabi (Siria, Libano, Arabia Saudita, paesi del golfo, Sudan, Yemen, oltre agli occupati palestinesi, ecc.) non c’è una pace e nemmeno ufficiali rapporti diplomatici. E l’Egitto e la Giordania sono eccezioni.
La tensione con l’Iran, a mio vedere è una questione, anzi la vera questione, delle influenze regionali, dato che fra loro non c’è e non c’è mai stata guerra. E non credo ci sarà: come si sa gli stati che puntano a un’egemonia regionale in genere non si porcano le mani (se non in casi estremi) e le guerre le fanno combattere agli altri.
D
Sì, vabbe’, Darm…. la dicitura “guerra arabo-israeliana”, è la ripresa malevola di una dicitura ormai caduta in disuso essendo obsoleta, in funzione della dimostrazione di una tesi ambigua.
Daje, su. E’ pura cattiva fede.
Beh, dopo la carneficina operata contro le imbarcazioni dei pacifisti, Pipes non merita risposte. Una “vittoria israeliana”? Sì. Contro la ragione e la pietà umana. Glielo lasciamo tutta intero questo suo augurio da incubo.