Ecco la parte della nota del Ministero degli Interni in cui si afferma, dopo mesi e mesi di monnezza mediatica ad uso di nazileghisti,  controjihadisti e altri generi di deficiente, che NON serve una NUOVA legge (come invece proposto da Sbai – trovala in questa tabella) che regolamenti il modo che hanno le persone di coprirsi o meno il volto.

Basta la legge antiterrorismo di una trentina di anni fa, non bisogna modificare l’articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152 come vorrebbe Sbai (ecco qui la proposta di legge del 2009)

Lo dice addirittura il Comitato per l’Islam Italiano, ovverosia un covo di islamofobi.

Punto.

Ministero dell’Interno, 14.07.2010

La riconoscibilità delle persone deve essere garantita

E’ il parere del Comitato per l’Islam italiano, presieduto questa mattina al Viminale dal ministro dell’Interno Maroni

Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha presieduto questa mattina al Viminale una riunione del Comitato per l’Islam italiano.

Il Comitato ha predisposto un parere sulle proposte di legge pendenti, intese a confermare che l’uso in luogo pubblico di indumenti che coprono interamente il volto e rendono la persona irriconoscibile (quali il burqa e il niqab) deve rimanere vietato per ragioni di pubblica sicurezza, né presunte interpretazioni religiose costituiscono “giustificati motivi” per eludere tali esigenze di ordine pubblico.

Il Comitato, intervenendo su queste proposte dal punto di vista dei rapporti con l’Islam, ha chiarito che quello del burqa e del niqab non è un obbligo religioso che derivi dal Corano, né è riconosciuto come tale dalla grande maggioranza delle scuole giuridiche islamiche.

La materia va dunque «deconfessionalizzata», e il Comitato suggerisce che le leggi evitino ogni specifico riferimento all’Islam e a questioni che attengano al velo o alla condizione della donna musulmana, limitandosi a ribadire che persone travisate in modo da non essere riconoscibili – salvi giustificati motivi che attengono alla salute o alla sicurezza nella circolazione o sul lavoro – non possono essere identificate dalle Forze dell’ordine, individuate dai conoscenti e se del caso descritte dai testimoni. La riconoscibilità delle persone deve essere invece garantita, tanto più a fronte del rischio internazionale – che non è scomparso – collegato al terrorismo.
Il parere del Comitato viene inviato dal Ministro dell’Interno al Presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, davanti alla quale si è avviata la discussione di varie proposte di legge in materia. Il Presidente Bruno peraltro nei giorni scorsi aveva formalmente chiesto di conoscere il parere del Comitato, una volta elaborato.

via Ministero Dell’Interno – Comunicati Stampa.

Questa volta, cari miei, c’è ben poco da interpretare. Senonché ASCA titola:

BURQA: COMITATO ISLAM AL VIMINALE, USO IN PUBBLICO SIA VIETATO

Che vi devo dire?

Eppure è scritto in italiano: “la materia va «deconfessionalizzata» e il Comitato suggerisce che le leggi evitino ogni specifico riferimento all’Islam e a questioni che attengano al velo o alla condizione della donna musulmana”.

Ahò, ci sentite?

Lorenzo DeclichDoppio veloburqa,eurabia,islam,italia,niqab,suad sbai,velo
Ecco la parte della nota del Ministero degli Interni in cui si afferma, dopo mesi e mesi di monnezza mediatica ad uso di nazileghisti,  controjihadisti e altri generi di deficiente, che NON serve una NUOVA legge (come invece proposto da Sbai - trovala in questa tabella) che regolamenti il...