Veniamo alla seconda parte del dispaccio del Ministero dell’Interno di cui si parlava qualche giorno fa:

Il Comitato per l’Islam italiano ha dato atto che il diritto dei Paesi Islamici si fa carico delle esigenze del minore, che non sia adeguatamente assistito dalla famiglia naturale, attraverso l’istituto della Khafala (cioè attraverso l’affidamento del minore ad adulti in grado di provvedere alle sue necessità).
Il Comitato ha riconosciuto l’opportunità che – nella legge di recepimento della Convenzione dell’Aja del 19 ottobre 1996, che lo Stato italiano è tenuto ad approvare in tempi stretti – venga emanata una disciplina degli effetti della Khafala.
Tale disciplina − nel rispetto delle peculiarità dell’istituto – dovrà assicurare la massima tutela del minore (specie quando sia in stato di abbandono) e ne garantirà la permanenza in Italia, finchè dura l’affidamento, in base alle medesime regole che disciplinano il diritto di permanenza dell’affidatario.
Il Comitato ritiene che l’emanazione di una legge specifica e organica sia opportuna onde superare le incertezze cui ha finora dato luogo il riconoscimento, in via meramente giudiziaria, di taluni effetti della Khafala. Ciò anche per assicurare un penetrante controllo del Tribunale dei Minori, meglio definire il rapporto tra l’affidatario e il minore e garantire i diritti dell’affidato.

via Ministero Dell’Interno – Comunicati Stampa.

Bene, ok, d’accordo. A parte la dicitura “Paesi Islamici” (in maiuscolo) che mi sembra alquanto ambigua, e l’errore sulla parola kafala, che si scrive senz’acca.

Ecco qui una storia, ed eccone qui un’altra, sulle situazioni incresciose che si sono venute a creare nel tempo.

Essenzialmente i bambini in regime di kafala non vengono accettati in Italia, e questa cosa deve finire.

E ora qualche riflessione supplementare (non più di 30 secondi)

La kafala (كفالة: garanzia, cura) degli orfani è un istituto del diritto islamico.

Primo. Trattasi di diritto islamico (fiqh), non di Legge Canonica (shari`a), quindi – please – niente deliri sulla coranizzazione dell’Europa e “l’introduzione di elementi di shari`a nel nostro codice”.

Secondo. Trattasi tecnicamente di un affidamento (anche a tempo indeterminato) perché il bambino non è equiparato integralmente a un figlio legittimo: non ha diritto all’eredità (gli affidatari possono accordargliela con un atto “a parte”), non acquista il nome dei genitori adottivi, i genitori naturali verranno sempre considerati i veri genitori del bambino.

La Corte di cassazione, sezione I civile, sentenza 3-20 marzo 2008 n. 7472 ha stabilito che la kafala fa scattare il ricongiungimento familiare (vedi questa importante fonte).

Ora attendiamo una legge e siamo già in ritardo rispetto ai tempi cui si accennava nel dispaccio del Ministero.

Quella che potremmo chiamare “adozione islamica” se ciò non fosse scorretto (c’è un termine tecnico per l’adozione, ovvero tabanni, تبني , che letteralmente significa più o meno “familiazione”) ha un’origine coranica (Sura 33:4-5).

Nei paesi di tradizione musulmana (non conosco eccezioni, ma potrei sbagliare) non esiste altro genere di istituto riguardante la cura gli orfani e ciò secondo alcuni rappresenta un problema.

Ora potremmo discutere se a causa di questo e di altri istituti giuridici tradizionali, l’islam sia ancora medievale e io vi risponderei che trovo addirittura pre-medievali alcuni usi e costumi che abbiamo qui da noi.

Sottintendendo, ovviamente, che non tutto il medioevo è da considerare oscuro. E specialmente quel radioso medioevo islamico che in molti vorrebbero nascondere sotto al tappeto.

Tanto più che dal punto di vista di una “storia dei progressi della civiltà” la “presa in cura” degli orfani è uno dei punti in cui l’islam, alla sua nascita, si dimostra davvero moderno.

Considerato, ovviamente, quello che c’era prima: una vera barbarie.

Fra l’altro mi piacerebbe sapere da qualcuno che davvero queste cose le sa cosa comporta per un bambino adottato, in termini psico-sociali, il fatto di ricevere un nome non suo.

In altri termini: con tutto il rispetto per i genitori adottivi mi chiedo se non sia assurdo nascondere a un figlio adottivo il fatto di esserlo.

Insomma inviterei a riflettere su questo versetto coranico (33:4):

Iddio non ha posto due cuori nel petto di nessun uomo, né ha fatto vostre madri le spose che paragonate alla schiena delle vostre madri, e neppure ha fatto vostri figli i figli adottivi. Tutte queste non son altro che parole delle vostre bocche; invece Iddio dice la verità, è Lui che guida sulla retta via.

Lorenzo DeclichIn 30 secondicomitato per l'islam italiano,islam,italia,kafala,ministero degli interni
Veniamo alla seconda parte del dispaccio del Ministero dell'Interno di cui si parlava qualche giorno fa: Il Comitato per l’Islam italiano ha dato atto che il diritto dei Paesi Islamici si fa carico delle esigenze del minore, che non sia adeguatamente assistito dalla famiglia naturale, attraverso l’istituto ...