Lo scorso 29 agosto il Georgian Daily pubblicava un interessante reportage su “identità nazionale e moschee” in Russia.

Nella Russia post-sovietica l’islam è un elemento identitario forte in relazione al recupero e/o alla conservazione delle identità nazionali, in particolare quella tatara:

Until a generation ago, outside of the North Caucasus republics, the mosques of the Russian Federation were in most cases Tatar mosques. Most of the mullahs and imams in them were Tatars (or less often Bashkirs), and most of the services in them were conducted in Tatar, even if that was not, as in Moscow for example, the language of the surrounding community.

That pattern had two diametrically opposed consequences. On the one hand, it meant that the mosques in these places were among the most powerful sustaining forces of Tatar national identity. But on the other, it meant that non-Tatar-speaking Muslims often felt excluded and sometimes turned to Muslim fundamentalist leaders outside of the mosques.

La questione non è da poco perché la moschea, in questo caso, è “sponsorizzata” da “agenzie” i cui interessi sono estranei  all’islam stesso.

Ma, allo stesso tempo, hanno in una buona misura una ragion d’essere: non conosco l’islam tataro (e qui invoco il caro vecchio P.) ma immagino che abbia una sua rilevante storia, magari una storia fatta di “assenza”,  ma pur sempre una storia portatrice di identità che per i singoli credenti deve avere una grande importanza.

D’altra parte un islam non coniugato con altre identità (nazionale, etnica, linguistica etc. etc.) –  e dunque una moschea e un personale religioso “leggeri” – spogliati di qualsiasi caratterizzazione etnico-linguistico-culturale, pone altri problemi e rischi: ad esempio

  1. quello di essere gestito da “agenzie” internazionali portatrici, a loro volta, di  propri interessi specifici;
  2. un tipo di “de-culturazione” dell’islam che talvolta porta con sé gli stessi rischi di “radicalismo” dovuti a un’esclusione su base etnico-religiosa.

Si tratta del classico confronto-scontro fra globale e locale: in altri tempi il problema non si poneva, o si poneva molto meno, perché all’interno delle stesse comunità le due spinte (universalistica-particolaristica) trovavano più facilmente un punto di equilibrio.

Chiudo mettendo altra carne al fuoco:

  1. Qualche giorno fa l’Algeria ha sospeso il finanziamento per una moschea a Marsiglia in considerazione del fatto che nel Conseil français du culte musulman (vedi qui che cos’è) la rappresentanza marocchina ha superato in numero quella algerina (qui).
  2. Ieri La Stampa riportava la vicenda della moschea di Torino, la cui costruzione dovrebbe partire. Protagonista, a Torino, è la comunità marocchina e il Ministero per gli affari religiosi del Marocco, i due soggetti che in diversa misura finanziano il progetto.
Lorenzo DeclichMille moscheeeuropa,francia,identità,islam,italia,musulmani,Russia,tatari
Lo scorso 29 agosto il Georgian Daily pubblicava un interessante reportage su 'identità nazionale e moschee' in Russia. Nella Russia post-sovietica l'islam è un elemento identitario forte in relazione al recupero e/o alla conservazione delle identità nazionali, in particolare quella tatara: Until a generation ago, outside of the North Caucasus republics,...