Per Maurizio Marrone, vice coordinatore cittadino del Pdl, alcune mamme si sarebbero recate in burqa a prendere i loro figli a scuola e già questo suona strano, molto strano, per il fatto che nessuno in Italia veste il burqa ma, casomai, un velo integrale che prende il nome di niqab. (fonte).

Passiamola (tanto ormai anche il papa si è messo di traverso), anche se la vicenda di Sonnino dovrebbe aver insegnato al mondo dell’informazione italiana che c’è una differenza fra i due abiti.

Seguiamo il ragionamento di Marrone. Per Maurizio le istituzioni devono intervenire per “scoraggiare il fenomeno”. Le motivazioni sono le seguenti:

A parte le legittime preoccupazioni degli insegnanti che non hanno modo di verificare l’identita’ di chi prende in consegna i minori, l’utilizzo del burqa e’ decisamente lesivo della dignita’ della donna in quanto oscura integralmente la sua immagine e soggettivita’ ed e’ contrario alla legge italiana che vieta i travisamenti’

Allora:

  1. ok per le legittime preoccupazioni degli insegnanti (non si registrano preoccupazioni di bambini e mamme, come a Sonnino). Ma (come si è visto a Sonnino) quasi sicuramente non serve molto più di un Consiglio di istituto per fugarle;
  2. l’utilizzo del niqab è lesivo della dignità della donna se alla donna viene imposto (lo dice anche il papa). Ma Marrone non ritiene di dover chiamare in causa quelle donne e, casomai, un assistente sociale? No, lui vuole scoraggiare e basta.
  3. la legge italiana non vieta i travisamenti ma i travisamenti durante pubbliche manifestazioni. Riporto di nuovo l’art. 5 della legge del 22 maggio 1975, n. 152:

    E’ vietato prendere parte a pubbliche manifestazioni, svolgentisi in luogo pubblico o aperto al pubblico, facendo uso di caschi protettivi o con il volto in tutto o in parte coperto mediante l’impiego di qualunque mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona. Il contravventore è punito con l’arresto da uno a sei mesi e con l’ammenda da lire cinquantamila a lire duecentomila.

Vi lascio col finalone di questo nostro Grande Politico Contemporaneo. E’ un inno alla Grande Approssimazione Universale per Fini Politici che dà il voltastomaco:

rivolgiamo un appello alle istituzioni scolastiche torinesi, a partire dall’Ufficio Scolastico Provinciale, affinche’ si attivino per scoraggiare un fenomeno, come quello del burqa, che in altri paesi europei costituisce ormai un’emergenza culturale e che evidentemente si sta facendo strada anche nella nostra citta’, allontanando il percorso di integrazione degli immigrati dai valori fondanti dell’Occidente”.

Lorenzo DeclichDoppio veloburqa,islam,italia,niqab,scuola,torino,velo
Per Maurizio Marrone, vice coordinatore cittadino del Pdl, alcune mamme si sarebbero recate in burqa a prendere i loro figli a scuola e già questo suona strano, molto strano, per il fatto che nessuno in Italia veste il burqa ma, casomai, un velo integrale che prende il nome...