Maimonide, un ebreo del Maghreb

Qualche tempo fa ricordavo a me stesso e ai lettori, aiutato da un interessante articolo apparso su Qantara.de, che la radice giudaico-islamica è assai profonda della radice giudaico-cristiana, e che c’era il rischio di dimenticarlo in ragione di un’agenda politica europea che tende a rimuovere il fatto, a partire dalla shoah, che gli ebrei in Europa sono sempre stati maltrattati e discriminati.

Ricordavamo che uno dei più grandi e importanti pensatori dell’ebraismo fu Moshe ben Maimon (Cordova, 1138 – Il Cairo, 13 dicembre 1204), un uomo del Maghreb che scriveva in ebraico ma soprattutto in arabo e viveva in un contesto islamico.

Vengo a sapere, oggi, che alcune organizzazioni ebraiche denunciano:

Un cas de falsification de l’histoire dans le rapport sur la science publié par l’UNESCO (fonte)

Adnan Badran, nel capitolo del Rapporto sulla Scienza dedicato ai paesi arabi che ha curato per l’Unesco, fa un grosso errore scrivendo:

Entre 1100 et 1350, durant la première partie du Moyen Âge européen (1100-1543), les
noms de quelques savants européens apparaissaient dans la littérature scientifique à côté d’un grand nombre de savants musulmans, parmi lesquels Ibn Rushd (Averroès), Moussa ibn Maïmoun (Maïmonide), Tousi et Ibn Nafis.

Maimonide, un arabo, era ebreo, non musulmano, caro Badran.

C’è chi, come ad esempio quelli del Foglio, vede una volontà di revisione storica provocata dall’ormai fiaccato “spirito occidentale” in favore dell’invasore musulmano.

C’è chi scrive lettere di protesta., dirette a Irina Bokova, direttrice generale dell’Unesco (mescolando pere con mele).

Io invece ripeto che ricordare in maniera corretta l’origine di personaggi come Maimonide dovrebbe essere nell’interesse di tutti noi.