La Malesia, insieme all’Indonesia, è il paese che più di tutti ha spinto verso un capitalismo halal, un islamercato in cui la certificazione dei prodotti come “compatibili con i precetti dell’islam” diventa un interruttore di inclusione/esclusione (vedi qui i miei post sulla Malesia).

La situazione è portata al paradosso, afferma il blogger di “North Borneo Herald” nel post del 21 dicembre che vi traduco qui sotto (già dal titolo capiamo tante cose. I neretti sono miei):

In Malesia solo i soldi non necessitano di un certificato halal

Cosa sta diventando la Malesia? L’incubo si sta evolvendo, chi ne viene catturato sono principalmente i non-musulmani e forse le multinazionali che operano in Malesia.

E’ così triste, è una terribile tragedia economica e commerciale vedere un imprenditore onesto che lavora con dedizione come Lei alle prese con questo genere di regole nel businness del cibo.

E deve essere stato altrettanto orribile e finanziariamente disastroso il fatto che l’industria “Sliverbird” di Dato Jackson sia stata costretta a chiudere in queste strazianti circostanze.

So anche che i ristoranti di IKEA hanno dovuto chiudere a causa del cosiddetto problema riguardante la presunta certificazione halal del cibo.

Possa la misericordia e la compassione di Dio Altissimo posarsi sulla Malesia!

Che Dio aiuti questo paese!

Dr. Martin

La Montatura Halal che sta prendendo piede nel nostro paese costringerà molti attori coinvolti nella produzione e distribuzione di cibo a chiudere l’attività. Il JAKIM [il Dipartimento dello Sviluppo Islamico, un ente governativo malesiano] ha lottato a suo modo per avere il monopolio dei certificati halal. Nell’aprile del 2011 il Halal Act passerà in parlamento: solo il JAKIM potrà emanare i certificati.

Ogni certificato costa intorno ai 1000 Ringgit [320 dollari ca.] e con 2000 articoli venduti dalla mia compagnia io dovrò tirare fuori 2.000.000 di Ringgit [641.173 dollari ca.], sempre che io sia fortunato nell’ottenere l’approvazione per tutti gli articoli. Potrei chiudere il mio businnes o ridimensionare l’organico di 60 lavoratori fissi e 100 dipendenti saltuari.

Con questo il Governo perderà più o meno 800.000 Ringgit [256.469 dollari ca.] in tasse e versamenti. Lo standard del cibo declinerà perché gli chef avranno meno ingredienti con cui lavorare. Le procedure halal faranno aumentare il costo del cibo di un 10%. Al JAKIM non interessa l’economia del paese. Si interessa solo della sua ciotola di riso: vuole far vedere di avere importanza e di essere visto come un ente che lavora bene.

Guardate a come hanno fatto chiudere IKEA per due settimane. Guardate a come hanno fatto chiudere Silverbird a Nilai. A loro non interessa nulla dello sviluppo del businnes in questo paese.

Anche l’acqua minerale ha un loro halal. Alla fine tutti gli ortaggi, il pesce, il grano, il riso ecc. avranno bisogno di un logo halal. Alla fine tutti i musulmani non toccheranno tutti i non musulmani se lasceremo diffondere la febbre del halal. Nemmeno l’Arabia Saudita è severa come il JAKIM. Ho fornitori che possono vendere in Arabia Saudita ma non in Malesia.

L’80% dell’industria alimentare è gestita da non-malesi. Uno dei criteri per ottenere il certificato halal per i ristoranti è di impiegare musulmani malesi. Se non hai un qualche musulmano malese nel tuo ristorante non avrai il certificato halal. Dove ci porterà tutto questo????

Nota dell’editor:
Il pezzo qua sopra è circolato dapprima via e-mail. Il Nort Borneo Herald non ne è autore. Tuttavia abbiamo deciso che questo e-mail doveva essere condiviso con i lettori (fonte).

Non pensiate che l’Italia sia lontana da tutto questo.

Un’operazione di trusting è già avvenuta grazie a Frattini, Fazio e Galan e alla lobby del Coreis.

Un tipo di trusting (solo residenti padani) di tipo etnico-religioso è già ampiamente in auge qui da noi, è inutile che mi metta qui a fare esempi.

Siamo più simili alla Malesia di quanto non crediate: Italia e Malesia fanno parte di questo malato mercato mondiale in cui viviamo e si attrezzano in maniera banditesca per accaparrarsi privilegi economici.

Niente altro importa.

Lorenzo DeclichIslamercatoferruccio fazio,franco frattini,giancarlo galan,halal,islam,italia,malesia,mercato
La Malesia, insieme all'Indonesia, è il paese che più di tutti ha spinto verso un capitalismo halal, un islamercato in cui la certificazione dei prodotti come 'compatibili con i precetti dell'islam' diventa un interruttore di inclusione/esclusione (vedi qui i miei post sulla Malesia). La situazione è portata al paradosso, afferma...