In calo la domanda globale di petrolio
Debora Bili qualche giorno fa osservava che i sauditi avevano improvvisamente cessato di aumentare la loro produzione di greggio.
Riportava un diagramma nel quale in rosso si traccia la produzione di petrolio libica e in nero quella saudita.
Si domandava se questo stop avvenisse perché sono in difficoltà con i loro pozzi, notoriamente sopravvalutati in ampiezza, o perché vogliono mantenere i prezzi alti.
Adesso si svela l’arcano:
Intervenendo alla conferenza di settore in Kuwait, al-Naimi [Ministro del petrolio saudita] ha dichiarato che l’Arabia Saudita ha diminuito la propria produzione giornaliera di petrolio di circa 800.000 barili a marzo a 8,29 milioni di barili al giorno, a causa della scarsa domanda.
Le sue dichiarazioni seguono osservazioni simili effettuate la scorsa settimana dal ministro dell’Energia dagli Emirati Arabi Uniti, Mohamed al-Hamli, il quale ha dichiarato che i mercati mondiali del petrolio sono rimasti “adeguatamente forniti” e che “l’impennata dei prezzi del petrolio è soltanto un riflesso della geopolitica”. (fonte).
https://in30secondi.altervista.org/2011/04/19/in-calo-la-domanda-globale-di-petrolio/In 30 secondiarabia saudita,economia,petrolio
“l’impennata dei prezzi del petrolio è soltanto un riflesso della geopolitica”: aggiungerei “della speculazione finanziaria”. Il prezzo del petrolio non è fatto solo da aumento-diminuzione della produzione e aumento-diminuzione ella domanda, ma anche da valutazione-svalutazione del dollaro e dalle previsioni-oroscopi degli analisti economici sul futuro dell’economia mondiale.
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