Ieri ho visto in televisione il nuovo paradigma islamofobo in atto.

Daniela Santanchè da Santoro ha tirato fuori una pagina di Repubblica su cui c’era la foto di una manifestazione pro-Pisapia.

Teatrando ha detto una cosa come: “e qual’è l’unica bandiera che sventola in questa manifestazione?”

Si è risposta da sé: “la bandiera di Hamas”.

Pisapia, dunque, non era solo un amico dei terroristi rossi ma anche amico dei terroristi di Hamas.

Gad Lerner per un attimo è rimasto lì, fermo, senza saper cosa dire.

Non ha pensato quanto improbabile fosse la presenza di uno sbandieratore di Hamas in una piazza di Milano.

Eppure poteva dirne diverse.

Ad esempio che se c’è una manifestazione senza bandiere, uno sventolatore di bandiere è qualcuno che comunque vuole dire qualcosa di diverso dagli altri.

E così era, ma la bandiera era quella di Freedom Flotilla e non di Hamas.

L’aveva disegnata Vauro, fra l’altro, e quindi lo smascheramento è arrivato quasi subito.

Ma ecco che qui c’è un secondo turning point: Freedom Flotilla è uguale a Hamas, secondo Santanché, quindi Pisapia è amico dei terroristi.

Ovviamente questa cosa è un falso, Freedom Flotilla e Hamas sono ben lontani da essere la stessa cosa.

Ma è proprio qui, in questo punto del discorso, che interviene l’apparato info-propagandistico dell’internazionale islamofoba.

Ai tempi della Freedom Flotilla il punto di snodo della propaganda israeliana era che a bordo delle navi della FF c’erano dei terroristi.

Dicevano che avevano armi da fuoco, e la cosa fu smentita (io rimasi giorni e giorni sul bastione per dimostrarlo in base ai documenti che venivano diffusi, vedi qui).

Li chiamavano terroristi e fu dimostrato che su quelle navi non c’erano terroristi.

Facevano passare video in cui alcuni passeggeri si dimostravano in forme più o meno marcate degli attivisti politici di provenienza islamista.

Ma nessuno era un terrorista, lì.

Eppure l’internazionale islamofoba ha continuato indefessamente a dire quella cosa lì.

Ha prodotto letteratura –monnezza– in merito.

Ha preparato “pacchetti-polemica” belli pronti all’uso.

La qual cosa è tornata comoda a Santanchè ieri –è stata smascherata, sì, ma aveva argomenti, seppure capziosi, e avere argomenti in un dibattito televisivo è fondamentale– e tornerà comoda a tutti gli altri islamofobi del regno per molto tempo, vista anche la tiepida opposizione che si fa a questo genere di truffe.

Tutta questa vicenda non è secondaria perché i Tea Party stanno sbarcando definitivamente in Europa e Santanchè è una di quelle che a bere il tè ci andrà.

 

Lorenzo DeclichLe destre e l'islamdaniela santanchè,freedom flotilla,hamas,islamofobia,israele,mavi marmara
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