Morto. Come voleva.
Gheddafi è morto, ritengo estremamente improbabile, per non dire impossibile, che questa notizia sia un ruse de guerre.
Mi prendo la responsabilità di postare questo commento mentre la vicenda è “ancora calda”, e le conferme, tutto considerato, ancora labili e incerte.
Non mi esprimo invece sulle modalità della morte.
Esiste la possibilità che sia rimasto coinvolto nel raid di stamattina su una colonna che cercava di spezzare l’assedio di Sirte, un’ultima sortita della guarnigione ormai con l’acqua alla gola dopo un assedio di 35 giorni.
Oppure che sia morto, lui, il colonnello che non è mai stato un vero soldato, combattendo in prima persona, in un’ultima disperata resistenza con il fucile in mano.
Oppure ancora che si sia rifugiato in una tubatura da dove gli uomini del CNT l’hanno stanato ferendolo, magari mentre urlava “non sparate”.
Oppure ancora che sia stato assassinato da i miliziani, non appena si sia arreso assieme al suo stato maggiore.
Oppure in un altro modo, ancora sconosciuto, noto che fin’ora nessuno parla di tradimento, ma in questi casi le dietrologie arrivano sempre.
Infatti, oltre a Gheddafi, rimbalzano, con più o meno credibilità, nomi di prigionieri eccellenti.
Sappiamo tutti quante volte la cattura di questo o quel dirigente politico libico sia stata confermata anche tre o quattro volte, prima di dimostrarsi una montatura.
Ma questa volta i nomi eccellenti, numerosissimi (Mutassim Gheddafi, Abdullah al-Senussi, Mohammed Dhu, Moussa Ibrahim…Abu-Bakr Yunis Jabr sarebbe invece morto) , sembrano essere confermati dalle circostanze.
Dal fatto che, a mio avviso stupidamente, sembra che la dirigenza gheddafiana si fosse concentrata a Sirte, per una lunga, inutile, sanguinosa, disperata, ultima resistenza.
Certamente è molto probabile che il CNT, come fa di solito, abbia rimpolpato la lista con qualche nome in più, per fare “bella figura”, ma questa volta, se veramente il governo lealista libico si era rifugiato a Sirte, è abbastanza logico che con la caduta della città si proceda ad un’infornata di catture.
(O si ritrovino i cadaveri dei caduti sotto i bombardamenti d’artiglieria e il fuco delle mitragliatrici; la città è stata espugnata casa per casa, via per via, con assalti, contrassalti, sortite, contro sortite, imboscate e contro imboscate, i morti militari sono forse 1000, quelli civili probabilmente il doppio).
Le voci della fuga di Gheddafi nelle zone tuareg, da dove sarebbe potuto tornare per scatenare guerriglie e vendette si sono rivelate, sostanzialmente, false.
Le voci di una sua base sicura nel sud-ovest anche.
Le voci che volevano ancora una buona parte della Libia in suo potere pure.
Allora è davvero finita?
No nemmeno per sogno, purtroppo nelle guerre moderne ci si è dimenticati come si fa a fare la pace.
Le vendette di questi ultimi giorni, e il saccheggio che ampie parti di Sirte (una città che mi sembra decisamente più ricca della media libica, tanto da scatenare invidie) hanno patito in questi giorni non mi sembrano andare nella giusta direzione.
Inoltre i gheddafiani sostenevano di controllare ancora mezza Libia, non è vero, ma non è nemmeno vero che il CNT controlla tutto il paese senza un’opposizione, magari clandestina, né che tutti i libici si siano già liberati del passato.
Inoltre ora che il vecchio nemico è morto vedremmo come si comporterà il CNT, quando ci saranno (se ci saranno) le elezioni, chi si presenterà e quali saranno gli schieramenti. E sopratutto come reagiranno milioni di libici, assolutamente non avvezzi a vivere in democrazia.
Sulla morte di Gheddafi solo un aggiunta va fatta.
Se, com’è possibile, Gheddafi era ancora vivo e incolume quando si è arreso/è stato fatto prigioniero, ucciderlo non è stato saggio. Un processo sarebbe stato molto più utile, così come sarebbe molto più utile processare i prigionieri rimasti nelle mani del CNT, in vista di un’ampia amnistia di pacificazione.
I paragoni con i coniugi Ceausescu si sprecano.
Comunque il processo pubblico per Gheddafi era la posizione ufficiale, l’ordine del CNT, che aveva costruito una brigata apposita (e che il mese scorso cercava Gheddafi nel sud-ovest libico, quindi non esattamente dove poi era).
Se invece è morto combattendo (anche in maniera maldestra, come viuole una delle infinite versioni che inondano la rete, una più inattendibile dell’altra) diventerà un mito per la sua parte; per gli uomini rimasti a lui fedeli in segreto o con le armi in pugno, per i piccoli e disorganizzati gruppi di guerriglieri.
(che comunque continuano ad operare in suo nome qua e là in Libia, anche se con un assalto, forse abortito, il 14 ottobre, che era stata proclamata come giornata dell’intifada, lealista, libica).
E per i nostalgici, che vi saranno sicuramente.
Ed in particolare sarà un simbolo per Saif, che dovrebbe essere l’ultimo dirigente di spicco del regime ancora in libertà in Libia
(forse anche Mutassim, l’altro figlio militare, è stato catturato, e questa volta davvero non come il 12 ottobre, mentre “l’immortale” Khemis dovrebbe essere morto entro il 28-29 settembre, come dichiarato dai lealisti ad Al-Rai, in compenso si parlerebbe, da giorni, della possibile morte anche di Saif, a Bani Walid, ma dubito, o anche, prorpio mentre sto scrivendo queste righe, della battaglia della sua scorta nei pressi di Sirte, mentre è sotto attacco. P.s. se davvero tutti i leader lealisti si erano radunati a Sirte, mettendo tutte le uova in un paniere, vuol dire che di strategia ne capiscono veramente poco).
Il regime della Jamahiriya era un regime “familiare”, e i Gheddafi vivi e liberi rimasti sono con certezza solo Al Saadi, forse in Niger, forse libero vicino al confine sud della Libia, forse intenzionato a combattere, forse pronto ad arrendersi alla giustizia internazionale (un mandato di cattura nei suoi confronti è stato spiccato il 29 dall’interpol), Muhammad, rifugiatosi in Algeria dopo una fuga rocambolesca, in compagnia di Hannibal (che tra i figli di Gheddafi era l’unico a dare segno di squilibrio mentale e sadismo, un pessimo candidato per la successione) e Aisha (parrebbe neo-mamma di un orfano, visto che suo marito dovrebbe essere morto entro il 26 settembre).
Almeno Aisha è sicuramente a Staoueli, una nota località turistica dell’Algeria mediterranea, una posizione assai poco strategica se volesse dirigere le ostilità.
La morte di Gheddafi, sopratutto se fosse avvenuta in combattimento, o fosse narrata in questo modo, diventerebbe un mito fondativo della resistenza contro il nuovo governo, assai facile da sfruttarsi per i suoi figli-eredi.
Chissà forse era proprio quello che voleva, e per questo ha costretto la Libia, ed in particolare le città martire di Bani Walid e Sirte, ad un mese di guerra assolutamente assurda e non necessaria.
Voleva una fine gloriosa e romantica. L’ha avuta.
Forse continuava a credere alla propaganda del suo (finito) regime, che continua a parlare di una Libia in fiamme e in rivolta contro il CNT, e di un grande successo nelle proteste popolari e negli attacchi anti governativi del 14 ottobre.
Forse voleva dimostrare di essere quello che diceva di essere, un capo popolare. E che i miliardi di dollari, le ville con piscina, le feste con Berlusconi non lo avevano rammolito fino al punto di non potersi presentare come un vero leader militare pronto a morire “per il suo popolo” (alias per il suo potere personale su quel popolo).
In verità la resistenza militare lealista residua mi sembra poca cosa, attualmente, solo la guarnigione di Sirte (ed in parte quella di Bani Walid) ha davvero combattuto fino all’ultimo uomo, con un coraggio disperato, e organizzando dei contro attacchi furibondi e tatticamente impeccabili anche sotto i bombardamenti della NATO+-.
La battaglia di Sirte è stata un’inutile sperpero di vite umane, ma è stata anche molto ben giocata dai lealisti, che hanno conservato “l’onore delle armi”.
Questa eroica resistenza potrebbe aver forzato la mano al colonello, nella ricerca di una fine degna. “Una bella morte” invece che un bel processo.
Ma ora di quella guarnigione restano solo pochissimi nuclei di cecchini e di sbandati.
Però dall’estremo sud del Fezzan, l’altra zona dove dovrebbero concentrarsi i fedelissimi, provengono solo le notizie delle due opposte propagande, quindi come sia davvero la situazione è impossibile saperlo.
La vera incognita è la possibilità che scoppino incidenti interni al CNT, credo che nessuno di loro voglia una nuova guerra civile, ma smobilitare le brigate serberebbe, a breve, impossibile, mentre i leader carismatici delle formazioni militari hanno acquisito un peso enorme, che finiti i combattimenti perderanno.
https://in30secondi.altervista.org/2011/10/20/mi-sbilancioe-morto-come-voleva/In fiammeguerra,libia,moammar gheddafi
Continuo a scrivere sull’onda dell’emozione, senza prendermi la consueta pausa di due o tre giorni per separare la pula dal grano e riflettere su ciò che ho sentito.
A questo punto direi che Gheddafi è stato vittima di un’esecuzione, dopo essersi arreso in circostanze misteriose. Non è dunque morto con le armi in pugno.
http://www.guardian.co.uk/world/video/2011/oct/20/gaddafi-removed-truck-alive-video
Questo video lo ritrarrebbe, a quanto pare, poco prima di essere ucciso, mentre è già nelle mani di una brigata del CNT (nemmeno una delle più organizzate).
Sicuramente ne sapremo di più nei prossimi giorni.
@Elisa, si pensava che fosse al Sud non vuol dire che fosse al sud, anzi evidentemente non era al sud.
Certamente sono stato un po’ spericolato ad accettare la notizia subito.
Aspetto di vedere cosa dirà Libyan Free Press, ovvero l’ultima agenzia ufficiale della Jamahiriya, che per ora accredita la notizia che Gheddafi è ancora vivo, ma questa è prammatica, voglio vedere cosa dicono tra uno o due giorni.
Tra l’altro inizialmente dicevano che Gheddafi avrebbe parlato oggi in Tv (per affermare che le voci sulla sua morte erano un tantinello esagerate?), mentre ora dicono che questa è una tattica per obbligare Gheddafi a comparire in Tv, per stanarlo.
mmmm
Chissà Libyan free press si candida a primo organo ufficiale di propaganda di regime che sopravvive alla caduta del regime.
Qualche ora prima che cominciasse a circolare la notizia della morte di Gheddafi, girava in rete la voce che stesse trattando, insieme ad uno dei figli, con degli esponenti Nato e CNT. L’informatore faceva sapere che se Gheddafi non avesse comunicato le locazioni segrete dei soldi, dei bond e delle riserve auree molto probabilmente sarebbe stato ucciso.
Personalmente credo che l’avrebbero ucciso comunque: Gheddafi è un archivio storico troppo pericoloso per i governanti di mezzo mondo, se l’avessero portato in tribunale avrebbe parlato…
Io proprio non ce la faccio a gioire. Ho visto un video in cui viene “preso” e sapere che di lì a poco lo uccideranno e che è vero, non è fiction, mi angoscia. Stesso sentimento provato quando ho visto l’impiccagione di Saddam Husayn. La morte in diretta, qualunque morte, mi disgusta.
Ovvio, solo le bestie e i Frattini gioiscono.
Certo se servisse per far finire la guerra potremmo dire che non tutto il male vien per nuocere, ma una fucilazione sommaria non è un buon modo per far cominciare la democrazia.
Anche se è un metodo, putroppo, molto diffuso.
Giorgioguido, come puoi notare dalla sgrammaticatezza del mio pezzo, sto scrivendo nei ritagli di tempo, mentre navigo su tutti i siti che conosco sulla Libia.
Per la prima volta rimpiango di non aver più la TV.
Quindi non so quanto possa essere davvero informato io stesso, ma trovo questa storia della trattativa in estremis abbastanza improbabile (anche se potrebbe essere accaduta nei giorni scorsi, già da due giorni però la battaglia di Sirte andava in una direzione chiara, e Bani Walid aveva capitolato).
Sicuramente tanta gente in occidente avrebbe tremato per una piena testimonianza di Gheddafi, ma trema anche adesso (sebbene un po’ meno), perché il vero tesoro, come ogni storico ben sa, sono gli archivi veri, e non si possono bruciare tutti, una c4770 di copia di un documento da qualche parte resta.
Così nel giro di due o tre anni (o magari anche di trenta, i documenti più belli sono quelli più difficili da trovare) uscirà la “verità” libica su Ustica, o la registrazione di una conversazione privata sul Bunga Bunga tra Gheddafi e Berlusconi, o i retroscena di un affare miliardario sporchissimo di una multinazionale petrolifera.
Alcune cose sui rapporti tra servizi occidentali e libici, violazione dei diritti umani incluse, sono già uscite.
Non farei troppa dietrologia comunque, mi importa poco sapere chi ha ammazzato Gheddafi, direi che sa la versione fosse “ucciso da un gruppo di miliziani esaltati, senza ordini né disciplina” risulterebbe essenzialmente credibile. Poi non vuol dire che sia vera (e i fake vengono fatti fuori prima o poi), però resta credibile.
Ho avuto il piacere di conscere Michele Moretti, anche se non lo disse, so che dovette far appello a tutta la sua disciplina di militante per non prendere a pugni Mussolini mentre era sotto la sua custodia. Il PCI del ’45 aveva una disciplina formidabile per il tratamento dei prigionieri, che poi, per altro, venivano spesso fucilati. Eppure anche tra di loro quanti eccidi di prigionieri? la guerra è una brutta bestia, non si può spegnere l’ardore di 35 giorni di assedio, con un interrutore.
P.S.
Lo so che non mi crederete, io stesso tiro ad indovinare e ve lo dico, ma tutta questa fretta dei francesi di dire che Gheddafi è stato fermato da un loro raid, e degli americani di aggiungere come anche un loro drone fosse in zona…
non so ma mi sembra un tetnativo di prendersi “meriti” altrui, e che in tutta l’operazione i contrinuti occidentali siano stati miseri.
Vi è, sia negli anti-gheddafiani filo-americani, sia negli anti-imperialsiti filo-gheddafiani, una diffusa sopravvalutazione del contributo delle aviazioni della NATO+- a questa guerra.
Poco probabile un processo ai crimini di Gheddafi giacché avrebbe inevitabilmente visto implicati anche molti membri del CNT.
Nel bene e nel male il Colonnello era stato un simbolo dell’anticolonialismo e del riscatto dei paesi del terzo mondo. L’hanno deposto e ammazzato con una pseudo rivoluzione neocolonialista. Brutti tempi ci aspettano. La crisi economica impone alle potenze occidentali in declino di consumare e vendere il materiale bellico e allo stesso tempo richiede con unrgenza nuove basi sicure per le materie prime.
Rafiq, dimentichi il ruolo del Qatar, è sempre bene non dimenticarlo se si vuole far capire bene la situazione…
In queste ultime settimane le ingerenze del Qatar nella politica tunisina stanno diventando sempre più insopportabili, dai servizi disinformativi di al-jazira alla pressione sui giornalisti tunisini, passando per la scandalosa campagna elettorale a favore di Ennahdha.
Spero qualcuno si svegli. Oggi Caracciolo su Repubblica dava tema di aver capito.