Uno scienziato nucleare di una repubblica mediorientale va all’estero, pare per motivi religiosi. Rivela alcuni segreti sui programmi nucleari del proprio paese. Viene rapito. Poi riappare nel suo paese.
E cosa succede?
L’editor di una casa editrice di gialli e intrighi internazionali potrebbe sbizzarrirsi sugli sviluppi (come fece già Hitchcock).
Ad esempio: chi l’ha rapito? Ha parlato spontaneamente o è sato costretto? E una volta rientrato verrà considerato un traditore o verrà perdonato? E cosa ha detto veramente?
La realtà spesso supera la fantasia, si dice. E questa storia in effetti è successa già due volte.

Non voglio fare il Lucarelli della situazione, questa storia potete leggerla on-line digitando su un motore di ricerca i nomi dei protagonisti. Qui ne faccio un riassunto un po’ da fiction.

IL FILM
La prima volta è stato nel 1986.
Mordekhay Vanunu, israeliano sefardita nato in Marocco, lavora come tecnico nella centrale nucleare di Dimona, deserto del Negev, nel sud di Israele. Forse per una crisi spirituale lascia il proprio paese per il Nepal, l’Indocina, l’Australia e infine Gran Bretagna. Lì rivela a un giornale inglese che il suo paese sta sviluppando un programma per la costruzione di bombe atomiche, e disporrebbe già di non meno di 150 testate nucleari (ovviamente Israele può farlo, non avendo sottoscritto alcun trattato di non proliferazione).
A quel punto Vanunu non ha alcuna intenzione di tornare a casa.
Poi incontra una donna, si frequentano, forse s’innamorano, decidono di fare una vacanza a Roma.
E qui viene rapito.
E riportato in Israele. Perché la donna, era in realtà un’agente speciale.
E lì viene processato per aver rivelato segreti importanti e per tradimento. 18 anni di carcere di cui 11 scontati (inclusi 5 di isolamento) e ora in regime di semi-libertà.

IL REMAKE
La seconda volta succede nel 2009.

Shahram Amiri, scienziato nucleare iraniano, parte per l’Arabia Saudita, ufficialmente per compiere il pellegrinaggio. Ma giunto a Riyad scompare. Per mesi si rincorrono voci su che fine abbia fatto: voleva scappare dall’Iran e si è occultato o è stato rapito dalla CIA? Sta collaborando col nemico (l’America) o è vittima di una extraordinary rendition?
Appaiono dei video in cui Amiri, o uno che lo interpreta, accredita entrambe prima una poi l’altra versione. La stampa USA sostiene fosse un informatore dell’intelligence americana “estradotto” dall’Iran per evitare che venisse scoperto. E che avrebbe ricevuto un bel compenso per le informazioni fornite agli USA sul programma nucleare iraniano.
Fatto sta che il 15 luglio 2010 gli USA (il governo USA) a Whashingotn lo consegnano a intermediari pakistani perché possa rientrare nel suo paese.
Al suo rientro (accoglienza calorosa) dichiara che effettivamente gli era stata offerta una ricompensa in cambio di informazioni, ma che lui non ha detto niente.

Come vedete le storie sono un po’ diverse, molte cose sono ancora da chiarire e alcuni finali ancora da scrivere.

Ma il punto cruciale secondo me è questo: il protagonista in realtà non è lo scienziato nucleare, bensì i “segreti” che può rivelare. E a questo punto mi domando: Vanunu e Amiri avevano qualcosa da rivelare? E le loro rivelazioni sono attendibili?

D

https://in30secondi.altervista.org/wp-content/uploads/2010/07/l03.jpghttps://in30secondi.altervista.org/wp-content/uploads/2010/07/l03-150x150.jpgdarmiusIn 30 secondibomba atomica,iran,israele,Mordekhay Vanunu,nucleare,Shahram Amiri
Uno scienziato nucleare di una repubblica mediorientale va all'estero, pare per motivi religiosi. Rivela alcuni segreti sui programmi nucleari del proprio paese. Viene rapito. Poi riappare nel suo paese. E cosa succede? L'editor di una casa editrice di gialli e intrighi internazionali potrebbe sbizzarrirsi sugli sviluppi (come fece già Hitchcock). Ad esempio:...