Sembra proprio che il Ministro per l’integrazione e la cooperazione, Andrea Riccardi, abbia intenzione di riprendere le fila del tortuoso cammino della Repubblica italiana verso un progetto di “integrazione” delle realtà religiose non ancora dotate di un Protocollo d’intesa, o di un qualunque altro inquadramento giridico con lo Stato,  nel tessuto della società italiana.

Roma, 16 marzo 2012 – L’Italia non ha ancora un proprio modello per l’integrazione degli immigrati nella societa’, e ne e’ alla ricerca.

E’, in sintesi, quanto ha affermato il ministro per l’Integrazione, Andrea Riccardi, durante un convegno su “Etica e immigrazione”.

“Finora – afferma – abbiamo inquadrato l’argomento come ‘emergenza’. Altri paesi come la Francia o la Gran Bretagna hanno da tempo un proprio modello, anche se nel primo caso non sembra funzionare bene, come si e’ visto dalla rivolta delle banlieues qualche anno fa”, mentre sembra andare meglio in Gran Bretagna, “con il modello derivato dal Commonwealth”.

L’Italia dunque lavorera’ “ad un proprio modello per l’integrazione”, e uno dei primi passi sara’ l'”inaugurazione, insieme al ministro Cancellieri, della Consulta su religioni e integrazione, lunedi’ prossimo”. Riccardi insiste sulla creazione di un’identita’ nazionale italiana come “necessaria per la comprensione delle altre culture e dunque l’integrazione”. Infine, un accenno alla concessione della cittadinanza ai bambini figli di stranieri ma nati in Italia: “non e’ nel programma del governo, ma il problema va affrontato: se non altro, per chiarezza”. (fonte)

Si riapre, dunque, l’infinita partita giocata da quelle organizzazioni che, in Italia, affermano a torto o a ragione di rappresentare i musulmani in Italia.

Si riapre in continuità con il passato: parliamo di una Consulta che, lo dice la parola, ha un ruolo consultivo e si richiama in questo alla Consulta per l’islam in Italia, laddove la precedente iniziativa del Governo Berlusconi avevamo un semplice Comitato per l’islam italiano dai caratteri fortemente islamofobi.

«Presso il ministero dell’Interno era organizzata una consulta per l’Islam italiano», ha detto Riccardi nel corso di un’audizione al Comitato parlamentare Schengen. «Io – ha proseguito – vorrei chiedere alle autorità islamiche, ma anche alle autorità ortodosse, protestanti, sikh, induiste, ebraiche e buddiste di riunirsi in modo informale per studiare come preservare l’identità religiosa ed essere al tempo stesso agenti di integrazione». (fonte)

La nuova Consulta su religioni e integrazione non fa dunque esplicito riferimento all’islam ma è chiaro che si occuperà molto di islam, essendo l’islam una religione ormai ben radicata nel panorama italiano che non è mai stata fatta oggetto in Italia di un Protocollo di intesa o di qualcosa di simile.

Vedremo come si muoverà Riccardi, che intenzioni ha. Gli ricordo, soltanto, che come aveva già intuito Giuliano Amato, non v’è percorso di integrazione della realtà islamica in Italia senza una legge di cittadinanza decente.

Comunque siamo già alla campagna acquisti. Con soddisfazione l’UCOII, cioè l’Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia, ovvero quella organizzazione che era stata esclusa dal Comitato, annuncia di essere stata invitata da Riccardi.

Ciò, inevitabilmente, scatenerà le ire dei soliti noti, che invece del Comitato erano soddisfattissimi: fra gli altri cito volentieri Souad Sbai e i suoi sodali, Daniela Santanchè e le sue truppe, Magdi Cristiano Allam e il suo micropartito crociato.

Loro rinverdiranno le accuse di terrorismo ai loro vecchi nemici, immagino.

Si balla, insomma.

In chiusura consiglio la lettura di un mio vecchio post: “Islam europeo, prima capiamo cos’è” e dello studio ivi descritto, che potete trovare qui. Vi si parla della reale rappresentatività delle organizzazioni islamiche in Europa.

E mi permetto di rinnovare al Ministro l’invito a “farci tre leggi“:

  1. una legge ragionevole sulla cittadinanza (ad esempio la Sarubbi-Granata, anche se si potrebbe fare di meglio) che abolisca il concetto di jus sanguinis, lo sostituisca con lo jus soli e renda immediatamente italiani tutti i nati in Italia che ancora non hanno ricevuto la cittadinanza;
  2. una legge quadro sulle libertà religiose che tuteli: “le esigenze religiose delle persone umane e dei gruppi di loro aggregazione, di qualsiasi entità, consistenza, radicamento sociale, non delle sole confessioni religiose, non solo di quelle più influenti e non solo da pretesi statuti personali, quali dovrebbero discendere direttamente dalle relazioni contrattate a livello di Governo, ma per disposizioni generali ed astratte, valide per tutti i soggetti collettivi a carattere religioso”. (vedi questo post);
  3. una legge sulle migrazioni che abolisca le precedenti mostruosità e riporti il discorso almeno al 1990 (legge Martelli).
Lorenzo DeclichIn 30 secondicomitato per l'islam italiano,consulta per l'islam in italia,consulta su religioni e integrazione,giuliano amato,islam,italia,magdi cristiano allam,suad sbai,ucoii
Sembra proprio che il Ministro per l'integrazione e la cooperazione, Andrea Riccardi, abbia intenzione di riprendere le fila del tortuoso cammino della Repubblica italiana verso un progetto di 'integrazione' delle realtà religiose non ancora dotate di un Protocollo d'intesa, o di un qualunque altro inquadramento giridico con lo Stato, ...