Il 6 febbraio scorso, a tre giorni dal ritrovamento del corpo di Giulio Regeni, ho scritto un articolo per Vice, che i redattori della testata hanno titolato efficacemente “Cose che non possiamo più ignorare dopo la morte di Giulio Regeni“.

Raccontavo principalmente la ricezione della notizia nei media italiani, i paralleli indebiti che si facevano, l’impreparazione di tanti, i silenzi sull’Egitto che quel fatto aveva messo in luce.

Dieci giorni dopo, il 16 febbraio, ho pubblicato su Giap un secondo articolo sulla vicenda – “Nessuno tocchi il Pinochet d’Egitto, ovvero: fuffa e depistaggi sulla morte di Giulio Regeni“. In quel pezzo andavo più a fondo su altri temi, collegati ai primi: i depistaggi egiziani, il complottismi italiani (più o meno “interessati”), gli interessi italiani in Egitto, la realpolitik italiana.

Il 3 marzo ho ricevuto una proposta. L’editore Alegre chiedeva se fossi interessato a espandere e approfondire tutti questi argomenti in un libro. Ho accettato, e ho anche ritenuto che il libro dovesse uscire il prima possibile.

Come scrivo nell’introduzione già al tempo avevamo “tutti gli elementi sufficienti per trarre alcune conclusioni o formulare alcuni giudizi che non cambieranno”.

“Tirare queste conclusioni”, proseguo, “è già di per sé utile ma – a mio parere – andava fatto al più presto perché prima il depistaggio, poi la macchina del fango, poi il processo di insabbiamento, così come lo stesso concentrarsi sul bisogno di una verità che <<faccia giustizia>>, rischiano di oscurare alcune pressoché definitive constatazioni riguardo a chi e perché porta le responsabilità di ciò che è successo a Giulio Regeni”.

L’8 marzo ho iniziato a scriverlo e l’ho terminato la seconda settimana di aprile. Ne potete leggere le prime pagine qui.

Con questo libro ho voluto dare un contributo di conoscenza, quella che, con tutti i limiti del caso (cioè una scrittura “veloce”), sono riuscito a mettere insieme. Un qualcosa che serva a non dimenticare i fondamentali di questa storia, dei quali sappiamo già tutto. Se dovessi iniziare oggi a scriverlo non cambierei una virgola.

E’ un libro che ho scritto in autonomia, indipendentemente da ciò che Amnesty e la famiglia Regeni e i suoi avvocati stanno facendo per avere verità e giustizia. Non ho chiesto la loro approvazione, né il loro supporto: la responsabilità di ciò che vi è scritto è solo mia.

Trovate una presentazione del libro qui. E’  già in libreria.

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Il 6 febbraio scorso, a tre giorni dal ritrovamento del corpo di Giulio Regeni, ho scritto un articolo per Vice, che i redattori della testata hanno titolato efficacemente 'Cose che non possiamo più ignorare dopo la morte di Giulio Regeni'. Raccontavo principalmente la ricezione della notizia nei media italiani, i...