Il pellegrinaggio ai tempi dell'influenza A
C’è un evento che capita più o meno ogni anno e che riunisce nello stesso luogo una massa di persone senza pari (intorno ai 3 milioni): il pellegrinaggio alla Mecca.
Senza dilungarsi in spiegazioni – che trovate tranquillamente su wikipedia – segnalo che il livello di promiscuità durante il hajj è altissimo e che quindi si rischia un’ondata assolutamente inconsueta di infezioni da influenza A.
E teniamo conto che molti pellegrini sono vecchi e malati: visto che nell’islam il pellegrinaggio è uno dei pilastri della fede e lo si prescrive almeno una volta nella vita, chi è in fin di vita cerca di eseguirlo se non lo ha ancora fatto.
Le autorità saudite, per quanto ne so, hanno assunto i seguenti blandissimi atteggiamenti:
- consigliano a vecchi e donne gravide di non compiere il pellegrinaggio
- dicono che comunque non rimanderanno a casa nessuno nei giorni del pellegrinaggio
- chiedono agli altri paesi di avere una politica riguardo a chi spedire alla Mecca e chi no
Qui c’è una lista di precauzioni prese da alcuni paesi: si rischia il flop.
Probabilmente a causa di questa situazione, e probabilmente a causa di interessi economici inconfessabili, qualcuno in Arabia Saudita ha gridato al complotto.
L’influenza A non esiste, ha detto Saleh bin Muhammad al-Luhaydan, Presidente del Supremo Consiglio Giudiziario saudita.
Davvero responsabili questi sauditi. Sono davvero adatti a ricoprire il ruolo dei custodi dei luoghi santi.
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