La notizia non è che faranno un film su Muhammad. E neanche che in tutto il film Maometto non verrà inquadrato in segno di rispetto nei confronti dei precetti religiosi che vietano sua la raffigurazione.

Queste due cose sono già avvenute nel 1976, con il film Muhammad, the Messenger of Allah di Mustafa Akkad, con Antony Quinn e Irene Papas (fra gli sceneggiatori figura anche Tawfiq al-Hakim).

al-Risala

La notizia non è nemmeno che il film costerà 150 di dollari – tutto sommato non molto, visto l’argomento.

La notizia è che

  1. il film sarà prodotto da Barrie Osborne (Matrix, Il Signore degli Anelli) insieme alla Alnoor Holdings di Doha
  2. il consulente tecnico-scientifico per il film sarà Yusuf al-Qaradawi, cioè a dire un antisemita e un conflittore di civiltà di stanza in Qatar che dirige una popolare trasmissione sulla televisione satellitare al-Jazeera.

Ora mi chiedo: che pubblico avrà questo film?

Tutti i musulmani, afferma Ahmed al-Hashemi, presidente della Alnoor Holdings:

There are more than 1.5 billion Muslims worldwide and Islam is the fastest growing religion in the world. The story of the Prophet has great contemporary relevance for Muslims and non-Muslims alike and Alnoor is delighted to announce it as our first project (fonte).

Interessante. Interessante anche che questa Alnoor holdings è nata formalmente pochissimi giorni fa:

to produce international films in English appealing to both Muslim and non-Muslim audiences (fonte).

Un’operazione di mercato, dunque?

Osborne commenta:

I am inspired by this opportunity to bring such epic entertainment to the world and excited by the chance to inspire and enlighten by bringing the story of one of history’s greatest figures to audiences around the world (fonte)

Ma soprattutto:

an international epic production aimed at bridging cultures. The film will educate people about the true meaning of Islam (fonte)

Il vero significato dell’islam? Il ponte fra culture? Con al-Qaradawi? Ma perfavore.

L’operazione al-Qaradawi serve solo per tenersi buono un certo pubblico. Solo per fare in modo che i cinema non vengano presi d’assalto da torme di kamikaze. Bensì da consumatori di popcorns, gadgets e altre monnezze.

Altro che “vero significato dell’islam”. Qui c’è di mezzo il denaro e quindi ci si mette al riparo, al di là del messaggio che il film darà.

L’islamercato ha le sue regole. E i suoi guardiani.

Lorenzo DeclichIslamercatoal-qaradawi,alnoor holdings,antisemitismo,antony quinn,cinema,doha,hollywood,irene papas,islam,muhammad,mustafa akkad,tawfiq al-hakim
La notizia non è che faranno un film su Muhammad. E neanche che in tutto il film Maometto non verrà inquadrato in segno di rispetto nei confronti dei precetti religiosi che vietano sua la raffigurazione. Queste due cose sono già avvenute nel 1976, con il film Muhammad, the Messenger of...