E’ ovvio che a questo punto la blogosfera si colorerà del termine “ipocrisia”.

Dopo la frase sulla pedofilia di Maometto saranno in moltissimi a dire che la Santanché ha ragione, che quella di cui ha parlato è una “verità storica”. Che chi non lo riconosce è un ipocrita.

Chi farà notare che nel 622 d.c.  un matrimonio del genere era normale verrà accusato di relativismo.

Fuoco e fiamme.

Qualcuno minaccerà di morte la Santanché. Qualcuno dirà che Cristo era un puttaniere. Qualcun altro ricorderà il meretricio che albergò per secoli in Vaticano.

Insomma un carnaio che non dice di sé altro se non “lanciamoci invettive a vicenda” e che ha come unico risultato una lista della spesa lunga centinaia di pagine.

Io faccio notare che il termine pedofilia compare nella lingua italiana nel 1935. In Italia, dunque, la percezione della pedofilia è di circa 1300 anni posteriore a Maometto. Chissà cosa è successo prima che quella sensibilità nascesse.

Mi limito poi a rilevare che per pedofilia si intende “una deviazione sessuale in cui si manifesta un interesse erotico per fanciulli impuberi maschi o femmine, talora limitato al desiderio o al tentativo di seduzione, oppure unito a esibizionismo, a sadismo, a feticismo” (Grande dizionario della lingua italiana Utet), non “il matrimonio di un cinquantenne con una bambina nel VII secolo dopo Cristo”, e cioè ciò che le cronache ci riportano.

Noi, seppure volessimo metterci a studiare l’argomento scientificamente – cosa a dire il vero un po’ noiosa – non potremo mai sapere se Maometto era pedofilo. Così non potremo mai sapere se Cristo ebbe dei figli, se Budda lavava i piatti, se Ezechiele cucinava bene.

Non è questione di ipocrisia. E’ questione di malafede.

Lorenzo DeclichLe destre e l'islamScomposte invettiveblogosfera,budda,daniela santanchè,ezechiele,islam,italia,muhammad,pedofilia,relativismo,vaticano
E' ovvio che a questo punto la blogosfera si colorerà del termine 'ipocrisia'. Dopo la frase sulla pedofilia di Maometto saranno in moltissimi a dire che la Santanché ha ragione, che quella di cui ha parlato è una 'verità storica'. Che chi non lo riconosce è un ipocrita. Chi farà notare...