Gesù è davvero morto sulla croce? In questa domanda è racchiuso il punto “cruciale” dell’incompatibilità teologica fra islam e cristianesimo.

Tutto il resto, di cui si riempiono le bocche in molti, è aria fritta: islam maschilista e violento vs cristianesimo femminista (!) e pacifista (!), islam intollerante vs ebraismo tollerante (!)…

Per dirla in 9 secondi: si tratta di aspetti e/o atteggiamenti culturali riferibili a delle società piuttosto che a delle religioni, le quali ultime – non si smetterà mai di dirlo – sono monoteiste ma non monolitiche, ed anzi hanno tutte la capacità di assorbire e riflettere le culture delle differenti società nelle quali vengono professate.

Ma Gesù è veramente morto sulla croce?

La risposta a questa domanda distingue il cristianesimo dall’ebraismo e dall’islam (cfr. ad es. Corano: IV 157).

Come si sa l’islam riconosce Gesù come profeta ma non come figlio di dio o persona trinitaria, e quindi non ne ammette la morte sulla croce e la resurrezione, ma solo l’ascensione (per inciso su tali questioni cristologiche anche la chiesa cristiana si divise spesso in tempi antichi).

Ed è proprio per questo che la croce, anzi il crocifisso, con tanto di raffigurazione plastica dell’esatto momento della morte di Gesù (un’immagine che per altro oltrepassa i limiti e i tabù di qualsiasi fascia protetta), posto in luoghi pubblici che per definizione dovrebbero essere laici, potrebbe dare fastidio ai non cristiani e ai musulmani in particolare.

Un’icona della Vergine con bambino o anche la raffigurazione di un Cristo Pantokrator, un pesce o ancor meglio un’Ascensione, molto probabilmente non provocherebbero la stessa reazione, al contrario sarebbero non tanto “islamicamente corrette”, ma soprattutto immagini iconograficamente positive: è più “positiva” una madre con bimbo che un torturato moribondo (ma vi sono implicazioni teologiche).

Detto questo, restano le seguenti domande: quando è nato in Italia l’uso di porre un crocifisso nei luoghi pubblici? A che scopo (apotropaico, beneaugurante o cosa)? E soprattutto: perché il crocifisso e non per l’appunto una Madonna con bambino, come invece si faceva sopra il letto matrimoniale?

Quest’ultima domanda nasconde una sottigliezza importante per chi voglia tentare di darmi una risposta: la distinzione iconologica fra semplice croce e crocifisso.

Comunque: alla prima domanda risponde (male) wikipedia.

La seconda potrebbe trovare risposta nei volumi di Clara Gallini: “Croce e delizia. Usi abusi e disusi di un simbolo”, Torino, Bollati Boringhieri 2007, e “Il ritorno delle croci”, Manifestolibri 2009, (ma non li ho letti).

Per la terza non saprei proprio a chi rivolgermi.

In ogni caso sembra che tale pratica non possa essere anteriore alla nascita dello Stato Italiano (1859-1861). Dunque, una “tradizione” su cui si può discutere, avendo radici non proprio profondissime…

D.

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