Sergio Luzzatto interviene su il Sole 24 ore sull’argomento islam in Europa con un articolo dal titolo: “Quella fobia chiamata Eurabia” (fonte).

Il pezzo è misurato. Vi si passano in rassegna alcune delle fobie fomentate in questi ultimi anni da diversi conflittori di civiltà.  Fobie che poi si trasformano in scomposte invettive.

L’articolo termina così:

Oriana Fallaci è morta. La paranoia dell’Eurabia non è morta con lei, perché dietro quella paranoia vive una realtà. L’immigrazione di massa esiste davvero. Il differenziale delle curve demografiche esiste davvero. Il contrasto fra una visione secolare del mondo e una visione religiosa esiste davvero. Il problema d’integrare comunità renitenti esiste davvero. Insomma esiste davvero – anche se dispiace definirla così – una “questione musulmana” in Europa, e non è rifiutando di ammetterlo che si può sperare di risolverla.

Ora: io sto ancora cercando uno che rifiuti di ammettere che esiste una questione musulmana in Europa. E se qualcuno me lo indica mi fa un piacere.

Chi sono questi negatori, Sergio?

Allo stesso tempo penso che se si evocano spettri gli spettri si materializzano. Vedi Joseph McCarty.

Fabbricare nemici non è un’ottima idea : avremmo bisogno di un islam europeo foriero di libertà e democrazia nel mondo ma non facciamo nulla per contribuire a costruirlo ed anzi lo esponiamo alle aggressioni esterne, come se il tutto non ci riguardasse.

Il problema, insomma, è come questa questione musulmana viene posta. Perché finché avremo la trave del conflitto di civiltà nell’occhio tenderemo a semplificare in base a uno schema una questione che invece è complicatissima e va affrontata con gli strumenti complicatissimi che richiede.

Alcuni spunti di riflessione:

  1. è bene avere presente i diversi approcci giuridici alla questione, che determinano in molti casi modificazioni rilevanti negli atteggiamenti e nei comportamenti dei musulmani in Europa. La tradizione giuridica francese ad esempio che “derubrica” spesso l’appartenenza religiosa, produce esiti molto diversi da quella del Regno Unito, che tende a riconoscere diritti speciali per le diverse comunità (in questo contesto l’Italia non è pervenuta, o è pervenuta male).
  2. bisogna ragionare sulla provenienza degli immigrati prima di ragionare sulla loro appartenenza religiosa. Esempio: il fatto che in Italia vi sia una comunità marocchina molto articolata e in Germania una comunità turca altrettanto sviluppata non è un particolare da poco. Implica un diverso modo di affrontare non solo la religione, ma anche la democrazia. Far questo non significa ignorare la “questione islamica” o ridurla a un semplice faccenda di rapporti bilaterali, bensì affrontarla in maniera più piena, ragionando a fondo sulle identità e sulle appartenenze dei residenti e/o dei cittadini musulmani, anche di seconda e terza generazione. Il ché aiuterebbe anche a capire quali siano le vere intromissioni e manomissioni identitarie (si vedano al riguardo questo articolo e quest’altro) perché, fra le altre cose, c’è chi – dentro e fuori l’Europa – con il brand “islam” ci fa una montagna di soldi.

In definitiva: è necessario riflettere sui concetti di identità e appartenenza in maniera meno naïve.

Le identità e le appartenenze sono entità mobili – spesso incerte – che nell’arco della vita degli individui cambiano: sfumano con altre, si radicalizzano, mutano completamente in base a ciò che succede. E non parlo solo dei musulmani, ma di tutti noi.

Questo non è il luogo di una discussione scientifica e quindi, per esemplificare, inserisco 2 o 3 foto:

Allo stadio

Gabriele Torsello

Bagnina australiana

Per chiudere cito 2 o 3 dei tanti studi che sarebbe il caso di leggere, e discutere:

  1. Muslims in Europe: A Report on 11 EU Cities;
  2. Europe: Integrating Islam;
  3. The Ideological Hybridization of Jihadi Groups.

Ciao Sergio.

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Sergio Luzzatto interviene su il Sole 24 ore sull'argomento islam in Europa con un articolo dal titolo: 'Quella fobia chiamata Eurabia' (fonte). Il pezzo è misurato. Vi si passano in rassegna alcune delle fobie fomentate in questi ultimi anni da diversi conflittori di civiltà.  Fobie che poi si trasformano in...