Aiutoaiuto, arrivano gli islamocomunisti
La questione dei convertiti italiani è da sempre spinosa.
Come ho già scritto, logica vuole che il convertito sia anche fanatico.
E’ logico, anche, che persone malate di fanatismo trovino in una conversione quello che cercano.
Oggi il mio reader ha mandato questo titolo:
Gli islamici più pericolosi? I comunisti italiani convertiti
Senza entrare nei dettagli dell’articolo dirò che si nominano Pasquini, Piccardo, Smith, Zucchi, Camilletti e Schutz: gente ben conosciuta e in pista da almeno 20 anni.
E dirò anche che, se volessi fare l’invettivologo, titolerei:
I popolodellalibertisti più pericolosi? I comunisti italiani convertiti
Citando Bondi, Ferrara, Frattini, Micciché, Pecorella.
La conclusione, sillogistica, è pura acqua calda: in Italia i comunisti in erba sono spesso dei fanatici.
https://in30secondi.altervista.org/2010/01/15/aiutoaiuto-arrivano-gli-islamocomunisti/Le destre e l'islamScomposte invettiveazzollini,borghini,brandirali,camilletti e schutz,caprara,comunisti,convertiti,Ferrara,franco frattini,islam,italia,Maiolo Antonella,Maiolo Tiziana,Micciché,Pasquini,Pecorella,Piccardo,sandro bondi,smith,succhi
A conferma della sciocchezza insita nell’articolo che hai linkato ti segnalo che Piccardo è vicino al cdx. Alle ultime elezioni comunali di Imperia suo figlio doveva far parte della lista del sindaco PDL (ex AN). È stato escluso all’ultimo momento a causa di un veto leghista.
Era vera quella diceria di Cat Stevens/Yusuf Islam che aveva trovato perfettamente congrua la fatwa lanciata contro Salman Rushdie per i “Versetti satanici”? Sarebbe in linea con il trend convertito/fanatico…
Ouch 2.0. Mi trovi impreparato… Farò un po’ di webcrawling…
Bene, c’è qualcosa su wikipedia inglese, niente di più semplice… Secondo me la verità sta nel mezzo. Cat Stevens aveva detto cose un po’ forti sulla vicenda, all’interno di un dibattito. Alcune frasi, estrapolate dal contesto, suonavano ancora più forti. Ciò ha dato fiato alle trombe degli accusatori e ha messo Cat Stevens sulla difensiva.
Non so dire se Cat Stevens davvero pensasse che Salman Rushdie dovesse essere ucciso o meno. So che in seguito, in buona o in cattiva fede non ci è dato di sapere, si è adoperato in tutti i modi per sconfessare il senso comune ormai consolidato su di lui.
In termini generali: già il fatto di cambiar nome – un elemento niente affatto obbligatorio per chi si converte all’islam – indica una forte volontà di cambiare identità. E coltivare una nuova identità implica, spesso, una negazione della precedente, cosa che molto spesso viene vissuta come un rifiuto tout court del proprio passato.
Diciamo che i convertiti, e non potrebbe essere diversamente, vivono la nuova identità religiosa in maniera “integrale” (e solo talvolta “integralista”), sono fra coloro che – per forza di cose – dimostrano maggior fervore religioso.
Vedi ad esempio, in campo cattolico, un Magdi Cristiano Allam…
Il discorso si complica se prendiamo in considerazione la situazione di provenienza e quella d’arrivo del convertito. Ovvero da dove il convertito parte (ad esempio una vita dissoluta nel varesotto) e dove arriva (ad esempio presso una piccola scuola coranica di uno sperduto e poverissimo villaggio del Hadramawt, in Yemen).
Se poi parliamo di convertiti occidentali trovo non secondario in questo contesto l’elemento dell’esotismo della religione di arrivo (è suggestivo reinventarsi sikh e andare a vivere in Kashmir, ad esempio) così come la percezione che fuori dall’occidente si viva con maggiore partecipazione il proprio lato spirituale.
Tutto ciò, ovviamente, attira quelle personalità che definirei “fanatiche”, ovvero tendenti ad affiliarsi a una causa “forte”.
Sui convertiti bisogna dire una cosa di carattere strettamente psicologico.
In genere la religione la si acquisisce inconsapevlmente al momento della nascita (o dell’imposizione del nome), è cioè imposta dai genitori e dall’ambiente in cui si vive.
Convertirsi in età matura invece implica una scelta razionale (!?), un atto di volontà, cui si arriva in genere dopo il superamento (!?) di una una situazione complessa e/o problematica, in cui la ricerca di risposte è elemento fondamentale.
Una tale scelta, un tale atto di volontà sarà dunque particolarmente inossidabile a qualunque “critica pura”, esattamente come i dogmi che la sostengono.
Sull’esoticità delle risposte che si trovano alle domande, segnalo questo articolo sul magnifico blog di Kelebek:
http://kelebek.splinder.com/post/21921787/Lo+sciamano+Francesco%2C+lo+scia