Mi sono divertito a collezionare pezzi riguardanti la mai emanata fatwa contro Facebook: sono qui

Leggerne i contenuti, sapendo che si tratta in sostanza di commenti su una cosa inesistente, è un buon esercizio sul tema “la rabbia e l’orgoglio”.

Da quanto osservo i memi più virali sono certamente la notizia del TGCom e quella de “La Stampa“.

Non ho segnalato le smentite che comunque numericamente sono molto poche.

Il pezzo più interessante, dal punto di vista metamediale è questo dell’ANSA, dal titolo: “Fatwa contro Facebook? Coro di no dai giovani musulmani”.

E’ arrivata la smentita di al-Azhar ma ormai l’articolo – tutto improntato sui commenti relativi alla sua emanazione – è pronto quindi, per non buttare tutto all’aria, bisogna trovare un escamotage che agganci la non-notizia al lavoro di ricerca effettuato.

Il lavoro di ricerca è consistito nel raccogliere le lamentele dei “giovani musulmani” al riguardo della fatwa, come se questo nonprovvedimento interessasse tutto l’islam, dal Marocco all’Indonesia, e non – al limite – soltanto l’Egitto.

Ecco la struttura dell’articolo:

  1. ripetizione della non-notizia, che contiene lo stesso errore iniziale, ovvero vi si cita una fonte “al-Quds al-arabi” che non è la fonte originale (la vera fonte è questa e viene dal Qatar);
  2. report sulla smentita, piena di frasi al condizionale
  3. interviste a questi giovani musulmani che vogliono la libertà
  4. chiusura

La chiusura funziona così: secondo l’ANSA le autorità egiziane tengono da tempo sotto osservazione FB perché rappresenta un momento di libertà di espressione e di organizzazione.

In questo contesto si cita anche il movimento 6 aprile (leggi questo interessante articolo di Wired italia):

circola voce non confermata che più volte [le autorità egiziane] avrebbero valutato l’ipotesi – come è accaduto in Iran – di chiudere l’accesso al sito. Specie a seguito delle manifestazioni organizzate dal movimento “6 Aprile”, nel 2008 contro la chiusura di una fabbrica, che radunarono 70.000 persone nel nord dell’Egitto, violando la legge d’emergenza del 1981 emessa dopo l’assassinio di Sadat, che proibisce raduni non autorizzati.

Cosa ci vuole dire l’ANSA? Che le autorità egiziane e sheykh al-Atrash, ovvero lo pseudo-emanatore della fatwa, sarebbero in combutta, o che le autorità egiziane avrebbero messo in bocca ad al-Atrash cose che al-Atrash non voleva dire passando per un giornale del Qatar? No, non può essere, è ridicolo.Tanto più che:

nel 2007 fu proprio lo sheikh Al Atrash ad emettere una fatwa che autorizzava le donne a picchiare i mariti che le maltrattano.

Quindi? quindi niente: l’articolo è assolutamente scoordinato. Ci spiega male sette cose diverse.

Grazie ANSA.

Lorenzo DeclichDoppio veloal-atrash,ansa,arabianbusinnes.com,egitto,facebook,fatwa,la stampa,movimento 6 aprile,musulmani,sadat,tgcom
Mi sono divertito a collezionare pezzi riguardanti la mai emanata fatwa contro Facebook: sono qui Leggerne i contenuti, sapendo che si tratta in sostanza di commenti su una cosa inesistente, è un buon esercizio sul tema 'la rabbia e l'orgoglio'. Da quanto osservo i memi più virali sono certamente la...