Cosa pensano in America?
Visto che Lorenzo mi ha invitato, scrivo qui delle osservazioni che mi sembrano da 30 secondi.
Capito per caso su questa notizia.
Si tratta di un sondaggio che dovrebbe essere stato commissionato da ambienti vicini all’amministrazione Obama sulla percezione dell’Islam negli Stati Uniti.
I risultati sembrano interessanti.
Senza che questa sia una sopresa per nessuno, i pregiudizi verso l’Islam sono molto più diffusi di quelli verso qualsiasi altra fede religiosa, ma non tanto quanto si potrebbe pensare: 43% per cento, nonostante tutto. Secondo me in alcuni posti dell’Europa andrebbe peggio.
Invece è una sorpresa, almeno per me, che questi pregiudizi siano fortemente legati a quelli antiebraici: nonostante tutto il delirio eurabista e “Israele da difendere”, gratta gratta è sempre il buon vecchio antisemitismo occidentale a colpire ancora, e ad applicarsi (come nelle sue formulazioni originarie, ottocentesche) all’ebraismo e Islam assieme.
I musulmani non sono odiati in quanto nemici degli Ebrei d’Israele, ma in quanto loro cugini?
Altra cosa interessante. Chi frequenta di più le funzioni religiose ha meno probabilità di avere pregiudizi anti-islamici. La cosa influisce ancora più del fatto di conoscere personalmente dei musulmani.
La cosa potrebbe stupire meno pensando al ruolo della pratica religiosa nell’Islam, che potrebbe insospettire parecchi “biechi illuministi” e probabilmente è più comprensibile a chi è praticante di un’altra religione.
Però negli anni scorsi si fece molto negli USA (e in Europa) per premere sul pedale dello scontro interreligioso; molte chiese, tra cui quella cattolica (che è anche negli Stati Uniti quella della maggioranza relativa della popolazione) si sono prestate abbastanza malvolentieri a questo gioco. Evidentemente ha funzionato pochino.
Teniamo presente che a quanto pare il sondaggio si focalizzava sugli aspetti religiosi, trascurando concetti come etnia, razza etc.
La terza cosa è che gli americani sono male informati. Ma questo probabilmente lo si sapeva già. :)
https://in30secondi.altervista.org/2010/02/11/cosa-pensano-in-america/Numeri e favoleamerica,islam
“Cattolici maggioranza relativa” lo dici perché scorpori i protestanti nelle varie sette? Perché se, come fanno in molti, aggreghi il dato, i protestanti sono in larghissima maggioranza
http://en.wikipedia.org/wiki/Religion_in_the_United_States
Per il resto: qui se non altro c’è una sacca informata di dimensioni rispettabili. Il giornalista medio italiano saprà in che cosa consista essere sunnita o sciita? Se lo sa, lo comunica mai? Qui, la mia impressione è che chiunque faccia un servizio sul medio oriente ne abbia ben più che una vaga idea (anche se Bush li confondeva allegramente) e, quando l’occasione lo consente, lo spiega anche al pubblico.
Non so, a forza di stare qui non vedo una maggiore o minore ignoranza delle cose “dell’altro”, vedo una differenza nei punti di ignoranza. My unrequested 2 cents!
Stefano: suppongo che “qui” siano gli Stati Uniti.
Allora: ovviamente parlando di cattolici come maggioranza relativa contavo separatamente ogni singola chiesa, metodo che ritengo il più sensato. In fondo le chiese protestanti in generale SONO diverse, e parlare di calvinisti, luterani o anglicani (uso termini europei e cattolici, lo so, ma è per capirsi) fa abbastanza differenza.
Che gli americani sia poco e/o male informati lo sostiene la Mogahed, non io. Tuttavia combacia con quello che mi risulta da altre fonti. La situazione dell’informazione sull’Islam in Italia (ma direi dell’informazione in generale: quando leggo gli articoli scientifici dei quotidiani a volte rabbrividisco) è spesso pessima, e questo blog mi pare ne abbia parlato spesso.
Per rispondere alla tua domanda, non si può dare per scontato che un giornalista italiano sappia la differenza tra sunniti e sciiti, e quello che si trova al riguardo sui giornali è spesso confuso. Comunque la differenza tra sunniti e sciiti è una di quelle cose che in realtà sono molto difficili da spiegare in modo chiaro con modi e forme giornalistiche. Quella che di solito passa sulla stampa italiana è la spiegazione dell’origine storica della differenza, ma non basterebbe.
“vedo una differenza nei punti di ignoranza”
Questa è una cosa interessante. Ti andrebbe di esplicitare quali sono questi punti?
Stefano. La mission di “Tutto in 30 secondi” è proprio “rimettere le cose a posto”. Ma in 30 secondi, perché superata quella soglia il lettore/massmediaaddicted medio non ti segue più :-)
Il concetto di “differenza nei punti di ignoranza” è geniale, coglie esattamente uno dei problemi che abbiamo.
Tutti quelli che io chiamo “eurabisti, controjihadisti” etc., oltre ad avere una “mistica della guerra” (nel senso che si sentono in guerra anche se la guerra non c’è, forse perché non si sentono bene in un mondo non bipolare), basano i loro argomenti su un “punto di ignoranza” che non è zero. Articolano i loro ragionamenti su una conoscenza poco più che divulgativa, ma questo a loro è sufficiente per dire cose come: “non esiste un islam moderato” perché “nell’islam non c’è separazione fra politica e religione”.
E’ ciò che nella presentazione del blog chiamo “la ricaduta nella società dell’orientalismo colto”. Laddove “l’orientalismo” nel suo complesso è un qualcosa da rivedere, da rileggere in profondità.
Fra le ultime cose che mi sono capitate sotto mano c’è un libro intitolato “Holy Warriors: Islam and the Demise of Classical Civilization” in cui un giornalista (non uno studioso, tale John O’Neill) partendo da una lettura a dir poco sciatta di “Maometto e Carlomagno” di Henri Pirenne, sostiene: “In the West of Europe and in the East, in North Africa and the Middle East, Classical civilization came to an end in the mid-seventh century; and the reason for its demise can be summed up in one word: Islam.”
Stefano. La mission di “Tutto in 30 secondi” è proprio “rimettere le cose a posto”. Ma in 30 secondi, perché superata quella soglia il lettore/massmediaaddicted medio non ti segue più :-)
Il concetto di “differenza nei punti di ignoranza” è geniale, coglie esattamente uno dei problemi che abbiamo.
Tutti quelli che io chiamo “eurabisti, controjihadisti” etc., oltre ad avere una “mistica della guerra” (nel senso che si sentono in guerra anche se la guerra non c’è, forse perché non si sentono bene in un mondo non bipolare), basano i loro argomenti su un “punto di ignoranza” che non è zero. Articolano i loro ragionamenti su una conoscenza poco più che divulgativa, ma questo a loro è sufficiente per dire cose come: “non esiste un islam moderato” perché “nell’islam non c’è separazione fra politica e religione”.
E’ ciò che nella presentazione del blog chiamo “la ricaduta nella società dell’orientalismo colto”. Laddove “l’orientalismo” nel suo complesso è un qualcosa da rivedere, da rileggere in profondità.
Il fatto è che questa rilettura non la fa nessuno e c’è spazio per le interpretazioni più fantasiose, per non dire faziose, della storia e della società.
Fra le ultime cose che mi sono capitate sotto mano c’è un libro intitolato “Holy Warriors: Islam and the Demise of Classical Civilization” in cui un giornalista (non uno studioso, tale John O’Neill) partendo da una lettura a dir poco sciatta di “Maometto e Carlomagno” di Henri Pirenne, sostiene: “In the West of Europe and in the East, in North Africa and the Middle East, Classical civilization came to an end in the mid-seventh century; and the reason for its demise can be summed up in one word: Islam.”
Falecius: scusa, mi sono reso conto solo ora che il post non è di Lorenzo, che mi conosce (anche se non benissimo) da qualcosa come 25 anni (glab) e sa che abito negli Stati Uniti da qualche anno, quindi ho detto allegramente “qui” come se parlassi con lui. Ma per fortuna ci eri arrivato da solo :-). Differenza sui punti di ignoranza? Che dire, ad esempio l’americano medio delle aree costiere e colte – che degli altri non posso onestamente parlare, mancandomi la conoscenza diretta – mi sembra molto più informato di un italiano medio su fatti di paesi e culture esotici e lontani ma terribilmente a zero nella propria comprensione del fenomeno Europa, in teoria a lui molto più prossima. Comunque, quando chiedo se un giornalista medio italiano sappia la differenza fra sunniti e sciiti, non intendo se ne abbia digerito le profonde e complesse sfumature, ma proprio il banale fatto di tenere in considerazione la sunna o meno! Sarò pessimista…
Lorenzo: io ti sono grato per un blog che per ora riesco a seguire molto poco (non mi manca il tempo, proprio l’informazione, ma vedrai che a un po’ per volta…) Quello che so, anche da prima di iniziare a seguirti, è che capisco troppo poco di circa un sesto dell’umanità e che è il caso che mi ponga il problema. Credo che potrei essere una potenziale vittima dei fenomeni di cui parli, ma per fortuna c’è sempre una dose di santommasità che mi salva e mi porta, magari sempre in modo superficiale, a cercare di sentire almeno un po’ le altre campane. Apprezzo quindi moltissimo mission e relativa modalità di realizzazione! :-)