Sono giorni che seguo la crisi diplomatica Libia-Svizzera.

La cosa è iniziata molto tempo fa, nel luglio del 2008.

Non racconterò tutta la storia: un buon riassunto della vicenda lo trovate qui mentre la mia “rassegna stampa” è qui (purtroppo non in ordine cronologico).

In breve, però, voglio discutere del ruolo dell’Italia in questa vicenda.

Lo voglio fare solo perché dopo giorni di dichiarazioni frattiniane in cui si diceva più o meno “grazie al nostro intervento si sta risolvendo la crisi” – e fin qui si poteva anche abbozzare – oggi ho letto un articolo veramente impresentabile dal titolo: “Berlusconi telefona e convince Gheddafi” (qui).

Allora, ristabiliamo un qualche criterio di realtà, citando la chiusura del riassunto di cui sopra:

La potenza economica della Libia e le sue esportazioni di petrolio hanno indotto l’Unione europea a tentare un negoziato per ammorbidire lo scontro e, secondo i media elvetici, gran parte del risultato nella ‘mediazione’ è stato ottenuto dalla Germania, ovvero il mancato assalto all’ambasciata e la ‘liberazione’ di Hamdani e la detenzione del solo Göldi.

In questo inammissibile scontro diplomatico, originato dalla pretesa del figlio del dittatore libico di non essere punibile, il governo italiano si è distinto per l’appoggio offerto all’alleato Gheddafi.

Il ministro degli esteri Franco Frattini, infine, ha affermato in una conferenza stampa a conclusione di una riunione a Bruxelles: “Tutti hanno ringraziato il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi” che con il suo intervento sul leader libico Muammar Gheddafi “ha evitato che vi fosse un’esasperazione della situazione”.

La ‘rivelazione’ di Frattini non è stata ripresa dai media svizzeri, che invece attribuiscono alla Germania la paternità della soluzione della controversia e neppure citano il Cavaliere nei resoconti sulla vicenda.

Frattini, quindi, ha indirettamente confermato che tra gli ambasciatori europei che si erano recati per portare la loro solidarietà ai diplomatici elvetici ed ai due rifugiati a Tripoli non c’era un rappresentante italiano.

Sono davvero colpito dalla mollezza del giornalismo italiano.

Se tutta la stampa destrorsa e le agenzie erano lì a suggere pseudo-informazioni da Frattini&co. (l’unica eccezione – un trafiletto – è qui) anche un giornale come Repubblica – che avrebbe potuto affondare – ha lasciato il campo quasi subito (leggi qui).

Farsa nella farsa: dopo le dichiarazioni frattiniche sul fatto che “il problema dei visti” agli italiani era risolto ancora ieri la Libia ha continuato a respingere italiani (siamo a 37, vedi nella rassegna).

Risultati? Italibia – Europa 1-1

Nel ritorno del derby fra machos mediterranei, invece, Gheddafi straccia Berlusconi 3 a 0, lasciando il campo fra ali di folla acclamante.

Chiudo con questo interessante articoletto di Romagnaoggi.it (17 febbraio):

Per una strana ironia del destino, il convegno organizzato da Confindustria Ravenna sul tema “Libia, prospettive Mediterranee”, gia’ calendarizzato da tempo, si e’ svolto all’indomani dell’annuncio di Muammar Gheddafi di sospendere la consegna di visti di ingresso ai cittadini europei. Tuttavia, cio’ non ha impedito ai conferenzieri di sottolineare come la Libia sia “un Paese dalle grandi opportunita’ ”

Mentre nell’invito si menzionano “il ritrovato equilibrio internazionale” e “i rapporti con l’Italia vivacizzati dal trattato di Amicizia”, il presidente di Confindustria Ravenna, Giovanni Tampieri, nel suo intervento ricorda//
// che “abbiamo toccato con mano le potenzialita’ di sviluppo che ci sono oggi in Libia ed abbiamo deciso di avviare una massiccia iniziativa di penetrazione in quel Paese”.

Ma il vicepresidente nazionale di Confindustria, Cesare Trevisani, ha messo in guardia gli imprenditori: “Lo scenario libico presenta parecchi aspetti positivi e alcuni punti di debolezza”. Se e’ vero “dopo la visita della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia a Tripoli, ci sono stati alcuni incontri tecnici che hanno portato all’individuazione a Misurata dell’area dove insediare una zona franca e una zona industriale con notevoli vantaggi per le imprese italiane”, spiega Trevisani, e’ anche vero che “ci sono ancora alcuni punti deboli come il sistema e l’organizzazione sociale per cui il mio consiglio e’ quello di cercare di penetrare sul mercato libico coordinandosi con Confindustria e le altre istituzioni preposte”. (fonte)

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Sono giorni che seguo la crisi diplomatica Libia-Svizzera. La cosa è iniziata molto tempo fa, nel luglio del 2008. Non racconterò tutta la storia: un buon riassunto della vicenda lo trovate qui mentre la mia 'rassegna stampa' è qui (purtroppo non in ordine cronologico). In breve, però, voglio discutere del ruolo dell'Italia...