Tunisia vs Arabia Saudita 5-0
Freedom House secerne il suo secondo Women’s Rights in the Middle East and North Africa (qui)
La notizia principale è che, nonostante “the study indicates that a substantial deficit in women’s rights persists”, la situazione dei diritti delle donne in Medio Oriente e Nordafrica dal 2004 al 2009 è migliorata.
Ovviamente il rapporto è da leggere: qui non si può e non si vuole farne un sunto.
Segnalo qualche dato che mi ha colpito.
I parametri sui quali è stata condotta la ricerca sono 5:
- nondiscrimination and access to justice
- autonomy, security, and freedom of the person
- economic rights and equal opportunity
- political rights and civic voice
- social and cultural rights
In ognuno di questi parametri l’Arabia Saudita è all’ultimo posto e la Tunisia al primo: vorrà dire qualcosa?
Altro dettaglio, non trascurabile.
I paesi presi in considerazione sono:
Algeria, Bahrain, Egypt, Iran, Iraq, Jordan, Kuwait, Lebanon, Libya, Morocco, Oman, Palestine (Palestinian Authority and Israeli Occupied Territories), Qatar, Saudi Arabia, Syria, Tunisia, United Arab Emirates, Yemen.
Ovvero: i paesi arabi più l’Iran (che fra l’altro nel primo rapporto non figurava) ma senza la Turchia né tantomeno Israele che, non so se ve lo ricordate, sta proprio in ciò che normalmente viene percepito come “Medio Oriente”.
Ha senso questa suddivisione? Secondo me no.
https://in30secondi.altervista.org/2010/03/12/tunisia-vs-arabia-saudita-5-0/Numeri e favolealgeria,arabia saudita,bahrain,diritti umani,donne,egitto,emirati arabi uniti,freedom house,giordania,iran,iraq,israele,kuwait,libano,libia,marocco,oman,palestina,qatar,siria,tunisia,turchia,women's rights in the middle east and north africa,yemen
potresti indagare meglio sul criterio n.5 (social and cultural rights)?
D
Ne ho le potenzialità, mi manca il tempo.
Ah… il tempo.
“In ognuno di questi parametri l’Arabia Saudita è all’ultimo posto e la Tunisia al primo: vorrà dire qualcosa?”
Ovviamente sì.
Attualmente vivo in mezzo a donne tunisine di cultura medio alta. La maggior parte di loro ha terminato gli studi universitari in Tunisia, ma nascondendo la loro “islamicità”. Cappelli e sciarponi al posto dell’hijab, borsette piene di accendini, sigarette, pinzette per le sopracciglia, rossetti, ombretti e quant’altro. Quando venivano fermate, perchè considerate “troppo coperte”, loro svuotavano la borsetta, dicendo: “no, ma io mica sono una che pratica!! Non faccio la preghiera, mi trucco, fumo… sono una emancipata, che ti credi?”. Così hanno finito gli studi, le mie amiche.
Ce n’è una che andava all’università con il velo. Non le hanno lasciato passare l’esame fondamentale. E glielo hanno detto chiaramente, ovviamente a quattr’occhi: se la prossima volta ti presenti a fare l’esame “vestita all’occidentale”, tranquilla, lo superi. Il compito era buono!
E questo solo per il diritto allo studio!
Quindi stai dicendo che i parametri sono sbagliati? O che ne andrebbero aggiunti altri?
Non voglio parlare per Khadi (anche se credo di capire cosa voglia dire) ma la mia opinione è che in Tunisia si abbia (cos’ come c’era in Turchia, e in altri posti) una situazione che definirei come “estetica dell’emancipazione forzata”: ovvero, “ti obbligo ad essere libero/a, che tu lo voglia o meno, e decido IO (regime tunisino) DA CHE COSA devi essere libera/o”.
Io chiamo questa la concezione giacobina della libertà, e naturalmente non credo che si tratti di vera libertà.
Il punto è che lo studio che riporti probabilmente lavora in termini comparativi; cioè, di condizione delle donne in relazione agli uomini dello stesso paese. Ma in Tunisia, per dire, la realtà è che uomini e donne sono ugualmente oppressi ed oppresse da un regime che nega ad entrambi la certezza delle libertà civile e politica, e che come se non bastasse esercita un controllo politico sulla religione (che io considero perfino peggiore del pur opinabile controllo della religione sulla politica).
Quindi le tabelle non ci dicono niente? E’ il classico discorso per cui per la statistica abbiamo un pollo a testa ma nella pratica tu hai 2 polli e io nessuno? E poi: sono validi in sé questi parametri, qualora contestualizzati? Bisognerebbe aggiungerne altri e incrociarli?
Scusate, oggi sono più problematico che assertivo
p.s. siamo sicuri, Khadi, che l’esempio che tu fai non sia riferibile ad una ristretta élite di intellettuali?
http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601085&sid=aVnYog.7H.yI&refer=europe
dal rapporto:
Although the Tunisian constitution guarantees freedom of belief, the state tends to restrict what it perceives to be manifestations of religious fundamentalism. In recent years, the government has increased pressure on residents to refrain from wearing traditional religious clothing, applicable to both men and women. In 1981, a law was passed banning the wearing of the hijab (traditional Islamic veil) by women in public offices, and decree 108 of 1985 bans hijabs in educational establishments. Enforcement of these rules revived in the beginning of the 1990s and intensified again in 2006. Despite these measures, the wearing of the hijab has become more widespread, especially among young working women and students, many of whom claim the right to wear a hijab as a form of freedom. In 2008, lawyer Saida Akremi won a lawsuit on behalf of a schoolteacher who contested her inability to wear the veil at work, but the effects of the case have been limited because of the resistance to implement the decision throughout the country due to its divisive nature.
Questo ha più a che vedere con la libertà religiosa che non con l’emancipazione femminile, o le cose devono essere correlate per forza?
Per dirne una a me sembra che un fattore di emancipazione sarebbe la possibilità per i mariti non tunisini di donne tunisine di acquisire la nazionalità tunisina, cosa che oggi non è.
“Quindi stai dicendo che i parametri sono sbagliati? O che ne andrebbero aggiunti altri?”
Come mai il rapporto non rileva che in Arabia Saudita ci sono donne niqabate imprenditrici, università per sole donne e un livello culturale molto alto?
Il parametro “social and cultural rights” allora che cosa avrebbe monitorato, se non questo?
Com’è possibile che il Marocco abbia 2,9 e l’Arabia Saudita 1,6 in questo parametro?
In Marocco il livello culturale è bassissimo, i diritti sociali sono nulli, la corruzione dilaga, le scuole statali non danno nessuna istruzione e, per dare ai propri figli una base minima, occorre iscriverli alle scuole private con un minimo di 300 euro all’anno per figlio che per un marocchino è una cifra esorbitante…
Mah…
Guarda, non credo sia una questione di parametri.
:)
“p.s. siamo sicuri, Khadi, che l’esempio che tu fai non sia riferibile ad una ristretta élite di intellettuali?”
Sì, ovvio.
La massa è messa peggio!
Non credo esista un posto al mondo dove i più poveri e meno istruiti hanno più diritti di quelli che stanno economicamente meglio ;)
p.s. che nei territori occupati le donne (e gli uomini) abbiano dei diritti, mi risulta davvero nuova!
Addirittura pare che i palestinesi abbiano quasi gli stessi diritti sociali e culturali degli abitanti del Bahrain, il cui governo ha appena deciso di “regalare 50 libri” ad ogni famiglia, per garantire A TUTTI la possibilità di istruirsi!
Non mi lascia perplessa, questo rapporto. Io sono sconcertata…
(E sconfortata, anche).
Se sono queste le organizzazioni che dovrebbero vegliare a che dappertutto si garantiscano i “diritti internazionali”… Ehm…
“Questo ha più a che vedere con la libertà religiosa che non con l’emancipazione femminile”
con la libertà religiosa negata e con l’emancipazione femminile stroncata!!!
p.s. scusami per lo “spam” convulsivo, ma mi sento molto toccata da questi temi e dalla manipolazione che se ne fa! Le donne musulmane non possono più permettere di essere lo strumento attraverso il quale si giustifica la repressione di una bella fetta di mondo!!!
Khadi, condivido la maggior parte delle tue perplessità sul rapporto (interessante la faccenda del governo del Bahrayn che regala libri; credo di non essere l’unico qui a cui piacerebbe saperne di più) ma ho l’impressione che il tuo giudizio sul Marocco sia un po’ eccessivo; in quanto a libertà politiche e civili mi risulta essere messo un po’ meglio degli altri regimi nordafricani.
Per rispondere in parte anche a Lorenzo, a me pare che questi parametri abbiano poco significato laddove usati astrattamente: stiamo parlando di un insieme di paese ove la libertà individuale, sia nella sfera privata che soprattutto in quella pubblica, la partecipazione dei cittadini alla politica e la vita civile autonoma (nel senso di indipendente dallo Stato, generalmente autoritario) la libertà religiosa, e via dicendo,
sono assai limitate per tutti, indipendentemente dal genere. Non so quanto sia confortante che le donne tunisine godano di pari opportunità rispetto ai loro uomini di essere oppresse e tiranneggiate dal loro regime.
Il mio punto è che l’area geografica presa in considerazione è un’astrazione che trova pochissime giustificazioni metodologiche. Già il concetto di Medio Oriente è assai discutibile, se poi diciamo “Medio Oriente e Nordafrica” ma non ci mettiamo Turchia e Israele riducendo il discorso a “paesi arabi e Iran” ritagliamo dei confini che hanno poco senso.
Ad esempio:
1. Iran e paesi arabi hanno ben poco a che vedere fra loro
2. Maghreb e Mashreq (per farla breve) hanno caratteristiche diverse sia dal punto di vista economico che culturale.
Se poi ci “spalmi” il dato della “non libertà” etc. etc. ti apparirà un aggeggio completamente astruso.
Detto questo il rapporto contiene delle introduzioni ai paesi che, se lette individualmente, posso essere discusse con maggiore profitto.
Si vedrà, ad esempio, quanto le situazioni di Arabia Saudita e Tunisia sono incomparabili.
E sì, sui libri in Bahrein amerei ricevere (almeno) qualche link.
Notizia che Ummzakaria ha ascoltato su un canale arabo. Sul web non c’è nulla. Ovviamente la ricerca continua :)