Non aprite quella porta, tanto è inutile
Il 5 e 6 marzo scorso si è tenuta a porte chiuse la diciannovesima edizione dell’Aspen European Dialogue.
Sappiamo:
- che l’evento c’è stato (il 5 e 6 marzo a Venezia);
- quel era il titolo: Medio Oriente, Europa e Stati Uniti: strategie per la crescita e la sicurezza (che però in inglese cambia e diventa “Back to the fertile crescent: the Middle East, Europe and the US”, senza crescita né sicurezza).
- e chi c’era (*)
L’elenco dei partecipanti è interessante, e invito a leggerlo.
Ma se anche non lo leggete sappiate che c’erano:
- un banchiere palestinese,
- banchieri e politici israeliani,
- banchieri del Golfo
- petrolieri del Golfo
- politici europei
- Luttwack
La squadra italiana era composta da:
- Tremonti
- D’Alema
- Craxi (Stefania)
- Ivanhoe Lo Bello (confindustria siciliana)
- Paolo Savona (vicepresidente di Aspen italia)
Non sappiamo di cosa in specifico hanno parlato.
Ma, visto chi c’era, possiamo immaginarlo.
Altro hint. Ecco una notizia dell’ASCA sull’incontro:
ASPEN: SAVONA, PREOCCUPAZIONE SE FINANZA ISLAMICA SI ISOLA
(ASCA) – Venezia, 6 mar – ”La finanza islamica si e’ proposta come un’alternativa etica migliore alla finanza occidentale, eppure nei derivati ha utilizzato gli stessi strumenti”. Lo ha detto Paolo Savona, vicepresidente di Aspen Institute Italia, incontrando i giornalisti, prima dell’apertura dei lavori della conferenza a Venezia su ”Medio Oriente, Europa e Stati Uniti: strategie per la crescita e la sicurezza”.
”La finanza islamica puo’ cooperare con la finanza occidentale, oppure chiudersi in se stessa, isolarsi per gestire gli eccessi di risparmio. E questo ci preoccuperebbe – ha aggiunto Savona -. Il loro obiettivo e’ di costruire una moneta, ma ci chiediamo se questa sara’ di tipo egemonico o cooperativo” (fonte).
Siamo sempre lì: il khaliji incombe (vedi qui e qui).
Sul tema mi ero tenuto in serbo un link un po’ visionario un po’ complottardo. Eccolo qui.
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* Elenco dei partecipanti. Riporto (con gli errori) dal comunicato stampa:
- Giulio Tremonti, Minister of Economy and Finance; Chairman, Aspen Institute Italia, Rome;
- Joaquín Almunia, Vice President and Commissioner for Competition, European Commission, Brussels;
- Stanley Fischer, Governor, Bank of Israel, Jerusalem;
- Christine Lagarde, Minister for the Economy, Finance and Employment, Paris;
- Fouad Makhzoumi, Chairman, Future Pipe Industries, Dubai;
- Adam Posen, External Member, Bank of England and Peterson Institute for International Economics, London;
- Silvan Shalom, Vice Prime Minister, Minister for the development of the Negev and the Galilee, Tel Aviv;
- Javier Solana Madariaga, Madrid;
- Bader Al Sa’ad, Managing Director, KIA Kuwait Investment Authority, Safat;
- Ronni Benatoff, Chairman, Israel Italy Chamber of Commerce and Industry, Tel Aviv;
- Richard Burt, Senior Director, McLarty Associates, Washington, DC;
- Stefania Craxi, Secretary of State for Foreign Affairs, Italian Ministry of Foreign Affairs, Rome;
- Massimo D’Alema, President, Copasir –Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica; President, Fondazione Italianieuropei, Rome
- Dan Gillerman, Chairman, Markstone Capital Group, Tel Aviv;
- Rafael Hadas-Lebel, Chamber President, Conseil d’Etat, Paris;
- Ivanhoe Lo Bello, President, Chamber of Commerce, Industry, Handicrafts and Agriculture; President Confindustria Sicilia (Confederation of Industries Sicilia district), Siracusa;
- Edward N. Luttwak, Senior Fellow, Center for Strategic and International Studies, Washington, DC;
- Gideon Meir, Ambassador of Israel to Italy, Rome;
- Mohamed Ashraf Gaml Eldin Rashed, Ambassador of the Arab Republic of Egypt to Italy, Rome;
- Paolo Savona, Vice Chairman, Aspen Institute Italia; Professor of Geopolitical Economy, “Guglielmo Marconi University”, Rome;
- Hashim Shawa, Chairman and General Manager, Bank of Palestine, Ramallah;
- Adolfo Urso, Deputy Minister for the Economic Development, Rome.
Nella squadra italiana, ti sei dimenticato di Adolfo Urso, socio di D’Alema nella stessa fondazione. Mi autopubblicizzo http://kelebek.splinder.com/post/21537699/
può darsi che io sia un po’ ingorante in materia, ma mi sembra che il comunicato ASCA faccia un po’ di confusione.
Una cosa sono le banche islamiche che adottano una particolare regolamentazione che consenta loro di operare come normali banche di invenstimento e raccolta risparmio, ma allo stesso tempo di essere “halal” dal punto di vista della religione islamica che in linea di principio vieta o condanna il prestito a interesse. In linea di massima non vi è nulla di specificamente etico in ciò, solo una questione di diritto musulmano (che poi uno — come ad es. il sottoscritto — possa personalmente considerare non etico il prestito a interesse non c’entra nulla).
La questione della moneta unica del Golfo (il khaliji) è un’altra cosa: è un progetto cui partecipano le banche centrali dei paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo, le quali fondamentalmente battono moneta senza grossi problemi di incompatibilità con il diritto islamico.
Potrei essere smentito, ma mi sembra che se si è parlato di questo si è capito ben poco di cosa sia la “finanza islamica”.
Che poi la concorrenza (sia finanziaria che monetaria) dia fastidio e preoccupazione ai banchieri, questa è un’ovvietà che non ha bisogno di commenti.
D
D
sempre in proposito di bankislam, ti mando questo brano tratto dal saudissimo “tesoro turco”:
Il protagonista (un saudita) si ritrova a un ricevimento di una banca francese a Dubai affollato da personalità di tutto il mondo, e fa, fra le tante, questa riflessione:
“Chi imbroglia chi? Gli shaykh che vogliono rendere islamiche le note banche usuraie o piuttosto quei furbi che stanno disegnando la politica finanziaria corrente nella nostra regione e che
hanno già capito il gioco dell’islamizzazione e hanno perfezionato l’imbroglio psicologico dei faccendieri locali che tesorizzano liquidità monetarie offrendo servizi bancari islamici originali di fronte a eminenti `ulama’, che vogliono assolvere le obbligazioni dei singoli della Umma, offrendo contemporaneamente uno sviluppo economico cui si possano applicare denominazioni islamiche… come speculazione/accomandita… partecipazione…
cartolarizzazione… Quanto al come, una volta fatto ciò, far girare i soldi islamici, dove, e chi ne deve trar profitto, beh, quella è un’altra storia che non merita che la mente islamica ci perda tempo — [basta] il semplice desiderio di una fonte di approvigionamento legale (halal) — con le sue curiosità e le sue domande!
L’umano desiderio del lusso, specialmente in una regione conservatrice che s’impone sull’uomo al punto da farlo diventare facile preda di chi gli offre l’oppio di vergognosi divertimenti lontani dall’altezza del gusto, quel desiderio è diventato padrone di coloro che ne fanno viaggiare i pregi sulle stazioni satellitari, quelli che vedo intorno a me opporsi ai loro stessi shaykh leoni/rampolli della nobiltà, negli studios proprio di fianco ai luoghi in cui si fabbricano le stelle dell’arte e della musica… E tutto ciò per islamizzare i canali fratelli di qua, e i contenuti dei programmi dei canali di là, offrendo un’ora di fede a garanzia delle altre lunghe ore di amena stupidità, rispetto a quella fede scossa, e con questo dare a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare!”
il romanzo è del 2007; la scena è ambientata nel 2005.
D
PS. mi scuso per la traduzione grezza (ci sto lavorando).