Riguardo all’islam verde su questo blog c’è polemica.

Io penso che sia una truffa. Ovvero, penso che “green islam (che poi è più giallo che verde, ma va bene così) sia una sottoclasse di “green world“.

Nel mondo B “classificato” halal e venduto come tale la verdificazione del mondo ha la stessa funzione che nel mondo A: rienventarsi per speculare, traendo spunto da un sentire “ecologista” ormai diffuso.

Lo vediamo tutti i giorni quando una Enel ci dice che fa centrali a carbone “verdi”.

Quando vediamo che l’introduzione delle lampadine “verdi” è gestita per legge.

Quando le società dei camorristi che appaltano lo smaltimento dei rifiuti si chiamano “eco-qualcosa”

Quando scopriamo che la nostra casa NON avrà l’agibilità se NON è allacciata al gestore di energia elettrica nonostante la nostra casa sia perfettamente autosufficiente dal punto di vista energetico.

E’ un gioco in cui i movimenti verdi, purtroppo, vengono manipolati.

Perché tutto ciò dovrebbe non succedere nel mondo B?

Fateci caso. E’ una truffa. La prova è che in questo green islam non c’è, se non in maniera assolutamente parziale, un recupero del sapere tradizionale riguardo, ad esempio, alla gestione dell’acqua, anche se non dubito che ben presto leggeremo ampie trattazioni su “quanto è verde l’islam”.

La “verdificazione” avviene soltanto attaccandosi al treno degli investimenti finanziari mondiali “verdi”.

Un treno che in occidente si poggia sul senso comune ecologista mentre nei paesi petroliferi e nelle altre aree del mondo islamico dove si tenta la “verdificazione” viene dall’alto, dai grandi gruppi finanziari.

In questo senso è interessante osservare quanto tortuoso sia il percorso teorico del già citato: “How Can Green Markets Access Islamic Finance”.

Consiglio anche questo articolo di Voltairenet.org, dal titolo “La muta della finanza mondiale e la speculazione verde”, di cui riporto il “cappello”:

Il capitalismo manageriale è allo stremo, eppure il capitalismo in generale non è mai stato così bene: cambia pelle e si rifà una gioventù grazie all’economia “verde”. Manipolando i buoni sentimenti degli uni e le paure millenaristiche degli altri, mobilita gli altermondialisti e gli ecologisti per instaurare un nuovo tipo di sfruttamento. Simbolo di questo cambiamento (che poi non è un vero cambiamento) è il presidente Lula, che va e viene dal Forum di Davos a quello di Porto Alegre. Per Jean-Michel Vernochet, siamo già stati sopraffatti da un’illusione che ucciderà i nostri sogni.

Non me ne voglia Darmius.

Lorenzo DeclichIslamercatoLa grande setefinanza islamica,finanza verde,islam
Riguardo all'islam verde su questo blog c'è polemica. Io penso che sia una truffa. Ovvero, penso che 'green islam' (che poi è più giallo che verde, ma va bene così) sia una sottoclasse di 'green world'. Nel mondo B 'classificato' halal e venduto come tale la verdificazione del mondo ha la...