Eurabia alza e Qaradawi schiaccia
Annalisa Marroni su Questioni di Frontiera, analizza il tema della saggistica eurabistica.
E’ un pezzo nel quale si presenta il problema e poi si tenta di disinnescarlo, passando per la constatazione delle condizioni di una difficile integrazione in Europa.
Il problema nasce quando il pezzo verte sulle realtà che devono o dovrebbero fungere da referente per una integrazione dei musulmani in Europa.
Vi si citano:
- Yusuf al-Qaradawi nelle vesti del “giurista” che si interroga “sulla necessità di fornire delle linee guida per regolare la vita del musulmano alla luce della nuova realtà sociale”;
- Tariq Ramadan nelle vesti di islamologo che cerca “di offrire risposte diverse e originali per aiutare i musulmani all’estero ad affrontare le difficoltà che incontrano nella vita quotidiana (regole alimentari, abbigliamento, luoghi di culto,..) evitando, così, di avvicinare queste persone ai gruppi più radicali”.
Il pezzo finisce nel seguente imbuto:
Il compito degli Stati europei è proprio quello di aprire un dialogo con questi interlocutori affinché non si concretizzi il disegno di un’Europa islamizzata, ma si realizzi la piena integrazione dell’islam nel quadro europeo.
Ora: a parte il fatto che, a mio modo di vedere, gli “interlocutori” degli Stati europei dovrebbero essere i musulmani europei stessi, oltre a coloro che ne rappresentano o vorrebbero rappresentarne una parte, l’intero periodo soffre di una certa sindrome da “conflitto di civiltà”.
Il “disegno di un’Europa islamizzata” è nella mente di pochissime persone al mondo: jihadisti, controjihadisti, controcrociati, eurabisti e fallacisti.
Persone terrorizzate e terrorizzanti che accendono la miccia della paura a ogni piè sospinto.
La Marroni, impaurita, cade nel tranello di considerare “la piena integrazione” un’emergenza. Il suo articolo parte in quarta e finisce in retromarcia.
Eurabia è una farsa, non una teoria.
https://in30secondi.altervista.org/2010/05/10/eurabia-alza-e-qaradawi-schiaccia/https://in30secondi.altervista.org/wp-content/uploads/2010/05/hqdefault.jpghttps://in30secondi.altervista.org/wp-content/uploads/2010/05/hqdefault-150x150.jpgIn 30 secondial-qaradawi,conflitto di civiltà,controjihad,eurabia,europa,islam,jihad,tariq ramadan
Segnalo:
http://www.ilmediterraneo.it/it/news/cultura-e-intrattenimento/mamma-arrivano-i-musulmani–leuropa-si-strasformera-in-eurabia-0003448
Grazie Riccardo. Sei abbastanza prezioso ;)
Ciao Lorenzo, ho letto i commenti al mio articolo. Apprezzo l’interesse con il quale hai criticato le mie parole ma ci tengo a fare alcune precisazioni: Sono consapevole del fatto che, grazie al cielo, il timore di un’europa arabizzata sia nella testa di poche persone e che questo non sia il genere più gettonato. Per trattare la tematica della percezione dei musulmani in occidente ho scelto di partire da un estremo, quello della saggistica eurabistica che ho definito “strampalato” per poi parlare delle reali questioni poste in essere dai musulmani in occidente che spesso sono poco conosciute. Non sono una grande sostenitrice di Yusuf al-Qadarawi, né di Tariq Ramadan.. credo però che entrambi si stiano impegnando molto per cercare di avviare una riflessione e un dibattito tra i musulmani occidentali. Credo, inoltre, che in questo momento se gli Stati Europei dovessero cercare degli interlocutori dovrebbero rivolgersi proprio a loro poichè il dibattito tra i musulmani d’occidente è ancora in via embrionale.
Ciao, e grazie a te di aver aperto il dibattito.
A parte la mia critica sulla “timidezza” dell’articolo (di questi tempi, purtroppo o per fortuna, è bene non suscitare ambiguità per non divenire “strumento” di personaggi poco racocmandabili) il mio punto è che nella ricerca di interlocutori validi andiamo a impattare sempre su quei due nomi.
I due personaggi hanno profili molto diversi sebbene mediaticamente siano ambedue abbastanza conosciuti.
Ramadan è un “libero pensatore” che, influente quanto si vuole, rappresenta più o meno solo se stesso, al-Qaradawi, invece, è – in un modo o nell’altro – leader di una organizzazione che ha un’ispirazione, anche politica, ben determinata.
Non dico che i due non debbano essere considerati ma che insieme, a mio modo di vedere, rappresentano molto parzialmente i musulmani europei e interloquire solo con loro porterebbe a una visione distorta della realtà europea.
Di qui a non considerarli nemmeno ce ne vuole, ovviamente. Ma è anche vero che paesi come la Francia hanno da molto tempo lavorato sulla “rappresentanza” dei musulmani, con esiti tutto sommato positivi. Ultimamente si parla spesso della Francia per la questione del niqab ma si dimentica che il processo di “inclusione” dell’islam nel tessuto istituzionale francese nasce almeno venti anni fa.