Non so cosa augurare ai cairoti.

Nel quadro dei nuovi 15 accordi di cooperazione economica fra Italia ed Egitto ve n’è uno riguardante l’istituzione di una “Università italiana in Egitto”.

Quando ho letto la notizia ho avuto un sussulto, lo ammetto.

Ho pensato a Taha Hussein, a Carlo Alfonso Nallino, al ruolo culturale ricoperto a suo tempo da diversi italiani nell’istituzione universitaria egiziana (vedi un buon riassunto che si trova in questo libro).

Poi il sussulto è passato e lentamente ad esso si è sostituita una profonda, profondissima tristezza.

Quanti anni sono che spero che una cosa del genere si realizzi, e si realizzi davvero? Almeno 20.

Quante volte ho dovuto constatare che, invece, la politica culturale italiana, in Egitto e altrove nel mondo arabo e nel mondo islamico, è in progressivo inarrestabile arretramento? Decine.

Oggi vendiamo prosciutti di manzo agli abitanti di Dubai.

Questo facciamo.

Ma c’è di più, attenzione.

Queste le parole di Silvio Berlusconi riportate da Dailyblog.it:

“A venti chilometri dal Cairo” sorgerà “l’università italiana in Egitto”, il “terreno è stato già acquisito e io ho suggerito il ‘metodo Abruzzo, con tre squadre in un giorno impiegate per la costruzione” che in questo modo avverrà “in tempi molto brevi, in tempi record” (fonte).

Inutile commentare ulteriormente: la possibilità che ciò che Berlusconi ha denominato “università” si dimostri in futuro davvero un’università sono inferiori al punto percentuale.

E’ più probabile che in quel terreno ci riversino scorie nucleari.

https://in30secondi.altervista.org/wp-content/uploads/2010/05/012yemendesertoramlatassabatayn.jpghttps://in30secondi.altervista.org/wp-content/uploads/2010/05/012yemendesertoramlatassabatayn-150x150.jpgLorenzo DeclichIn 30 secondieconomia,egitto,italia,silvio berlusconi,università
Non so cosa augurare ai cairoti. Nel quadro dei nuovi 15 accordi di cooperazione economica fra Italia ed Egitto ve n'è uno riguardante l'istituzione di una 'Università italiana in Egitto'. Quando ho letto la notizia ho avuto un sussulto, lo ammetto. Ho pensato a Taha Hussein, a Carlo Alfonso Nallino, al ruolo...