Ho davvero l’impressione che l’Afghanistan non vedrà la pace non solo in questo decennio appena iniziato, ma forse nemmeno in quello successivo.

La notizia è del NYT: nel sottosuolo di quell’altopiano vi sarebbero giacimenti e riserve minerarie di estremo valore (trilioni di dollari, come dire fantastigliardi di cucurbilioni!): ferro, rame, oro, ma anche metalli “rari” cobalto e lithio.

Che non so cos’è, a parte il titolo di un album dei Nirvana, ma so che si ci fanno le batterie, per computers e cellulari. Il che non è poco.

Questo vuol dire che se prima quel cumulo di rocce ed etnie che è l’altopiano afghano poteva avere un valore esclusivamente strategico (o narcotico), ora avrà anche una rilevanza economica sufficiente ad alimentare le brame di tutti quelli che da secoli tentano di metterci le mani sopra. Altro che oppio.

Sempre che non si tratti di una geniale balla per giustificare un altro decennio di presenza “alleata”, altrimenti incomprensibile a certe opinioni pubbliche.

D

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Un’integrazione. In questo video Stephanie Sanok del  Center for Strategic and International Studies spiega che la ricchezza mineraria dell’Afghanistan era già conosciuta al tempo dell’occupazione sovietica ma che il problema fu, e continuerà ad essere, la mancanza di infrastrutture per renderla davvero una fonte economica. L’altro rischio è, ovviamente, che i siti minerari diventino un obiettivo strategico per tutti gli attori in campo.

L.

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Ho davvero l'impressione che l'Afghanistan non vedrà la pace non solo in questo decennio appena iniziato, ma forse nemmeno in quello successivo. La notizia è del NYT: nel sottosuolo di quell'altopiano vi sarebbero giacimenti e riserve minerarie di estremo valore (trilioni di dollari, come dire fantastigliardi di cucurbilioni!): ferro, rame,...