Spesso succede che alcune verità su un fatto A vengano a galla ragionando su un fatto B.

All’indomani della strage della Mavi Marmara il mondo sembrava tornare in picchiata verso gli stilemi del conflitto di civiltà.

In questo post e nei post ad esso collegati ne avevo parzialmente delineato i contorni: la Turchia era un paese islamista, che fomentava l’odio e l’invidia, che si avvicinava all’Iran e, soprattutto, che si allontanava sempre di più dall’Europa.

Oggi scopriamo che quelle allarmate analisi, quelle turbolente accuse, erano – scusate l’eufemismo – una montagna di cazzate: David Cameron, neo Primo ministro britannico di destra, dopo una visita ad Ankara dichiara di sostenere l’ingresso della Turchia dell’Unione Europea e la Commissione Europea (for dummies: l’esecutivo, il “governo” dell’Unione Europea) plaude (qui).

Plaude anche la Germania, ricordando però che bisogna lavorare molto sul processo di integrazione della Turchia nell’Unione Europea: siamo ancora  a carissimo amico (qui).

Gli fa eco il ns Frattini (il quale correda il tutto con le consuete e insopportabili gaffe*).

Le verità che vengono a galla sono le seguenti (e non sono mai cambiate):

  1. l’allarme nei giorni della Mavi Marmara era niente altro che fumo negli occhi, un modo come un altro per distrarre l’attenzione sul fatto che quel massacro non aveva nessuna vera giustificazione;
  2. per ragioni economiche e geopolitiche la Turchia dovrà prima o poi entrare nella UE. Tutto ciò che avverrà prima di questa entrata è da leggere nel solco di questo fatto pressoché inevitabile. Il ché significa che la Turchia è già in Europa. Al contrario l’eventuale ingresso di Israele nell’Unione Europea, a parte i sogni (pur legittimi) dei Radicali italiani, non è mai nemmeno stato messa in agenda, essendo Israele essenzialmente di pertinenza economica e geopolitica statunitense;

Volendo tirare la corda si potrebbe dire che uno scontro Israele-Turchia potrebbe interpretarsi come uno scontro di civiltà fra Europa e Stati Uniti.

Ma noi, qui, non tiriamo le corde.

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* Ecco la notizia ASCA

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27-07-10
UE: FRATTINI, ITALIA PRIMO ‘AVVOCATO’ INGRESSO TURCHIA
(ASCA) – Roma, 27 lug – L’Italia ”e’ il primo ‘avvocato‘ dell’ingresso in Europa della Turchia”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Franco Frattini intervenendo alla settima Conferenza degli ambasciatori in corso alla Farnesina.

Ricordando come l’Italia sia il ”partner piu’ affidabile per le regioni di crisi e di tensione; amico come nessun altro in Europa di Israele ma al tempo stesso partner privilegiato dei Paesi del Mediterraneo e del mondo arabo”, Frattini ha definito il Bel Paese come ”primo avvocato” dell’ingresso in Ue di Ankara.

Noterete tutti, spero, la excusatio non petita riguardo a Israele (nessun altro ne ha fatto cenno, perché non ce n’era bisogno) e il goffo tentativo di rivendicare un ruolo di primazia nei rapporti con la Turchia (senza peraltro nominarla e ignorando i giganteschi interessi tedeschi – che infatti si dimostrano come sempre molto più realisti): la solita politichetta dei 2, 3, 4 forni che lascia dietro di sé l’acre puzzo dell’improvvisazione.

Un giorno o l’altro farò un post sulla politica italiana nel Mediterraneo e sull’attitudine di Frattini a riusare in maniera scomposta e casuale il corredo fraseologico lasciato in eredità da Giulio Andreotti.

Lorenzo DeclichIn 30 secondidavid cameron,europa,germania,gran bretagna,israele,italia,realzioni internazionali,stati uniti,turchia,unione europea
Spesso succede che alcune verità su un fatto A vengano a galla ragionando su un fatto B. All'indomani della strage della Mavi Marmara il mondo sembrava tornare in picchiata verso gli stilemi del conflitto di civiltà. In questo post e nei post ad esso collegati ne avevo parzialmente delineato i contorni:...