Mi aspettavo le invettive del Giornale, di Libero, di qualche giornalista fallacista e di una muta di bloggers nazileghisti.

E invece devo registrare che oggi è Repubblica a scrivere un vero articolo-monnezza sulla vicenda della “moschea vicino a Ground Zero” di cui ho scritto qui e qui.

Mi tocca commentarlo (senza citarlo tutto, però).

Titolo: New York, via libera del comune per moschea a Ground Zero

La sala di preghiera della Cordoba House (vedi oltre) NON è a Ground Zero bensì a 2 isolati da Ground Zero.

NEW YORK – Arriva un nuovo via libera alla costruzione della mega moschea a pochi passi da Ground Zero.

Ok, hai rettificato il titolo ma il fatto è che quella non sarà una “megamoschea”. E’, al limite, un mega-centro culturale con all’interno una sala di preghiera.

Segnando un punto a favore all’interno di un mare di polemiche, la Commissione della New York City Preservation ha negato lo statuto di monumento alla vecchia palazzina che un’organizzazione islamica vorrebbe trasformare in moschea, dando di fatto un ok alla realizazione del nuovo centro.

La qual cosa, essendo stato il voto unanime, avrà una sua ragion d’essere… o no?

L’ambizioso progetto, che includerebbe anche un centro di culto islamico comprensivo di una sala di preghiera, una piscina, una palestra, una libreria, una caffetteria e un auditorio da 500 posti, ha scatenato un dibattito acceso a New York, dove molti non ritengono opportuna la realizzazione di un centro di culto islamico a pochi passi dal posto simbolo della tragedia dell’11 settembre.

Quell'”anche” è spia di cattiva fede del giornalista. Se ci mettiamo anche l’espressione “centro di culto” al posto di “centro culturale”  potremmo pensare che l’articolo intende essere un vero e proprio tentativo di trasmettere nozioni errate.

A prendere posizione contro il progetto nei giorni scorsi era stata anche la Anti-Defamation League, principale organizzazione ebraica per la lotta all’antisemitismo e al razzismo.

Il commento più rispettoso che si può fare riguardo a questa frase è: e chissenefrega.

Infatti  la “principale organizzazione ebraica per la lotta all’antisemitismo e al razzismo” non dovrebbe proprio interessarsi del tema. A meno che non si voglia sottintendere, con questo interessamento, che fare una moschea vicino a Ground Zero potrebbe risultare antisemita o razzista. La qual cosa è decisamente islamofoba e razzista, tenuto conto del fatto, non dimentichiamolo mai, che nelle torri, l’11 settembre, c’erano anche tanti musulmani.

L’ex governatrice dell’Alaska, Sarah Palin, aveva anche definito il progetto una “inutile provocazione”.

Allora se lo dice quella importantissima statista e intellettuale di Sarah Palin…

Il centro culturale, che prenderà il nome di Cordoba House, verrebbe ospitata appunto in un vecchio edificio della metà del’800 chiuso dopo i danni subiti l’11 settembre, al 45-47 di Park Place, e ormai adibito a magazzino di tessuti in disuso.

Dunque un progetto di valorizzazione, di cui però l’articolo non parla.

E non mi risulta che Repubblica abbia mai scritto una riga in merito (ma correggetemi se sbaglio) nonostante la vicenda sia in circolo da fine maggio.

Quindi, giusto per rinfrescare la memoria ai simpatici repubblichiani ricordo che qui si spiega il progetto, e che qui c’è il sito dell’organizzazione che lo promuove.

Una guardatina prima di scrivere ce la potevate anche dare.

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6 agosto 2010. Una raccolta di notizie sull’argomento è qui.

Lorenzo DeclichMille moscheeScomposte invettivecordoba house,cordoba initiative,ground zero,islam,la repubblica,moschea,stati uniti
Mi aspettavo le invettive del Giornale, di Libero, di qualche giornalista fallacista e di una muta di bloggers nazileghisti. E invece devo registrare che oggi è Repubblica a scrivere un vero articolo-monnezza sulla vicenda della 'moschea vicino a Ground Zero' di cui ho scritto qui e qui. Mi tocca commentarlo (senza...