E’ da un bel po’ che il centro islamico di Bologna è preso di mira, in un modo o nell’altro.

Il motivo del malcontento è la costruzione di una moschea in Via Pallavicini, in un’area che si trova appena fuori Bologna, sulla San Donato.

I soggetti che hanno agitato la campagna contro la costruzione della moschea sono stati principalmente un comitato di cittadini, la Curia locale, la Lega Antidiffamazione Cristiana, la Lega Nord, la Destra di Storace.

Nel maggio 2007 la giunta comunale di Cofferati manifestava l’intenzione di emanare la delibera che avrebbe permesso la costruzione e subito piovvero critiche.

Nel settembre 2007 la delibera veniva emanata: l’allora vicepresidente del Senato Calderoli annunciò il suo appoggio alla campagna proponendo il famoso Maiale-day contro l’islam e ottenendo qualche giorno dopo un temporaneo stop.

Nel frattempo si accendeva il dibattito fra un Amato che vedeva nella cittadinanza agli immigrati (in questo caso musulmani) uno strumento di integrazione e Casini che vedeva in essa un punto d’arrivo, una conquista. Quest’ultimo dichiarava anche:

C’è la corsa nel fare le moschee, io sono per la libertà di culto ma ci sono troppi luoghi di culto che non sono tali, ma zone dove si prolifera e si fa propaganda di terrorismo*.

Riporto qui il link a un video in cui un leghista bolognese di nome Umberto, in puro stile nazista (nega e stermina),  afferma – dopo aver detto di essere contro la moschea per motivi di “buonsenso” (troppo grande, area sbagliata etc. etc) – che:

se forse 100 anni fa tutti i parroci avessero detto date fuoco a questa categoria di persone forse l’avremmo fatto … l’estrazione sociale dei flussi migranti li rende facilmente manipolabili dai leader religiosi … il rischio è concreto … è così in tutta Europa.

Nel novembre 2007 Umberto Bossi e Roberto Maroni partecipavano, in un hotel del Pilastro, al convegno promosso da Lega Nord e Lega Antidiffamazione Cristiana dal titolo “Moschea? No, grazie!”.

All’inizio del 2008, a delibera approvata, il solito Magdi Non-ancora-Cristiano Allam ci metteva il suo zampino:

Lo sa il sindaco Cofferati che si appresta a regalare la mega moschea di Bologna a un gruppo islamico che, oltre ad essere estremista, conta in tutto solo 21 associati sugli 11.615 musulmani residenti nel Comune?

Notare che anche qui, come nel caso della Cordoba House, si usa l’espressione “mega-moschea” per dare l’impressione di un qualcosa di imponente e sproporzionato.

Mi fermo qui. Voglio dire: l’aria era pesante. Grazie, soprattutto, a chi speculava politicamente su odio e diffidenza (vedi qui).

E voglio precisare che non ho nulla contro il comitato dei cittadini. Contro tutti gli altri sì.

A fronte di nessuna evidenza di pericoli provenienti dal Centro culturale islamico di Bologna (se non, forse, di tipo economico, ma qui mi fermo) si metteva benzina sul fuoco.

E ora qualcuno ha lanciato il fiammifero.

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* non so dire se fu il giornalista a storpiare l’italiano di Casini e fu proprio Casini a pronunciare una frase così scombussolata. Sulle “zone dove si prolifera” non so proprio come reagire.

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E' da un bel po' che il centro islamico di Bologna è preso di mira, in un modo o nell'altro. Il motivo del malcontento è la costruzione di una moschea in Via Pallavicini, in un'area che si trova appena fuori Bologna, sulla San Donato. I soggetti che hanno agitato la campagna...