Questo discorso (di cui cito solo l’inizio) è stato tenuto da Gheddafi venerdì 12 giugno 2009. Non credo che sia dissimile da ciò che ha detto qualche giorno fa al cospetto delle famigerate hostess.

Pubblico il pezzo senza commenti perché mi sembra che si commenti da sé.

Vi invito però a riflettere:

  1. sul fatto che è stato pronunciato in Italia già quasi un anno fa e pubblicato su un libro (Il viaggio del Leader) con introduzione di Giulio Andreotti.
  2. sul fatto che allora risultava ancora più offensivo perché pronunciato di fronte a ciò che dovrebbe essere una specie di Ministero del Femminismo Italiano
  3. sul fatto che probabilmente Silvio Berlusconi la pensa sulle donne esattamente come Muammar Gheddafi.

*

Credo che in una società giamahiriana, cioè delle masse, ci sia assoluta uguaglianza tra uomini e donne.

Prima di tutto saluto e apprezzo gli sforzi della signora ministro, che ha lavorato per agevolare questo incontro, e saluto le donne italiane che hanno aderito a questo appello.

Io in ogni Paese che visito, incontro le donne, come faccio con gli uomini.

*

Ci sono numerose scuole di filosofia nel mondo, una di queste afferma che il mondo è rappresentato dall’uomo, è un mondo maschile. Non sono parole mie, ma di questa corrente filosofica. Dio sia venerato, è il primo e l’ultimo, il nome di Allah è un’espressione maschile. Una scuola filosofica dice così. Dicono che anche gli angeli siano di sesso maschile: noi sentiamo parlare di Gabriele, di Raffaele.

Sempre questa scuola filosofica afferma che anche i profeti nominati nei libri divini furono tutti uomini. Non è stata nominata nessuna donna, ad eccezione di Maria. E’ stata lei la donna che nei libri divini, messa allo stesso livello dei profeti, ha ricevuto ispirazione da Dio.

Questa scuola filosofica asserisce anche che tutto il mondo è stato costruito dagli uomini e che il ruolo delle donne è piuttosto marginale.

Se ci facessimo influenzare da questa scuola filosofica, che parla di fatti che non possiamo negare, significherebbe che la donna sta socialmente in una “parte bassa”, e quindi andrebbe sostenuta. Perché gli uomini non hanno bisogno di appoggio, secondo questa scuola si tratta di un mondo maschile, mentre le donne hanno bisogno di essere sostenute.

*

Come dico spesso nel corso delle mie visite all’estero cerco sempre di vedere com’è la situazione della donna nei vari Paesi.

Ho studiato la Prima e la Seconda guerra mondiale, e le guerre europee. Le ho studiate sia all’Accademia minitare sia all’Università. Ci soffermeremo sulla Prima e sulla Seconda guerra mondiale. Entrambe hanno mietuto milioni di vittime, soprattutto in Europa. Parlo della storia, della realtà effettiva.

La donna durante la Prima e la Seconda guerra mondiale non era nelle stesse condizioni in cui si trova oggi. Non usciva di casa, non lavorava con l’uomo nei vari campi: era alla guisa della donna com’è attualmente nel mondo musulmano.

Dopo che la guerra ha ucciso milioni di uomini, la donna europea si è trovata costretta a uscire di casa per poter mantenere sé stessa e i propri figli, perché il padre di famiglia era morto in guerra. Tra le storie di guerra, sono raccontati anche episodi di uomini che, tornati a casa, rimproveravano le mogli che avevano trovato a lavorare e spesso divorziavano per questo motivo. Perché erano uscite di casa. Come si permetteva una donna di lavorare a fianco degli uomini? Le tradizioni di allora non lo permettevano.

Quindi, dopo la Prima e la Seconda guerra mondiale, la donna si è vista costretta a fare gli stessi lavori dell’uomo, perché la vita le aveva imposto questo. In questo modo la donna europea è arrivata alla situazione attuale. La vediamo guidare treni o autobus, lavorare in fabbrica, viaggiare da sola, dormire in albergo.

Dal punto di vista della forma, diciamo che la donna europea si è emancipata.

Il motivo non si deve a uno sviluppo sociale o a una scelta volontaria, ma a una questione di forza maggiore, di necessità.

La donna è un essere umano e l’uomo è altrettanto un essere umano, su questo non c’è dubbio. E non bisogna fare alcuna distinzione tra i due generi. Così come, dal punto di vista dei diritti, non bisogna fare alcuna differenza tra l’uomo e la donna..

Per quanto riguarda i doveri ci dobbiamo soffermare.

Se noi incarichiamo la donna di svolgere compiti maschili, vuol dire che abbiamo “aggredito” la sua natura. Perché, per riconoscerle i propri diritti, imponiamo alla donna di svolgere le mansioni di un uomo? ça donna deve mantenere i propri diritti senza essere costretta a scolgere compiti maschili, questa è un’ingiustizia imposta alle donne.

Voce dal pubblico: è una libera scelta!

E’ giusto. Questo è corretto. Il programma è quello di libera scelta. E possiamo fare anche degli esempi pratici. Se c’è richiesta di un conducente di un treno a carbone, mettiamo un annuncio sul giornale: <<Chi è in grado di svolgere questo lavoro che si presenti all’azienda che ha messo l’annuncio>>. Si presenteranno uomini e donne. Una donna, che ha imparato come guidare quel treno, è costretta a lavorare. Potrebbe essere scelta lei, e diventeràò conducente di un treno a carbone. Questa è un’ingiustizia per la donna: non potrebbe guadagnarsi da vivere se non attraverso la possibilità di guidare un treno a carbone. Ci dovrebbero essere due sistemi: uno idoneo alla donna e uno idoneo all’uomo. Così la donna potrebbe fare la propria scelta liberamente, esprimendo la propria volontà: eventualmente anche quella di fare una professione maschile.

La donna ha diritto di fare le proprie scelte liberamente ed esprimere la volontà di fare lavori prettamente maschili. Se noi aprissimo una “scuola guida”, dove insegnamo a guidare slo automezzi pesanti, autocarri, le donne potrebbero imparare solo quel programma. Questo è errato. Dovrebbero esistere più programmi: per guidare altri mezzi, per chi vuole imparare a guidare una semplice automobile. Se poi una donna volesse guidare l’autobus o l’autocarro, sarebbe libera di farlo, ma non sarebbe costretta. Ci sarebbero gli altri programmi più idonei, ma, se a lei non interessano, preferisce quello degli uomini: benissimo: questa è libertà. Però se noi abolissimo tutti i programmi adatti alle donne e lasciassimo solo quelli idonei agli uomini, costringeremmo le donne a imparare solo mestieri tipicamente maschili. Questa sarebbe un’ingiustizia, spacciata per uguaglianza tra uomini e donne: sarebbe una perdita di libertà.

Questo è quanto avviene in Europa. Ci dovrebbe essere l’opportunità di imparare il mestiere più adatto sia per le donne sia per gli uomini. Le attività più idonee alla donna sono disponibili, così come, se per libera scelta vuole imparare i mestieri maschili, c’è anche questa possibilità. Ma che ci sia un programma di lavoro unico e un’unica opportunità che costringe la donna a fare il lavoro degli uomini, e che poi si dica che è libera, assolutamente no, questa è mancanza di libertà: non possiamo affermare che la donna è libera e che ha gli stessi diritti dell’uomo.

La donna si è trovata in questa situazione difficile, costretta dalla necessità. Questa è una cosa molto importante.

*

Sappiamo che la società umana è composta da maschi e femmine. Perché Dio ha creato due generi? Poteva crearne uno solo…

[Rivolto a una donna tra il pubblico] Lei dice: <<Come sarebbero nati gli uomini?>>. Io le faccio la stessa domanda!

… Sarebbe stato più facile, tutti avrebbero fatto le stesse attività.

Però Dio ha creato uomini e donne. Dobbiamo rispettare le differenze esistenti tra i due sessi.

Una volta ho visitato una fabbrica in un Paese dell’Europa dell’Est: un ambiente molto sporco, pericoloso, dove si produceva materiale esplosivo, sottoterra. Vi lavoravano per la maggior parte donne, tutte impolverate, sui capelli e sui vestiti. Quella è libertà? No, quella è un’ingiustizia! E’ un’imposizione alla donna, è distruzione della donna: quello è un lavoro da uomini!

Perché costringere la donna a lavorare in una fabbrica di materiali esplosivi? Poi ci dicono: <<Da noi la donna è libera e lavora nelle fabbriche dove lavora l’uomo>>.

Quelle donne erano costrette, non avevano scelta, non c’era altra opportunità di lavoro se non quella.

Ci dovrebbero essere un lavoro più adatto alla donna, e un programma più adatto alla donna; poi la donna sarebbe libera di scegliere. Se vuole imparare un lavoro tipicamente maschile è libera di farlo, ma non deve esere costretta a farlo. Se vuole fare il lavoro maschile può farlo, avendo anche l’opportunità di scegliere lavori più adatti al ei.

Ma eliminare il lavoro adatto alle donne, lasciando solo professioni adatte agli uomini e poi costringere le donne a svolgerle, affermando che sono libere, questo è inammissibile. E’ questa la situazione che si è verificata nell’Europa dopo la Prima e la Seconda guerra mondiale.

Lorenzo DeclichLibyan partydonna,femminismo,giulio andreotti,islam,libia,mara carfagna,moammar gheddafi,silvio berlusconi
Questo discorso (di cui cito solo l'inizio) è stato tenuto da Gheddafi venerdì 12 giugno 2009. Non credo che sia dissimile da ciò che ha detto qualche giorno fa al cospetto delle famigerate hostess. Pubblico il pezzo senza commenti perché mi sembra che si commenti da sé. Vi invito però a...