[n.d.r. Questo ottimo post è apparso 11 ore fa sul blog di Melone con il titolo “The Project”. Mi trovo a sfruttare subito gli accordi di crossposting appena presi con lui (hehhé) e lo pubblico integralmente, consigliandone la lettura insieme a “Islam europeo, prima capiamo cos’è“]

Con un articolo apparso su Foreign Policy, Nathan Brown smonta una delle recenti teorie sui Fratelli Musulmani. In realtà se ne parla da tempo, ma la fuffa non è ancora montata a dovere. Secondo alcuni “esperti”, i Fratelli Musulmani avrebbero costituito un network segreto internazionale con l’obiettivo di conquistare e islamizzare l’”Occidente”. Siamo sempre lì insomma, in Eurabia, ma questa variante crea un nemico dai contorni meno sfuggenti. A differenza del generico spauracchio eurabista, il “fondamentalismo islamico”, qui i contorni sono chiarissimi. Sono i Fratelli Musulmani che, attraverso una struttura internazionale posta a coordinamento dei vari gruppi nazionali, stanno realizzando un progetto di dominazione globale di stampo islamista. Il piano sarebbe contenuto in un documento -senza titolo e scritto in arabo- sequestrato nel novembre del 2001 a Youssef Nada (la storia è lunga).

Dopo un’attenta analisi di “The Project”, così è stato chiamato il documento, alcuni “esperti” sono arrivati a vergare le seguenti conclusioni. E senza alcun intento ironico, è bene sottolinearlo. Douglas Farah, ad esempio, pensa che quello dei Fratelli Musulmani sia un “piano poliedrico per convertire gli Stati Uniti d’America in una nazione Islamica”.* Patrick Poole, dal canto suo, sostiene che gli obiettivi a lungo termine del movimento islamista siano quelli di “infiltrare l’Occidente e stabilire uno stato Islamico globale governato dalla Legge Islamica”.* Per Lorenzo Vidino, infine, la “conquista islamica” è un processo storico in corso:

Dai primi anni ’60, membri e simpatizzanti dei Fratelli Musulmani si sono trasferiti in Europa e hanno lentamente stabilito un network ampio e ben organizzato di moschee, enti benefici e organizzazioni islamiche. A differenza della maggioranza dei musulmani, l’obiettivo supremo dei Fratelli Musulmani potrebbe non essere semplicemente quello di “aiutare i musulmani a essere dei cittadini modello,” ma piuttosto quello di estendere l’applicazione del Diritto Islamico a Europa e Stati Uniti.*

Nathan Brown, che del movimento conosce e studia le varie realtà nazionali, arriva a delle conclusioni, come dire, leggermente diverse: l’organismo internazionale dei Fratelli Musulmani esiste ma è irrilevante. I diversi contesti nazionali hanno sempre la precedenza e ogni gruppo di fatto gode della più completa autonomia, sia dall’”organizzazione madre” – il ramo egiziano – che dall’organismo internazionale. La conclusione di Brown è inequivocabile:

A livello globale, non esiste una mafia dei Fratelli Musulmani. E non si tratta neanche di un disciplinato Comintern di stampo stalinista. Ricorda piuttosto l’Internazionale Socialista odierna: una struttura agile per un gruppo di movimenti vagamente connessi e ideologicamente simili che si riconoscono l’un l’altro, si scambiano storie ed esperienze durante incontri occasionali, e aderiscono ad una ideologia internazionale senza darle grande priorità. Ci sono tutte le buone ragioni per interessarsi alle svariate (e incredibilmente eterogenee) realtà nazionali, ma non c’è motivo di temere un oscuro network globale.*

* Traduzione veloce.

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