Uno dei miei giornali preferiti, l’Occidentale, apre parzialmente gli occhi.

Schiacciato com’era sul un fallacismo becero (grazie al quale raccoglieva lettori entusiasti) si sentiva evidentemente poco autorevole e, ultimamente, ha iniziato a sviluppare ragionamenti che, se da una parte non approvo, dall’altra trovo almeno dotati di una testa e una coda.

In questo pezzo, ad esempio, Roberto Santoro accetta l’idea che a un certo punto l’islam non farà più paura e rileva l’esistenza di una middle class di religione musulmana:

Verrà il momento in cui anche nel mondo arabo e musulmano sorgerà una classe media “pop” simile a quella dominante nelle democrazie occidentali. La borghesia global è una cerchia di persone, non proprio ristretta, che condivide le stesse esigenze di benessere, lavoro, progresso. Un gruppo umano tendenzialmente pacifico.

Non mi dilungo su ciò che in Santoro non trovo corretto o completamente sbagliato: all’Occidentale sono di destra e delle cose proprio le pensano a destra. Quindi non mi aspetto che vi sia una critica seria all’islamercato.

Rilevo però che il tono dell’articolo e la sua analisi sono ben lontani dal genere dell’invettiva cieca, guerrafondaia e ignorante di un Mario Sechi o, ancora peggio, dal mellifluo tentativo di un Christian Rocca su Il Sole24Ore di far passare, ancora una volta, l’adagio orientalista “nell’islam non c’è separazione fra stato e chiesa”, un argomento vecchio e superato esattamente come chi ancora lo spende (riciclandolo per la decima volta): il 94enne Bernard Lewis.

Sì, Christian, la teoria teocratica dell’islam è una cosa forte, un elemento di cui tener conto. Ma c’è molto, molto di più, oggi, al mondo.

C’è stato il colonialismo. C’è stata la decolonizzazione. Ci sono stati i regimi nazionalisti. Ci sono state le esperienze rivoluzionarie più o meno andate male, più o meno stroncate, dall’esterno o dall’interno. C’è ad esempio, come ho sottolineato qui,  un’opinione pubblica araba che vuole la democrazia. C’è un islam “di mercato”, una forza in continua espansione, che “privatizza” l’islam, che rende la spiritualità islamica una cosa per molti versi new age.

Anche i Fratelli Musulmani, in molti contesti, hanno smesso di pensare a uno “Stato islamico” e si sono dati al businness perché ritengono sia più conveniente vivere in democrazia.

Lì, in quel mondo iperuranio di Bernard Lewis, sono rimasti i terroristi, alcune frange estreme dell’islam, i vari conflittori di civiltà d’Oriente e d’Occidente, e i Christian Rocca.

Un consiglio, caro Christian: ogni tanto leggi una cosa un po’ meno antiquata, informati su come va il mondo al di fuori del tuo prezzolato contesto.

Non devi per forza fare amicizia con i cattivi, ora puoi leggere Ed Husain sull’Occidentale!

Lorenzo DeclichIslamercatoLe destre e l'islamScomposte invettivebernard lewis,christian rocca,ed husain,fratelli musulmani,islam,mario sechi,roberto santoro
Uno dei miei giornali preferiti, l'Occidentale, apre parzialmente gli occhi. Schiacciato com'era sul un fallacismo becero (grazie al quale raccoglieva lettori entusiasti) si sentiva evidentemente poco autorevole e, ultimamente, ha iniziato a sviluppare ragionamenti che, se da una parte non approvo, dall'altra trovo almeno dotati di una testa e una...