Titoli e copertine
Scorro lo scaffale della libreria dell’ufficio postale: La parrucchiera di Kabul, Cenerentola a Kabul, La fiammiferaia di Kabul…
Mi domando: ma tutte a Kabul si sono trasferite le eroine delle fiabe?
Guardo le copertine, una la fotocopia dell’altra, e vengo attratta da un altro libro, Una ragazza disobbediente (ambientato in Sri Lanka). Con copertina leggermente lasciva.
Tralascio cosa è venuto fuori su Google digitando “una ragazza disobbediente”.
Tre di questi libri sono editi da Piemme, che evidentemente si da molto da fare per veicolare una certa immagine di donna, musulmana possibilmente ma non necessariamente; tra i titoli del sito noto anche un Sognando Jane Austen a Baghdad che mi fa rabbrividire.
Dulcis in fundo la nuova prova letteraria di Salwa an-Neimi, l’autrice di La prova del miele, dal titolo Il libro dei segreti.
Questo l’ho comprato. L’ho letto giusto in 30 secondi.
https://in30secondi.altervista.org/2010/09/30/titoli-e-copertine/In 30 secondiletteratura,letteratura araba,letterura
Sono sempre divertenti ma serie le tirate contro certa editoria! Piemme è vero, è molto agguerrita, punta anche – non dimentichiamolo – sull’infanzia rubata in terre d’Islam, allora abbiamo titoli quali Il bambino/bambina che…
Il bambino che leggeva il Corano
La bambina che scriveva sulla sabbia
eccetera…
Un’altro sgarbo editoriale, meno evidente ma non secondario secondo me, è di Newton&Compton che si ostina a riproporre Nagib Mahfuz in traduzioni da traduzioni inglesi, possibile che nessuno degli addetti ai lavori protesti?
Per quanto riguarda la Neimi, mi chiedo perché un editore come Feltrinelli si è deciso a far tradurre dall’arabo, poteva evitarlo se ci deve proporre questa roba, ce n’era bisogno? Anche economicamente intendo, sono messi così male alla Feltrinelli? Intanto ai più degli italiani restano inaccessibili bei libri come Incubi di Beirut, Warda, La pietra del riso… alcuni non tradotti, altri pressoché introvabili. Bene, no?
una cosa è feltrinelli. elisabetta, la consulente per le traduzioni dall’arabo della casa editrice, mi dice che per poter far tradurre qualcosa di valido deve prima proporre qualcosa che venda e sicuramente an-neimi vende. io so che ha ragione, nel senso che le logiche sono queste, ma come sai sogno sempre un editore che osi (e che abbia i soldi per farlo).
altra cosa è un editore come piemme che identifico come editore catto-paternalista e che fa scelte editoriali che vanno tutte nel senso di presentarci storie tragiche – senza validità letteraria – dalle quali le/i protagoniste/i si salvano guarda caso quasi sempre per un incontro con un occidentale. non a cas quindi sono storie di donne e bambini perlopiù.
Meno male, immaginavo (e speravo) che la pubblicazione di al-Neimi fosse preliminare a qualcosa di meglio in futuro, anche se appunto c’è sempre un po’ di delusione nel vedere che gli editori non osano. E c’è che trovo comunque, nella melma, più sano leggere Salwa al-Neimi che qualsiasi porcheria Piemme.
Ho notato tra l’altro che Piemme ha pubblicato anche un libro di Hanan al-Shaykh, non ricordo il titolo in arabo, ma in italiano si trasforma per magia in La sposa bambina… Non sono andato a leggere il libro, però ne sono incuriosito se non altro per la coincidenza autrice/editore.
La domanda è (anche) questa: ma poi vendono davvero questi libri? O meglio: siamo sicuri che per andare sul sicuro gli editori non “si accontentino” di vendite mediocri?
secondo me basta rientrare dei costi, anche per questo non organizzano ran che di presentazioni se non per nomi da cassetta…
di shaykh è uscito anni fa anche un altro libro per jouvence, ma il suo capolavoro è intradotto. sospetto perché molto esplicito nel linguaggio sessuale visto altri romanzi arabi ampiamente censurati a motivo sesso e/o commenti sulla religione cristiana.
Il dummy ha l’hobby dell’antropologia culturale, si intristisce quando massacrano le fiabe, le donne e i bambini e torna a lurkare.
tradotto?
for dummies :-)))
trattasi di un neofita/goffo nella materia (dummy=fantoccio dei crash test) che ogni tanto commenta ma per lo più legge e non commenta (lurka).
Donne nel deserto ho provato a leggerlo, ma l’ho abbandonato, non mi piaceva molto, però ho visto che caldeggi la traduzione di Hikayat al-Zahra, non potendo leggerlo ora con l’arabo che balbetto aspetto e mi fido…