Ricevo da Champlooman questo post su Ahmadinejad e la sua visita in Libano.

Lo rimando, con qualche intromissione:

È vero, Ahmadinejad ha detto che l’11 settembre è una strategia americana per realizzare un programma politico in medio oriente; ma chi non aveva almeno una volta, nell’intimo del proprio studio-letto-schermo di pc, pensato a questo?

Insomma tutti ci abbiamo pensato, qualcuno ha riflettuto, altri smentiscono, altri aspettano di arrivare ai 60anni per scoprire una storpiata verità.

Però siccome così parlò Ahmadi, tutti si son dovuti porre il problema di farla sembrare una cosa inusitata, sconcertante, peggio quasi della Shoah Revisited.

E Lui è molto contento, ha suscitato scalpore, la sua politica estera a suon di discorsi permane.

Poi va in Libano, lascia un paio di sassi, fra accuse e rischi di attacchi sunniti-israeliani, conclude un paio di bei accordi commerciali, qualche negoziato sull’export di armi all’esercito libanese – non più Hezbollah, ma direttamente a quelli che collaborano con l’Unifil – un po’ di gas magari a largo delle coste mediterranee, un paio di raffinerie.

E insomma il Libano è di nuovo il crogiuolo di prima, niente di nuovo.

Però la storia delle bandiere iraniane sulle moschee e sui ponti libanesi (qui) , non va proprio a genio da quelle parti.

Sciiti sì ma anche arabi.

Però ci son le scuole, gli ospedali, le armi, e c’è pure Israele, che non perde occasione di minacciare.

Allora ben vengano le bandiere e tutto il resto. E ben venga anche Ahmadi, che anche se parla troppo, non risparmia mai per il Libano.

E siccome la strada di al-Quds [for dummies: Gerusalemme] passa per Kerbela [for dummies: città santa per gli sciiti, gli iraniani sono sciiti, la città si trova in Iraq], e Kerbela non è più ostile all’Iran, lasciamo passare questo “umile uomo” – parola di Michel Aoun [for dummies: uomo politico cristiano maronita dalle mille stagioni, vedi qui, ed oggi alleato anche del Hezbollah] che “calling Mr. Ahmadinejad a modest man who is widely misunderstood” –  nelle terre degli amici libanesi.

Ma si sono accorti che con lui son arrivati 2.500 membri delle Guardie Rivoluzionarie?

E 5000 agenti delle truppe speciali Hezballah, addestrate in terra iraniana (Khuzestan)?

Sarà un bel discorso di quelli infuocati, quello di Ahmadi.

Fra gli invitati anche Seyyed Hassan Nasrallah, e il suo prolifico arabo.

Lorenzo DeclichIn 30 secondiahmadi nejad,al-quds,gerusalemme,hezbollah,iran,israele,kerbela,libano,michel aoun,Seyyed Hassan Nasrallah
Ricevo da Champlooman questo post su Ahmadinejad e la sua visita in Libano. Lo rimando, con qualche intromissione: È vero, Ahmadinejad ha detto che l'11 settembre è una strategia americana per realizzare un programma politico in medio oriente; ma chi non aveva almeno una volta, nell’intimo del proprio...