Angela Merkel dichiara la morte del multiculturalismo alla tedesca (qui).

Dice sostanzialmente: il sistema è fallito perché “pensavamo di vivere felicemente fianco a fianco” e invece…

All’inizio degli anni Sessanta abbiamo invitato i lavoratori stranieri a venire in Germania, e adesso vivono nel nostro paese. Ci siamo in parte presi in giro quando abbiamo detto ‘Non rimarranno, prima o poi se ne andranno’, ma non è questa la realtà. L’approccio multiculturale e l’idea di vivere fianco a fianco in serenità ha fallito, fallito completamente (fonte)

Ricordando a tutti che Angela Merkel è una donna conservatrice, ancorché spesso di buon senso, vorrei fosse chiaro un concetto, così la chiudiamo qui con questa storia del multiculti, descrivendone la vera natura: la Germania, avendo bisogno di lavoratori, ha per decenni gestito flussi migratori principalmente dalla Turchia, siglando patti bilaterali con quel paese che prevedevano anche la gestione del dato culturale o, per meglio dire, davano alla Turchia il modo di mettere il cappello sulla comunità turca in Germania.

Quello tedesco, dunque, fu prima di tutto un approccio economico (non molto dissimile da quello francese-algerino e mai realizzatosi in Italia, sebbene molti ne predicassero i benefici), nato dalle necessità realpolitiche di pompare l’economia tedesca, e realizzatosi di concerto con la Turchia che da parte sua beneficiava:

  1. dell’afflusso di moneta forte spedita dagli emigrati tedeschi alle proprie famiglie;
  2. del controllo effettivamente esercitato su un’intera comunità linguistica all’estero.

Un approccio economico che oggi non ha più ragion d’essere perché la Germania non ha più bisogno di lavoratori.

Anzi ce ne ha troppi.

La Merkel, nel suo discorso, è stata molto franca. Ha detto, praticamente: “facevamo finta che tutto questo non avrebbe avuto conseguenze e invece le ha avute”.

E ora che la Germania non può più assorbire lavoratori da fuori si scopre “invasa” e razzista.

Aiuto l’islam aiuto.

Eh no, ragazzi, non va mica bene. Io se faccio un prestito lo pago.

Qui non si parla di teorie dell’integrazione, di multicultura o intercultura. Qui si parla di una scelta politica che ha prodotto separazione.

Di una cosa che già in partenza era foriera di contraddizioni mai affrontate.

By the way: la cosa dovrebbe far riflettere anche chi, in Italia, decide di affidare al Marocco la moschea di Torino (qui) o, a suo tempo, decise di far costruire la moschea di Roma ai sauditi, invece di studiare chi c’è davvero a Torino o c’era a Roma.

Chi erano e cosa volevano i musulmani di Roma? Cosa vuole la comunità musulmana torinese, sempre che ce ne sia una sola? Non sarà il caso di dare 3 o 4 spazi più piccoli, più proporzionati ai bisogni delle diverse comunità?

Sono sicuro che la stragrande maggioranza dei marocchini che vivono in Italia non ama la politica del proprio paese: perché riproporgliela in moschea?

E perché permettere a un establishment economico di costruire una moschea a Roma senza nemmeno ragionare un attimo sui musulmani di Roma? Sulla loro provenienza e sulle loro aspettative?

In Italia non siamo multiculti né altro perché da decine di anni viviamo una non-situazione.

Perché in Italia non c’è mai stata né una politica dei flussi né una politica dell’integrazione (leggi Zmagria qui)*.

Né altro, se non la volontà di milioni di cittadini italiani di stare bene e mescolarsi, com’è normale, con i nuovi arrivati.

E se oggi la Germania paga dieci, noi fra vent’anni anni pagheremo cento.

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* e poi non si è nemmeno discusso di che cosa significhi davvero “integrazione”.

Lorenzo DeclichMille moscheeangela merkel,francia,germania,immigrazione,integrazione,islam,italia,marocco,moschee,multiculturalismo,turchia
Angela Merkel dichiara la morte del multiculturalismo alla tedesca (qui). Dice sostanzialmente: il sistema è fallito perché 'pensavamo di vivere felicemente fianco a fianco' e invece... All’inizio degli anni Sessanta abbiamo invitato i lavoratori stranieri a venire in Germania, e adesso vivono nel nostro paese. Ci siamo in parte ...