In un suo recente elaborato dal titolo “Gli occhi chiusi dell’Occidente“, Angelo Panebianco, partoriva un ottimo esempio di come ignoranza della materia, pregiudizio e malafede riescono a creare mostri inesistenti.

Come a suo tempo ho cercato di spiegargli, mescolava 3 o 4 ingredientucci da invettivologo della domenica per giungere alla conclusione che dobbiamo continuare a tirare bombe addosso a un’entità dai contorni indefinitissimi: l’islam.

Stessa cosa, o quasi, e con tinte forse anche più razziste, è avvenuto ieri.

Come sempre il grande ospite è Corsera.

La pagina è la numero uno.

Il taglio è editoriale.

Ma il titolo è decisamente incoraggiante –  “Musulmani d’Europa” – e il Nostro parte lento, direi senza infamia e senza lode, con una chiave di lettura “elettoralistica” al problema “immigrazione”:

La dichiarazione del cancelliere Angela Merkel («il multiculturalismo è fallito») è stata interpretata da tutti come una constatazione di  fatto sugli errori della politica dell’immigrazione tedesca degli  ultimi decenni ma anche come il segnale di una svolta imminente.
Anche in Germania, come in tutto il resto dell’Europa, la questione  degli immigrati è ora un problema politico di prima grandezza: dare risposte incoerenti con le domande dell’opinione pubblica può significare perdere le elezioni […]

Secondo passaggio: bisogna affrontare il problema.

[…] C’è la reazione delle opinioni pubbliche ma c’è anche un’incertezza obiettiva su come fronteggiare il problema. […]

Tuttavia né “assimilazionismo” né “multiculturalismo” sembrano funzionare, dice lui.

Lasciamo andare la definizione di “multiculturalismo” qui proposta, né ciò che il termine “assimilazionismo” sottende, altrimenti ci impelaghiamo.

Andiamo oltre, dove Angelo ci spiegherebbe che in verità c’è immigrato e immigrato.

nel complesso, molti immigrati, soprattutto dell’Est europeo, riusciranno ad inserirsi con successo nelle società europeo-occidentali. C’è però il caso dell’islam. Non è casuale che proprio ai musulmani (e non agli altri immigrati) si faccia sempre riferimento quando si constata il fallimento del multiculturalismo.

Notate come Panebianco non ci spieghi questo suo “non è casuale”. Quando io dico: “non è un caso che oggi senta freddo” ho anche dentro di me una risposta. Ad esempio: “infatti non ho messo le calze”.

Mentre Angelo ci dice: “non è un caso che proprio ai musulmani …”, ma la risposta non la dà e passa oltre, spacciando come realistico il più classico e falso luogo comune sull’immigrazione “islamica” in Europa:

Ciò che ovunque in Europa si teme è che una crescita eccessiva delle comunità musulmane, grazie anche al differenziale demografico, finisca per imporre le trasformazioni più forti nelle regole di convivenza delle società europee.

Eurabia, insomma, as usual.

Come Wilders, come Allam, come Fallaci, Bat Ye’or: i soliti 4 scalzacani che hanno fatto fortuna agitando lo spettro dell’invasione musulmana in Europa.

E Panebianco non ci dice che è tutto falso, no. Lascia quel “si teme” in sospeso, non fuga i dubbi, le paure.

Non dà informazioni, come invece farebbe un giornalista onesto di un giornale nazionale normale.

Come fa la BBC, ad esempio, dimostrando quanto questo timore sia del tutto infondato.

No, anzi: Panebianco si lancia in una tirata vecchio stile sul “conflitto di civiltà”, una cosa che suona così anchilosata da sembrare buffa:

La domanda di cui nessuno conosce la risposta è la seguente: cosa può succedere quando due grandi civiltà, altrettanto forti e orgogliose, come quella europea-cristiana (oggi anche liberale e democratica) e quella islamica, che si ispirano a principi e norme antitetiche, e che, anche per questo, si sono aspramente combattute attraverso i secoli, si trovano a condividere lo stesso territorio e lo stesso spazio politico?

Di che cosa sta parlando Angelo Panebianco? Che storia ha letto? Che libri ha letto? Di che civiltà parla? Non lo sa che su questo pianeta esiste da molto tempo ormai una sola civiltà (sempre che quella che abbiamo possa chiamarsi così)? Perché non lo sa?

Panebianco schiaccia tutto in due categorie “europa” e “islam” e chiama queste categorie “civiltà”.

Ma non conosce, o fa finta di non conoscere, un fatto fondamentale: sono molte di più e molto più marcate le differenze all’interno di queste due categorie che non le differenze fra le categorie stesse.

E’ esattamente lo stesso ragionamento fatto a suo tempo sulle razze. E se ormai diamo per assodato che le razze non esistono, faremmo bene a rimuovere il più in fretta possibile l’idea razzista per cui è in atto un conflitto di civiltà.

A meno ché non abbiamo bisogno di odiare per qualche motivo. E allora queste civiltà “forti e orgogliose” le fabbrichiamo, le immaginiamo.

Ma no, Angelo, tu sei un ottimo docente universitario.

Tu queste monnezze non le puoi avallare.

Tu mica sei scadente come Claudio Moffa, vero?

O forse sì?

Lascio a voi, carissimi lettori di questo blog, ragionare su quest’ultima domanda.

E per aiutarvi nel ragionamento vi riporto, disperato, la vera e propria favola con cui Panebianco chiude il suo infausto ma prezzolato intervento, limitandomi a segnalarvi qualche cosuccia (in neretto):

La risposta dipenderà in parte da noi europei, dagli atteggiamenti che assumeremo e dalle politiche che adotteremo. Ma, in larga parte dipenderà anche dalla evoluzione del mondo islamico. Se il ciclo fondamentalista (connesso al cosiddetto «risveglio islamico») che ha investito l’islam mondiale negli ultimi decenni non si esaurirà presto, dovremo attenderci aspri conflitti e fortissime tensioni anche in Europa (altro che pacifica convivenza multiculturale). Se invece quel ciclo, raggiunto un picco e punte di massima espansione, andrà ad esaurirsi, come è possibile che prima o poi accada, allora nasceranno forse esperimenti inediti e interessanti: la democrazia potrà misurare il proprio successo anche sulla sua capacità di favorire la piena adesione dei musulmani immigrati alle regole della società aperta e libera. Oggi ciò non appare probabile. Ma è lecito, per lo meno, sperarlo.

In chiusura non mi resta che alzare il ditino e assegnare i compiti a casa. Caro Angelo, leggi e commenta i seguenti articoli alla luce del “conflitto di civiltà” di Samuel Huntington:

  1. It’s the Occupation, Stupid! di Robert Pape su Foreign Policy, in cui si collega il fenomeno del terrorismo suicida alle occupazioni militari;
  2. West may fuel Yemen, Somali militancy-report (AFP) in cui si sintetizzano le conclusioni di uno studio di Chatam House sul fatto che le attività occidentali di counter-terrorism in Yemen e Somalia potrebbero alimentare il terrorismo.

 

Lorenzo DeclichNumeri e favoleangelo panebianco,conflitto di civiltà,europa,islam,multiculturalismo
In un suo recente elaborato dal titolo 'Gli occhi chiusi dell'Occidente', Angelo Panebianco, partoriva un ottimo esempio di come ignoranza della materia, pregiudizio e malafede riescono a creare mostri inesistenti. Come a suo tempo ho cercato di spiegargli, mescolava 3 o 4 ingredientucci da invettivologo della domenica per giungere alla...