[ricevo da Giorgioguido e mando, n.d.r.]

Poco tempo fa ho malauguratamente (ma forse non tutti i mali vengono per nuocere) fatto la conoscenza di un gruppo di islamofobi agguerriti, ho provato ad avere una discussione con loro ma senza esito alcuno.

In un certo senso mi ha incuriosito la scoperta di questo settore della società con il quale, in fondo, prima d’ora mi ero limitato a piccoli battibecchi o a semplici sguardi di sufficienza e commiserazione (cosa della quale in realtà non vado molto fiero).

Mi sono chiesto quindi perché questa gente avesse una visione del mondo così distante dalla mia.

Che esperienze terribili dovevano aver mai fatto per arrivare ad odiare a tal punto? Chi erano? Quanti erano?

Dai tentativi di dialogo ne ho ricavato ben poco: ho rimediato insulti ed ho riscontrato da parte di molti di loro un’incapacità di leggere il dato reale.

Mi sono sembrate persone paralizzate nelle loro posizioni da qualcosa di infinitamente più forte del raziocinio. Qualcosa che fa vedere loro l’Islam come il Male assoluto, come l’onda verde che travolgerà l’Europa bruciandone le chiese e sottomettendone tutti i liberi cittadini.

Cosa può paralizzare un individuo a tal punto? La stessa cosa in grado di sopraffare la ragione: la paura. Ma la paura  per diventare un sentimento governabile dal potere ha bisogno di nutrirsi di propaganda. Una storia vecchia. Che dovremmo aver imparato.

Già, perché la storia dell’onda verde islamica che distruggerà l’Europa somiglia troppo da vicino alla marea rossa comunista che avrebbe divorato l’Occidente, la storia delle armi di distruzione di massa come casus belli ricorda terribilmente quella del Golfo del Tonchino, il sentimento di odio verso genti semitiche che professano un’altra religione è già stato vissuto dall’Europa più di una volta.