Una breve nota per ricordare quello che succede in Libano.

Un paio di investigatori del TRIBUNALE SPECIALE PER IL LIBANO (Special Tribunal on Lebanon) (STP) e un interprete indagano sull’assassinio di Rafiq Hariri, allora decidono di andare nei quartieri a sud di Beyrut – Dahyeh -.

L’idea in sé non è nemmeno assurda. “Vogliamo indagare, sentiamo un po’ che si sa di Hezballah”, dicono.

Per cominciare però decidono di andare a chiedere in un centro ginecologico dove alcune moglie o vedove di combattenti di Hezballah si fanno visitare.

Decidono, gli abili investigatori, di chiedere i nomi di alcune pazienti per procedere alle indagini.

Scoppia il caos, vengono aggrediti verbalmente dalle presenti che manifestano il loro disagio, ma anche la loro ferma contrarietà a questo tipo di indagini (qui)


Intanto Hezballah chiama il popolo libanese tutto a rigettare l’indagine internazionale, manovrata da potenze straniere avverse alla pace regionale.

Gli sciiti del sud e altrove rispondono alla chiamata. E riparte quel solito putiferio libanese in salsa caos e contesa settaria.

Il resto del mondo si sconvolge della reazione avvenuta a sud di Beyrut: “un ostacolo alle indagini…”.

Be’, forse, ma anche una bella idiozia andare a chiedere il numero di pazienti femmine a sud di Beyrut a nome di un tribunale internazionale dichiaratamente vicino agli Stati Uniti.

E comunque l’unica verità, a parte che Hariri è morto e lì vicino alla sua macchina fumante c’erano un paio di passaporti israelo-olandesi, è che non ho ancora capito se questi investigatori ci fanno o ci sono.

Intendo imbecilli…

ChamploomanIn 30 secondihezbollah,libano,rafiq hariri
Una breve nota per ricordare quello che succede in Libano. Un paio di investigatori del TRIBUNALE SPECIALE PER IL LIBANO (Special Tribunal on Lebanon) (STP) e un interprete indagano sull’assassinio di Rafiq Hariri, allora decidono di andare nei quartieri a sud di Beyrut – Dahyeh -. L’idea...