Sakineh: dove sta la verità?
La vicenda di Sakineh Ashtiani è stata il leitmotiv della vita mediatica italiana ed europea per diverse settimane.
Ora (come diverse volte in questi ultimi tempi) sembra che siamo giunti in un momento decisivo in cui la sua sorte verrà decisa. Cerchiamo di prendere in considerazione la questione in un’ottica oggettiva.
La Sakineh Ashtiani è accusata di frequentazione extra-coniugale con due uomini, un fatto che in Iran è punito con la morte.
Essendo di etnia azeri e non parlando il persiano, non poté partecipare al processo attivamente, non comprendendo lo svolgimento processuale e neppure la sentenza di lapidazione. L’accusa era di adulterio. Ci sono irregolarità giudiziare fin qui, ovvero l’equo processo non viene rispettato del tutto.
Nel frattempo però era aperta l’indagine sull’assassinio del marito di Sakineh. Alcune fonti indicano che l’assassinio del marito presenta elementi di estrema efferatezza tali da vietare la pubblicazione dei dettagli (in Iran c’è una legge che vieta la pubblicazione di elementi efferati (qui e qui. Vedi anche qui ma prendi con le pinze).
In Europa e nel mondo il tutto viene presentato come caso generico di “giustizia islamica”, inumana e ingiustificata, ma è necessario specificare che la condanna per lapidazione è avvenuta nella cornice dell’autonomia giudiziaria iraniana, per cui la corte dell’Azerbaijan (regione iraniana a nord-ovest) ha deciso di proseguire con l’incriminazione per adulterio.
Da aggiungere che si trattava di un crimine avvenuto in zone rurali del paese, lontane dalla realtà urbane. Non per giustificare le scelte, non sia mai!!! Mettiamo giusto i puntini sulle i… ecco l’Iran non è l’Afghanistan.
Poi la sentenza fu bloccata, vuoi per pressioni esterne, vuoi per meccanismi giudiziari interni: l’adulterio è una accusa “dura” nell’Islam, l’applicabilità è molto limitata, la corte di Cassazione rigetta tutto.
Ma resta l’omicidio e qui non si scampa. Come tutti i lucidi di mente hanno detto, si può e si deve discutere se sia giusta o no la pena di morte, ma la condanna a morte avviene in non pochi paesi e non serve orchestrare campagne mediatiche che finiscono per essere pretestuose e irrigidire le posizioni: sarà difficile far indietreggiare i giudici iraniani. Altrove succederebbe lo stesso.
Faccio comunque una previsione: nella prossima settimana dovranno uccidere Sakineh; non la uccideranno in 7 giorni, ma qualcosa di più.
P.s. I figli hanno chiesto asilo in Italia, aiuto al Vaticano, a Berlusconi. La solidarietà di Berlusconi giungerà fino in Iran?
https://in30secondi.altervista.org/2010/11/03/sakineh-dove-sta-la-verita/In 30 secondiiran,pena di morte,sakineh mohammadi ashtiani
Da ferma oppositrice alla pena di morte io sarei contenta che le venisse risparmiata la vita anche se fosse colpevole dell’omicidio del marito. Si tratta comunque di una persona e se vive è tutto di guadagnato. Peraltro questo potrebbe far capire alle gerarchie iraniane che non tutto quello che fanno passa sotto silenzio comprese le repressioni politiche…
Anch’io la penso così. Il punto centrale è appunta la pena capitale, non il modo in cui viene eseguita.
Siamo tutti d’accordo che la pena capitale sia abominio. Vorrei spostare quindi di poco il punto di vista. Le campagne mediatiche che cercano di farci trovare tutti d’accordo, premendo sul dato emozionale (hanno ucciso la povera Neda, lapideranno Sakineh) sono mirate, si chiama propaganda e servono, a mio modo di vedere le cose, a farci accettare l’eventuale attacco all’Iran. Quando questo dovesse accadere quale sarà il peggiore abominio? Una vita giustiziata o una guerra? Quel giorno saremo ancora in grado di mantenere la lucidità? Oppure sentiremo dire in giro che Ahmadinecoso se l’era cercata…?
Non posso parlare a nome di tutti ma io personalmente sì, non avrei problemi a tenere separate le due cose e a schifarmi per un attacco all’Iran. Qui sta all’intelligenza delle persone capire, anche basandosi sull’esperienza irachena, che non si rovescia una dittatura con una guerra, o meglio che lo si può anche fare ma non si avrà uno stato libero e democratico ma una polveriera. Detto questo, tutto quello che va a infastidire la leadership iraniana a me fa solo piacere (vabbè: tutto no; ma quasi tutto). Che realizzino finalmente che non possono fare quello che gli pare, non possono schiacciare il dissenso e comportarsi da barbari violando i diritti umani. Anche se nel caso di Sakineh non siamo di fronte ad un’oppositrice politica lo stesso è importante far intendere al regime iraniano che quello che fa non passa sotto silenzio perché magari ne terranno conto quando sarà il momento di reprimere il dissenso e si daranno una calmata.
@ minnina: mi permetto di commentare, per il gusto anche solo del dibattito, una tua frase “tutto quello che va a infastidire la leadership iraniana a me fa solo piacere “. Adotto come criterio quello più lucido, il realismo politico. Se ragione secondo le linea della tua affermazione, devi tenere conto che la tua opinione è un mezzo usato dai governi occidentali per indebolire un avversario internazionale in chiave regionale. ovvero la leadership iraninana se è più debole, è solamente un vantaggio per gli apparati governativi rivali (leggi Nato e compagnia), mentre non porta vantaggi reali in termini di diritti civici per la popolazione. così è…
Sarei curioso di sapere come vengono percepiti questi movimenti nostrani in Iran. Se vengono considerati ingerenze nella politica interna, se la società civile ne discute ed in che termini, se il governo iraniano li utilizza per organizzare la propria propaganda ed in che modo…
Lorenzo, nel gruppetto allargato dei frequentatori di 30secondi c’è un iranista o un buon osservatore della realtà iraniana? Sarebbe veramente utile ;)
rispondo alla tua richiesta:
allora questi movimenti di pressione mediatica (li chiamo così) che nascono dalla società civile ma anche da personaggi non lontani dalla politica attiva, sono così numerosi che sono allo stesso tempo percepito come sostegno per coloro che si oppongono al regimi in Iran, ma anche come gruppi che solo parzialmente comprendono la realtà (non raramente poi si intravedono trame oscure e cospirazioni). in definitiva, e per farla breve, l’effettività di questi movimenti è valida soprattutto nel caso siano guidati, o patrocinati da personaggi di spicco della comunità intelletuale iraniana. per esempio Ebadi, o altri esuli, semi esuli, ect.
questo per quanto riguarda la parte di popolazione non in linea con il governo.
per il resto della popolazione, provo a indovinare (è difficile incontrare gente che si dichiara favorevole al governo dal vivo), seguono le parole ripetute dai media iraniani. pressioni ingiustificate, cospirazioni ect…
Maziyar hai ragione infatti il quasi tra parentesi a questo si riferiva. Era una frase mezza ironica e l’ironia non è risaltata. A volte parlo di pancia e semplifico.
no ma avevo capito anche l’Ironia…era solo per dire che secondo me queste campagne sono affrontate come chiaccherate da bar…:-]
ecco l’iranista…in realtà la questione Sakine non solo è stata più seguita all’estero che in patria, ma pure nei cenacoli femministi la cosa non ha avuto il rilievo che qui ci aspetteremmo. non perché in Iran la società civile non sia consapevole della gravità della cosa, ma perché il dibattito si svoge su altri piani. ad esempio, c’è molto più movimento volto a far scarcerare le giuriste che difendono i diritti civili di tutti (uomini e donne) o a fortificare la lobby che chiede la non adozione di alcuni articoli proposti a modifica del codice civile che renderebbero la vita più difficile a TUTTE le iraniane.
Ciao Anna, molto interessante la tua analisi… ti va di riassumerla in 30 secondi, così la postiamo? Il titolo è “Sakineh e il dibattito interno all’Iran”. Sottotitolo “Iran percepito”….
Grazie Maziyar, molto esaustivo.
Un’ultima cosa: come mai dici che è difficile incontrare gente che dal vivo si dichiari favorevole al governo? Ti riferisci agli iraniani all’estero o in genere?
@giorgioguido: mi riferisco all’esperienza in Iran, cioè alla gente che incontri in Iran. però aggiungo che questa percizione è stata la mia personale, e quindi determinata da fattori come le frequentazioni personali, le amicizie e le affinità. Però anche girando in lungo e in largo, discutendo di politica e altro, mi è stato difficile incontrare sostenitori pro-governo. Però ammetto che ho assistito a molte manifestazioni a sostegno di Ahmadinejad. Non so se mi son spiegato.
Grazie Maziyar, ti sei spiegato perfettamente.