Nei giorni scorsi Adolfo Urso, fulgido coordinatore nazionale di FLI, ha espresso la volontà di fare una legge quadro per consentire alla finanza islamica – un businnes gigantesco in costante ed esponenziale crescita – di entrare a tutti gli effetti nel sistema italiano (leggetene anche qui).

Nel mese scorso, anche,  è uscito un libro da Giappichelli Editore dal titolo: Proposta di riflessione per l’emanazione di una legge generale sulle libertà religiose.

Si tratta di una raccolta di articoli sul tema. Nell’articolo introduttivo di Valerio Tozzi si legge:

Proponiamo una riflessione sull’esigenza di emanazione della legge quadro nazionale sulle libertà religiose. L’argomento è stato un po’ ipocritamente all’attenzione di tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi 20 anni, ma di fatto nessuno l’ha mai veramente anteposto nell’ agenda politica.
Oggi pensiamo che non tutti i mali vengono per nuocere.
La mancata emanazione della legge ha perpetuato notevoli discriminazioni ed ingiustizie, ma ci ha anche evitato l’onta di un ennesima espressione della solita politica ecclesiastica nazionale. Questa politica, sotto le mentite spoglie dell’attuazione di un interventismo pubblico in favore delle libertà religiose della persona umana, continua a manifestare un’attenzione per così dire a carambola, cioè, solo verso alcune religioni più importanti e con il limite per cui, le esigenze religiose dell’uomo vengono prese in considerazione unicamente mediante la sponda delle organizzazioni religiose di appartenenza.
Ne è derivata una politica lobbistica, che ponendo le esigenze personali, individuali e collettive, solo su di un lontano sfondo e prestando prevalentemente attenzione alle richieste dei gruppi religiosi più influenti,perpetua e incrementa l’ingiustizia e la discriminazione, allontanandosi di fatto dal progetto costituzionale.
Da questo fenomeno si generano le anomalie per cui, fatti di enorme rilevanza sociale e di costume non trovano un’adeguata risposta dal legislatore e dalle istituzioni.

[…]

La legge che auspichiamo deve realizzare la tutela delle esigenze religiose delle persone umane e dei gruppi di loro aggregazione, di qualsiasi entità, consistenza, radicamento sociale, non delle sole confessioni religiose, non solo di quelle più influenti e non solo da pretesi statuti personali, quali dovrebbero discendere direttamente dalle relazioni contrattate a livello di Governo, ma per disposizioni generali ed astratte, valide per tutti i soggetti collettivi a carattere religioso.

Ora: premesso un certo disamore per le istituzioni bancarie di qualsiasi genere, non ho niente di pregiudiziale contro la cosiddetta finanza islamica.

Ma ritengo che in tema di proposte di legge la seconda, che coglie l’aspetto forse più importante del discorso sulle libertà religiose, sia assolutamente prioritaria.

Soprattutto in un paese come l’Italia, che porta con sé l’anomalia del Concordato e del regime pattizio (intese separate per ogni confessione religiosa stanti dei referenti che, ad esempio, per l’islam sono davvero difficili da trovare).

Detto questo: quale delle due leggi, secondo voi, sarà effettivamente promulgata?

 

 

Lorenzo DeclichIslamercatofinanza islamica,islam,italia,libertà religiosa,religioni
Nei giorni scorsi Adolfo Urso, fulgido coordinatore nazionale di FLI, ha espresso la volontà di fare una legge quadro per consentire alla finanza islamica - un businnes gigantesco in costante ed esponenziale crescita - di entrare a tutti gli effetti nel sistema italiano (leggetene anche qui). Nel mese scorso,...