C’è chi promette, a Sassuolo, di emanare un’ordinanza a qualche giorno dalla Festa del Sacrificio per ricordare ai residenti musulmani che non si possono fare macellazioni casalinghe “di ovini e caprini”.

Che la “promessa” sia spia di un’attività repressiva di solo una parte della popolazione, cioè della minoranza musulmana,  sta proprio nell’indicazione del tipo di carne da non sgozzare.

Nelle dichiarazioni, infatti, non si parla di suini, animali vietati ai musulmani che invece, come ricorda il caro Mizam, in zona vengono allegramente sgozzati senza pietà:

Auspico che le stesse regole siano applicate con severità per la macellazione tramite sgozzamento dei suini nei casolari di campagna, che da quelle parti è assai in auge, e che il consumo di sanguinaccio, salami ecc. ottenuti in quel modo sia monitorato e aspramente represso (originale qui).

Se a Sassuolo tentano di bloccare la Festa del Sacrificio con le multe, a Treviso invitano a “denunciare il crimine”.

Il metodo è insieme più ortodosso e più fastidioso perché qui si invitano i “cittadini” ad avere un atteggiamento delatorio:

TREVISO (15 novembre) – Il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, ha chiesto oggi al Procuratore della Repubblica e alle Forze dell’ordine la massima vigilanza volta a prevenire sofferenze agli animali da macellazione in vista della prossima festa islamica del sacrificio.
Muraro, nel ricordare come la pratica preveda la morte dell’animale per rescissione della carotide, senza preventivo stordimento, con l’animale dunque cosciente che muore lentamente per dissanguamento, chiede anche alla popolazione di denunciare «i casi di macellazione in luoghi non idonei alla stessa o di maltrattamento ai quali dovessero assistere».

«È di questi giorni la ratifica, anche da parte dell’Italia, della Convenzione Ue per la protezione degli animali, un testo – ricorda il presidente della Provincia – che mira a una maggiore tutela dei loro diritti. Eppure in nome dell’accoglienza e della libertà di espressione religiosa permettiamo la pratica di un rito barbaro che va oltre la tradizione e l’etica italiana». (ilgazzettino.it)

La macellazione di un vitello secondo il rito islamico

(fonte. La fonte primaria, cioè il Gazzettino, ha cancellato il link al video che invece “infosannio” riporta).

Anche qui non si dice cosa davvero si vuole fare – cioè proibire  ai musulmani di far bene la loro festa – bensì si introducono motivazioni terze (la sofferenza dell’animale) laddove la “tradizione e l’etica italiana” sono chiaramente delle astrazioni senza senso, visto il discorso del sanguinaccio di cui sopra.

E sono anche offensive se vengono pronunciate da un leghista: che cosa vorrebbe dire questo bellimbusto padano su noi italiani?

Il link che segue nella citazione, fra l’altro,  rinvia a un video in cui si macella all’islamica un vitello in un macello, non in casa, il ché ci informa che la “condanna” di chi scrive, cioè il Gazzettino, è culturale: la legge si invoca soltanto in quanto strumento di esecuzione della condanna.

Il dato “umanitario” e/o igienico è solo una copertura bigotta e bacchettona che pulisce formalmente la coscienza di chi parla.

Ma chiariamo tutto come si deve: non dico che sgozzare un animale, in casa o meno, sia una bella cosa, né che ciò cosa debba essere permesso (personalmente mi sto avvicinando a grandi passi verso una vita vegetaliana).

Neanche dico che si debba derogare a leggi dello Stato, non sia mai.

Dico solo che l’uso politico di una tradizione religiosa, specie se teso a separare e creare barriere è odioso.

Una cosa è far rispettare le leggi. Un’altra è usare le leggi come clave contro una minoranza.

Facendo finta che tutto questo avvenga “perché ce lo dice l’Europa”.

Peggio, poi, se si invoca “l’aiuto della popolazione” nell’individuare i colpevoli.

Roba da nazi.

 

Lorenzo DeclichLe destre e l'islamfesta del sacrificio,islam,italia,lega nord,musulmani,nazismo,razzismo
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