Li avevamo lasciati a caccia di sgozzatori di bovini, ovini e caprini.

Ora li ritroviamo attorno alle moschee e ai centri culturali islamici.

Chiedono documenti, fanno fotografie segnaletiche.

Dicono: “tutto regolare, tutto normale, tutto concordato con gli imam”.

Il portavoce della questura di Treviso, Nicola D’Amico ha detto che si tratta di ”controlli del territorio di routine”. “Si tratta di un’attività di identificazione – ha detto all’ADNKRONOS – , finalizzata a evitare la presenza di clandestini e di estremisti che viene concordata con gli imam nel loro interesse”. ”Nella provincia di Treviso – conclude – ci sono 14 centri culturali islamici e dai controlli è emerso che si tratta di tutte situazioni di legalità. Comunque non è la prima volta che facciamo questi controlli, si tratta di un’attività già avviata da tempo” (fonte).

Con gli imam nel loro interesse.

Tutte situazioni di legalità.

Strano, vero?

Va tutto bene, non succede niente, facciamo solo qualche foto.

Siamo in piena paranoia, in piena sindrome da “uomo che guardava le moschee“: loro sono cattivi, io non mi fido di loro quindi preventivamente li controllo.

Ovviamente i musulmani moderati di Souad Sbai & Co. sono d’accordo:

chi non ha nulla da nascondere, non deve avere nulla da temere. Ben vengano i controlli fuori e dentro le moschee […] I controlli fanno parte dell’ordinaria amministrazione delle verifiche effettuate dovunque dalle forze dell’ordine e rappresentano garanzia di legalità e sicurezza. Ci stupiamo che qualcuno si scandalizzi per questo (fonte)

Verifiche ovunque. Fuori da chiese, dai dojo, dalle sinagoghe, dai templi di tutti i tipi.

Anche lì potrebbe esser pieno di clandestini e terroristi.

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p.s.  Mohammed Ahmad, membro del Comitato per l’islam italiano, non la pensa come “i musulmani moderati”:

Per il giornalista egiziano Mohammed Ahmed, membro del Consiglio islamico del Viminale “non si tratta della prima volta”. “Un episodio analogo – ha detto ad AKI-ADNKRONOS – è accaduto anche un anno fa a Villorba. Credo che sia sbagliato perché quei fedeli che vanno in moschea non commettono reati”. Il giornalista ha dunque fatto sapere che porterà “la questione all’attenzione della prossima riunione del Comitato per l’Islam del Viminale perché credo che sia sbagliato agire in questo modo. Le persone a cui sono stati chiesti i documenti stavano solo pregando e sono in buona parte immigrati onesti che non delinquono” (fonte).

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p. p.s.  Notate la dicitura che usa l’Adnkronos per descrivere il Comitato per l’islam italiano. Il “Consiglio islamico del Viminale” sembra un po’ quello che in qualche modo sta diventando: un oscuro organismo in stile khomeinista che rilascia pareri giuridici non vincolanti (cioè fatwa), e anche non richiesti dagli interessati – cioè i musulmani d’Italia. La cosa divertente è che, ormai dovreste saperlo, in esso vi sono più islamofobi che musulmani.

Lorenzo DeclichMille moscheecomitato per l'islam italiano,islam,italia,Mohammed Ahmad,moschee,musulmani moderati,suad sbai,treviso
Li avevamo lasciati a caccia di sgozzatori di bovini, ovini e caprini. Ora li ritroviamo attorno alle moschee e ai centri culturali islamici. Chiedono documenti, fanno fotografie segnaletiche. Dicono: 'tutto regolare, tutto normale, tutto concordato con gli imam'. Il portavoce della questura di Treviso, Nicola D'Amico ha detto che si tratta di ''controlli...