Nei giorni scorsi girava la voce che nei file divulgati da Wikileaks c’erano le prove che la Turchia avrebbe fatto passare senza colpo ferire armi in Iraq destinate alla branca iraqena di al-Qaida.

Per ora non si hanno riscontri ma solo prese di distanza da parte del governo turco.

Sulla Turchia El Pais pubblica due interessanti cable, uno sulla “agenda islamica occulta” di Erdogan e uno sulla “personalità” di Erdogan.

Il secondo dispaccio non ci spiega granché. E’ il parere di una persona che fa parte dell’entourage di Erdogan. Riporto il riassuntino:

Prime Minister Erdogan, chairman of the ruling Justice and Development Party (AKP), is a perfectionist workaholic who sincerely cares for the well-being of those around him, according to a top-level Prime Ministry insider. His boss is very “democratic,” he said, but the overall description sounds more like a benevolent patriarch who runs his domain according to strict autocratic rules. While this is only one man’s impressions, they come from someone whose daily exposure to the PM lends credibility and color to his comments.

Nel primo dispaccio, assai più corposo, l’ambasciata americana a dir la verità non descrive “l’agenda islamica occulta” di Erdogan bensì spiega del perché in molti pensano che questa agenda ci sia.

Dall’ambasciata aggiungono che non vi sono prove documentali dell’esistenza di un progetto “islamista” di Erdogan ma solo prove circostanziali, ovvero circostanze, che tutti noi possiamo osservare: eventi verificatisi in Turchia a partire dalla vittoria di Erdogan nel 2002.

Secondo me l’unico vero fatto osservato davvero interessante, che in pochi notano, è l’afflusso sempre più massiccio di capitali dal Golfo.

La qual cosa, a casa mia, è spia di un partenariato spinto nel dominio dell’islamercato, più che dell’islam politico.

Non è un caso che Erdogan figuri al secondo posto nella lista dei 500 musulmani più influenti al mondo.

La lista, per chi non lo sapesse, è commissionata dai sauditi e al primo posto c’è il re dell’Arabia Saudita.

 

Lorenzo DeclichCablegate on airIslamercatobusiness,el pais,mercato,tayyip erdogan,turchia,wikileaks
Nei giorni scorsi girava la voce che nei file divulgati da Wikileaks c'erano le prove che la Turchia avrebbe fatto passare senza colpo ferire armi in Iraq destinate alla branca iraqena di al-Qaida. Per ora non si hanno riscontri ma solo prese di distanza da parte del governo turco. Sulla Turchia...