Gianluca Di Feo su l’Espresso affrontava ieri la vicenda delle motovedette italiane vendute all’Iran.

 

C’è un passaggio dei file rilasciati domenica sera da Wikileaks che probabilmente è stato sottovalutato e che riguarda la richiesta degli Usa all’Italia di bloccare la fornitura a Teheran di 12 navi veloci con le quali l’Iran avrebbe potuto attaccare la flotta americana nel Golfo. La richiesta, nota con amarezza un dispaccio dell’ambasciata americana a Roma diretto al Dipartimento di Stato, è stata infatti accolta «solo dopo 11 mesi di resistenze», ma soprattutto in quei mesi «le prime 11 navi sono state comunque consegnate”.

De Feo, insieme a Stefania Maurizi, aveva affrontato l’argomento a suo tempo, ovvero nel 2007. Il loro pezzo iniziava così:

L’arma più micidiale della prossima guerra del Golfo è nata sul lago di Como, non lontano dalle ville dei divi di Hollywood. Non è una bomba atomica, né un missile intercontinentale: è una barca ad alta tecnologia, lunga 16 metri e veloce come un fulmine. Sul mare non la batte nessuno, corre e salta senza temere rivali: è stata progettata per conto della Finanza e ha sempre umiliato gli scafi blu dei contrabbandieri. Un bolide da 70 nodi l’ora.

Vale la pena leggere tutto il pezzo, qui. Cito di seguito una frase del finale, giusto per farvi venir voglia:

Quella delle piccole motovedette lombarde è solo una delle tante storie che spuntano dal lato oscuro dei rapporti tra Italia e Iran.

 

Lorenzo DeclichCablegate on airiran,ministero degli affari esteri,motovedette,wikileaks
Gianluca Di Feo su l'Espresso affrontava ieri la vicenda delle motovedette italiane vendute all'Iran.   C'è un passaggio dei file rilasciati domenica sera da Wikileaks che probabilmente è stato sottovalutato e che riguarda la richiesta degli Usa all'Italia di bloccare la fornitura a Teheran di 12 navi veloci con...