Se c’è una cosa che davvero mi da soddisfazione in questi giorni è notare il disorientamento di quelli che in questo blog ho chiamato di volta in volta eurabisti, controihadisti o semplicemente islamofobi in rapporto alle “rivelazioni” di Wikileaks.

Il loro mondo, ben suddiviso in “noi” e “loro”, scricchiola sinistramente di fronte a delle evidenze incontrovertibili:

  1. i “musulmani” (che poi sono “i regimi dei paesi a maggioranza musulmana”) litigano fra di loro e non esitano ad allearsi con “noi” per sconfiggere i loro diretti antagonisti;
  2. i potenti del mondo, a est e a ovest, agiscono in base ad agende su cui la parola “islam” compare solo vicino alla parola “businness” (islamercato turco o saudita) o alla parola “realpolitik” (Iran). A loro delle Porte di Vienna non interessa veramente niente.

Dov’è andato a finire il conflitto di civiltà?

Dove sono le armate del male?

Non ci sono più, semplicemente, perché erano pura fiction.

Al disorientamento prova a dare un calcio il nostro Daniel Pipes, lo pseudo-accademico americano promotore di un conflitto qualsiasi purché basato sull’opposizione “occidente-islam”.

E stavolta spara a caso: in questo articolo, riportato con abnegazione da siti-monnezza italiani, prova a spiegarci che il pericolo islamista viene dalla Turchia.

E che l’Iran potrebbe secolarizzarsi, portare nel mondo un islam più “moderno” (cosa peraltro non falsa di per sé ma assurda se letta in opposizione a una Turchia sempre più “islamizzante”).

Lo fa, come al solito, usando la struttura più “orientalista” che c’è: in 20 righe traccia una storia di Iran e Turchia dal ‘500 a oggi, regalandoci perle come questa:

I turchi desiderano vivere come gli iraniani e gli iraniani amano vivere come i turchi.

[for dummies: es. gli italiani vogliono vivere come gli inglesi e gli inglesi amano vivere come gli italiani… che senso ha dire una cosa simile? Nessuno, a meno che non ci troviamo a leggere un giornale di moda e/o costume, a immaginare la pubblicità di una birra]

Siamo ai minimi storici: Pipes non può più prendere come obiettivo l’islam nel suo complesso e quindi, dovendo trovare qualche “islamico” contro cui prendersela, si trova a “dividere” iraniani e turchi, cosa che prima si guardava bene dal fare.

E’ davvero disperato il nostro Daniel, e la cosa genera in me un certo piacere, lo ammetto.

Vorrei che Wikileaks continuasse a diffondere cablogrammi non fosse altro per vedere la lunga fine annaspante di questi malfidati buffoni.

Lorenzo DeclichCablegate on airconflitto di civiltà,controjihad,daniel pipes,eurabia,iran,islamofobia,turchia,wikileaks
Se c'è una cosa che davvero mi da soddisfazione in questi giorni è notare il disorientamento di quelli che in questo blog ho chiamato di volta in volta eurabisti, controihadisti o semplicemente islamofobi in rapporto alle 'rivelazioni' di Wikileaks. Il loro mondo, ben suddiviso in 'noi' e 'loro', scricchiola sinistramente...