Tutto è iniziato lo scorso sabato 17 dicembre, giorno di mercato, a Sidi Bouzid, una cittadina fortemente depressa nell’entroterra di Sfax (da non confondere con Sidi Bou Said ridente paesino costiero vicino a Tunisi).

Secondo AFP il giorno prima un giovane ambulante di frutta e legumi si era dato fuoco davanti alla prefettura della città perché la polizia gli aveva confiscato la merce. Viene portato in ospedale in fin di vita.

Seguono scontri con danni e feriti in diverse aree della città contro le forze dell’ordine:

Secondo al-Jazeera gli scontri si sono estesi ad altre città: al-Ragab, Maknasi, Bouziane arrivando fino a Tunisi.

A Bouziane, venerdì 24, è morto un ragazzo, Mohamed Ammari.

Al centro della protesta la mancanza di lavoro (molti sono gli assembramenti in prossimità delle sedi dei sindacati), ma la rivolta ha un carattere più ampio, afferma la blogger tunisina di GlobalVoices Lina ben Mhenni (vedi qui).

Altre notizie qui.

I tunisini sono stanchi di Ben Ali e del suo regime corrotto.

Una pagina di FB aperta dagli attivisti è stata bloccata. Vi si parla, fra l’altro, di un uso spropositato della forza in diversi contesti da parte della polizia.

Quella gente non ce la fa più e bisogna dar loro supporto.

https://in30secondi.altervista.org/wp-content/uploads/2010/12/sbz-3.jpghttps://in30secondi.altervista.org/wp-content/uploads/2010/12/sbz-3-150x150.jpgLorenzo DeclichIn fiammecorruzione,disoccupazione,rivolta,tunisia,zayn el-abidin ben ali
Tutto è iniziato lo scorso sabato 17 dicembre, giorno di mercato, a Sidi Bouzid, una cittadina fortemente depressa nell'entroterra di Sfax (da non confondere con Sidi Bou Said ridente paesino costiero vicino a Tunisi). Secondo AFP il giorno prima un giovane ambulante di frutta e legumi si era dato fuoco...