Come mi è capitato più volte di scrivere, uno degli elementi di maggior spinta devozionale per le religioni di tutto il mondo è la persecuzione.

Più sei perseguitato più hai ragione. Perché c’è il bene e c’è il male, e il male va contro il bene, e chi sta nel bene viene perseguitato.

Ho fatto cenno più volte in questo blog ai contorni di questo strano mondo di persecuzioni incrociate: ci sono cristiani che perseguitano altri cristiani, musulmani che perseguitano cristiani, cristiani che perseguitano musulmani, induisti che perseguitano musulmani e cristiani, musulmani che perseguitano altri musulmani.

Però, a ben vedere, il metro della persecuzione non ha nessun significato se non si coniuga con quello che troviamo sul campo.

Un esempio qualunque: i cristiani che perseguitano altri cristiani in Eritrea.

In questi giorni abbiamo sdoganato, con una ritualità tutta interna al mondo massmediologico, il termine “cristianofobia”.

Le agenzie battono i titoli delle notizie facendole precedere con un ormai canonico “cristianofobia:”.

Tipo: Cristianofobia: Frattini, forte risposta UE alle violenze.

Ironia della sorte, il termine “cristianofobia” si forgia in analogia con un termine già esistente (a sua volta un neologismo): islamofobia. E viene sdoganato nel momento in cui dei musulmani, sempre che possano essere definiti tali, ammazzano dei cristiani.

Un buono e breve articolo sulla cristianofobia e sulla sua nascita lo trovate qui.

Sull’islamofobia, invece, c’è già da tempo una voce su wikipedia.

Sembra proprio che non si possa fare a meno di categorizzare grossolanamente fenomeni complessi, in nome di una malevola par condicio: oggi, ufficialmente, ogni religione abramitica ha la sua schiera di fobici.

Ma attenzione: antisemitismo, islamofobia e cristianofobia sono cose molto diverse l’una dall’altra e metterle sullo stesso piano vuol dire schiacciare i ragionamenti, aprire al conflitto di civiltà.

Dettagli di cronaca. E’ del 15 settembre 2009 la registrazione del dominio cristianofobia.org.

Il suo titolare è Fabio Bernabei, Presidente del Centro Culturale Lepanto:

Il Centro Culturale Lepanto è un’associazione nata nel 1982 per opera di un gruppo di laici cattolici che hanno scelto di lottare in difesa dei principî, gli ambienti e le istituzioni della Civiltà cristiana.

Più in generale, Lepanto combatte il relativismo culturale e il “progressismo”, sia in campo politico che morale e religioso, in quanto fattori di un processo di secolarizzazione e scristianizzazione che sembra preparare una prossima persecuzione della Chiesa. Queste offensive sono promosse soprattutto dalle forze socialiste e libertarie e vengono di fatto favorite dai mass-media.

Nella sua teoria, il Centro Culturale Lepanto s’ispira alla dottrina sociale cristiana, quale è stata dettata dal tradizionale insegnamento della Chiesa, particolarmente dal Magistero dei Sommi Pontefici. Nella sua azione, esso segue la strategia contro-rivoluzionaria riassunta dal prof. Plinio Corrêa de Oliveira nel suo saggio su “Rivoluzione e Contro-Rivoluzione” (1959).

Ecco qui l’interessantissimo incipit alla recensione di “Chiesa e omosessualità”, di Bernabei:

Alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati è in esame un progetto di legge, la C.1658, che con un solo articolo reclama il carcere per chiunque esprima un giudizio morale sull’omosessualità, anche quando la critica espressa non abbia nessuna valenza discriminatoria. Questa iniziativa è parte di quell’offensiva dell’ideologia della Rivoluzione sessuale che si impone tramite la politica e non vuole concedere spazio pubblico alla visione cattolica e cristiana. Gruppi di pressione omosessualisti con il pretesto di adottare legislazioni e misure speciali per garantire protezioni a qualunque pratica sessuale di fatto criminalizzano chi osi praticare pubblicamente la propria fede e scelta morale. Come riportato nel saggio, sono già realtà le squadre di attivisti per i “diritti civili” che, negli Stati Uniti come in Italia, pattugliano le chiese per controllare le intenzioni di preghiere dei fedeli o il contenuto delle omelie dei sacerdoti durante la S. Messa chiedendone poi pubblicamente la censura. La cristianofobia in atto anche nelle democrazie occidentali sta conoscendo una accelerazione con tappe dolorose come l’interdizione ad una alta carica europea dell’on. Buttiglione per i suoi convincimenti morali o la condanna del pastore svedese Ake Green per aver citato in chiesa i passi della Bibbia sulla pratica omosessuale. “Noi dobbiamo difendere la libertà religiosa contro l’imposizione di una ideologia che si presenta come fosse l’unica voce della razionalità” fu l’appello dell’allora card. Ratzinger. Questo saggio risponde a tale appello e offre, oltre ad una analisi rigorosa del progetto di legge totalitario, una disamina inedita dei casi di persecuzione, politica e penale, della lobby omosessualista nei confronti di cristiani in Italia e all’estero. Presenta inoltre una raccolta di documenti, unica nel suo genere, che dimostra come la condanna morale dell’omosessualità dai primi Padri e Dottori ai nostri giorni sia costante e inappellabile. Insegnamenti del Magistero della Chiesa Cattolica che, in caso di approvazione del progetto di legge C. 1658, porteranno dietro le sbarre chiunque oserà farli conoscere.

Stiamo attenti alle parole, a chi le inventa, a chi le pronuncia, a chi le usa.

 

Lorenzo DeclichIn 30 secondiantisemitismo,centro culturale lepanto,copti,cristianofobia,egitto,eritrea,Fabio Bernabei,hindu,islamofobia
Come mi è capitato più volte di scrivere, uno degli elementi di maggior spinta devozionale per le religioni di tutto il mondo è la persecuzione. Più sei perseguitato più hai ragione. Perché c'è il bene e c'è il male, e il male va contro il bene, e chi sta nel...